
Eroi per un giorno, uomini decisivi in una finale, protagonisti di imprese storiche. E poi scomparsi. Alcuni di loro non si sono mai ripetuti, altri hanno fallito nei top club che li avevano acquistati grazie al loro exploit. C'è chi è andato a giocare in Malesia, in Bolivia, in Serie B o in quarta serie. Joe Allen, Bejbl, Eder, Charisteas e tanti altri

HENRIK LARSEN (Danimarca, Euro 1992)
Eroe della Danimarca nel 1992, la squadra nemmeno qualificata che vinse a sorpresa gli Europei. Capocannoniere (a pari merito) del torneo. Storica la sua doppietta nella semifinale contro la fortissima Olanda di Gullit, Rijkaard e Van Basten. È stato una meteora al Pisa (prima e dopo gli Europei): 43 partite e 2 gol.

IGOR DOBROVOLSKI (Comunità degli Stati Indipendenti, ex Urss; Euro 1992)
Vince gli Europei (Under 21) nel 1990. Segna un gol in quelli del 1992. Autentica meteora: il Genoa lo compra nel 1990, ma ha problemi di spazio per calciatori stranieri, avendo già "Pato" Aguilera e Skuhravy, più il brasiliano Branco. Da lì un paio di prestiti e il ritorno in Italia, senza lasciare il segno. Al Marsiglia vincerà la prima edizione della Champions League della storia.

RADEK BEJBL (Repubblica Ceca, Euro 1996)
Arrigo Sacchi se lo sogna ancora la notte, dopo che con la sua Repubblica Ceca ci affossò a Euro ’96 nella partita del girone, dopo il vantaggio di Nedved (ancora sconosciuto ai più) e il pari di Chiesa. I cechi arrivano in finale e per alcuni di loro piovono contratti: Nedved alla Lazio, Poborsky allo United, il biondino Bejbl all’Atletico Madrid. Ma la sua carriera non decollerà mai.

JORDI CRUYFF (Olanda, Euro 1996)
Figlio d’arte del grande Johan. Jordi si guadagnò la convocazione a Euro ’96 grazie a una buona stagione nel Barcellona. Dopo gli Europei, chiusi con un gol (l’unico della sua brevissima carriera in maglia oranje), passa al Manchester United. Ma sarà sempre ricordato solo come il figlio del "profeta del gol".

REYNALD PEDROS (Francia, Euro 1996)
Otto presenze in Serie A, tra Parma e Napoli. È Reynald Pedros, che a Euro '96 passa alla storia ma per un rigore sbagliato: in semifinale, con la sua Francia, spalancando le porte della finale alla Repubblica Ceca.

EMILE MPENZA (Belgio, Euro 2000)
Euro 2000 doveva essere la sua grande vetrina, giocando in casa e con la famiglia al suo fianco. Invece il 22enne Emile Mpenza, convocato dal Belgio insieme al fratello maggiore Mbo, patisce la pressione e non riesce a sfondare come tutti si aspettano. Un gol nel girone chiuso con l’eliminazione, una discreta carriera con tanti cambi di maglia.

MARIS VERPAKOVSKIS (Lettonia, Euro 2004)
Se non riconoscete la maglia siete giustificati: è quella della Lettonia, apparsa sul grande palcoscenico una sola volta, tra Mondiali ed Europei. Successe a Euro 2004, quando ce la portò il bomber Verpakovskis a suon di gol nelle qualificazioni. Poi, nella fase finale (oltre a un maradoniano quasi gol in coast-to-coast con la Germania) una sola rete, contro la Repubblica Ceca. Che resta comunque l’unico gol lettone nella storia di Europei e Mondiali.

MATTIAS JONSON (Svezia, Euro 2004)
Brutti ricordi per l’Italia. Sapete che gol è questo? È quello con cui lo svedese Jonson sancisce al minuto 89 il 2-2 finale contro la Danimarca. Il famoso biscotto scandinavo.

ANGELOS CHARISTEAS (Grecia, Euro 2004)
Ventritre giorni da re, o da dio greco se preferite. Ogni pallone che toccava si trasformava in gol: accadde solo per 3 volte (finale compresa), ma sufficienti a scrivere una delle favole di calcio più incredibili di sempre. La Grecia campione d’Europa 2004 grazie al suo “Angelos” custode: quel Charisteas che con i club (tra Werder Brema, Ajax, Feyenoord…) non si ripeterà più agli stessi livelli.

THEODOROS ZAGORAKIS (Grecia, Euro 2004)
Uno dei simboli di quell'impresa greca: capitano e miglior giocatore nel 2004. Subito dopo aver trionfato negli Europei lo compra il Bologna: 34 partite, zero gol, un assist e retrocessione in Serie B.

DANIEL GUIZA (Spagna, Euro 2008)
Va agli Europei grazie al titolo di capocannoniere della Liga. Bomber spagnolo: segna due gol con i futuri campioni d'Europa nel 2008 (uno in semifinale) poi esce dai radar. In carriera ha giocato anche in Malesia e Paraguay.

HOLGER BADSTUBER (Germania, Euro 2012)
Nel 2010 tutti in Germania lo profetizzavano come il futuro della difesa tedesca. Balotelli è il suo incubo nel 2012. Col Bayern non si afferma e finisce a giocare nella squadra B dello Stoccarda, in quarta serie, con un ingaggio milionario.

JOAO MARIO (Portogallo, Euro 2016)
Spettacolare a Euro 2016. È il 10 attorno a cui ruota quella squadra: piedi buoni e capacità di fare un po’ tutto. L’Inter chiede il prezzo allo Sporting Lisbona e prova a ottenere uno sconto, senza successo. Alla fine lo pagherà 45 milioni di euro (terzo acquisto più caro nella storia del club), ma in Serie A il portoghese non è quello che si era visto agli Europei.

ÉDER (Portogallo, Euro 2016)
Meteora per eccellenza, al pari del greco Charisteas. È l’uomo che ha deciso gli ultimi Europei col gol che ha mandato in estasti un Portogallo senza CR7 (uscito infortunato a inizio finale). Finisce a prendere freddo in panchina nella Lokomotiv Mosca, dove ha giocato fino alla stagione appena conclusa.

BALAZS DZSUDZSAK (Ungheria, Euro 2016)
L’impronunciabile stella ungherese che vinse a sorpresa il proprio girone nel 2016, salvo soccombere 4-0 contro il Belgio negli ottavi. Non è stato convocato da Rossi per Euro 2020.

JOE ALLEN (Galles, Euro 2016)
Il gallese era stato inserito nella squadra ideale del torneo, dopo aver raggiunto addirittura la semifinale (persa) col Portogallo. È sempre rimasto allo Stoke, da tre anni gioca nella B inglese.

BARTOSZ KAPUSTKA (Polonia, Euro 2016)
Nel 2016 punta su di lui il Leicester campione d'Inghilterra dopo essersi messo in mostra negli Europei. Con le foxes non esordirà in Premier. Poi poche presenze in Bundes col Friburgo, la B belga con l'Oud-Heverlee Leuven e il presente nel Legia Varsavia. Non è stato convocato a Euro 2020.

EMRE MOR (Turchia, Euro 2016)
Dal 2016 più squadre cambiate (4) che gol (3). Poco prima degli Europei era stato il Borussia Dortmund a spuntarla per uno dei giovani, al tempo, più promettenti del continente. Non è mai esploso: l'ultimo anno solo undici presenze, zero gol e tanti infortuni in Liga col Celta.

ARMANDO SADIKU (Albania, Euro 2016)
Nel 2016 segna il primo gol di sempre dell’Albania agli Europei. Ma la sua nazionale esce comunque ai gironi. È finito a giocare in Bolivia.

ARNOR TRAUSTASON (Islanda, Euro 2016)
Manda la rivelazione Islanda agli ottavi nel 2016 con un gol a tempo scaduto. Anche di lui si sono perse le tracce nel calcio europeo: gioca nei New England Revolution in Mls.