Alayah Pilgrim, il colibrì innamorata del calcio: "A Roma sono felice"

“Alayah significa colibrì nella lingua dei popoli nativi. L'ha scelto tutta la mia famiglia: mia madre lo ha proposto e i miei fratelli hanno deciso come scriverlo”. Il colibrì è considerato il volatile più piccolo al mondo, ma possiede tante abilità che i più grandi non hanno. È un uccello che simboleggia il positivo che esiste nel mondo, è l’emblema della perseveranza, della resistenza e del coraggio. Inizia così la storia di Alayah Pilgrim, 22enne attaccante della Roma femminile. E come un colibrì che percorre notevoli distanze in fase di migrazione affrontando numerosi ostacoli, anche Alayah si è sempre spinta al massimo per andare incontro al suo destino. Ma non solo. Il suo cognome, Pilgrim, significa ‘pellegrino’, una persona che compie un viaggio, spesso lungo e faticoso, alla ricerca di un significato o di una crescita personale. “Sono nata in Svizzera e gioco per la Nazionale svizzera. Poi, certo, tutta la mia famiglia da parte di mio padre vive in Marocco. Ho due sorellastre lì. E poi ci sono i miei cugini, gli zii, le zie... Sono in contatto con loro e in passato sono andata a trovarli. Purtroppo c’è una solida barriera linguistica a separarci, perché il mio arabo non è molto buono e nemmeno il mio francese: lo capisco, ma non mi sento molto sicura nel parlarlo. Però sì, ci tengo a rimanere in contatto con loro. Fanno tutti parte della mia numerosa famiglia. È stato molto bello crescere in Svizzera ma anche conoscere e amare le tradizioni marocchine, mi piace e sono orgogliosa di entrambi”. Nata a Muri nel Canton Argovia, da padre marocchino e madre svizzera, Alayah ci racconta il suo percorso di crescita con l’obiettivo di realizzare i suoi sogni di bambina. “Quando ero piccola avevo solo amici maschi. Ricordo che già da quando avevo 4 anni era così. Avevo una sola amica femmina che è tutt’ora la mia migliore amica. Durante le pause a scuola, i ragazzi mi invitavano a giocare a calcio con loro e così è iniziata la mia passione. Mi sentivo a mio agio, ho sempre amato questo sport. Nella mia cittadina mi riconoscevano subito perché ero quella che giocava a calcio con i maschi… ”. Ora sorride ricordando la sua infanzia che l’ha portata a essere considerata uno dei talenti emergenti del calcio europeo, anche se qualche ostacolo l’ha incontrato. “Mia madre all’inizio cercò di opporsi al mio desiderio di andare a giocare in una squadra di calcio. E, così, ho deciso di mentirle. Un giorno le dissi che sarei andata dalla mia migliore amica, era un mercoledì pomeriggio, lo ricordo ancora… e invece sono andata ad allenarmi di nascosto con il club del mio paese, l’FC Muri. L’allenatore mi portò una maglietta, dei pantaloncini e mi diede le scarpe da calcio di suo figlio”. Quell’allenatore intuisce subito il talento di Alayah e va a parlare con la sua famiglia riuscendo a convincere la mamma a lasciarla giocare. Inizia così il percorso di Alayah Pilgrim nel mondo del calcio. L’FC Muri non ha, però, una sezione femminile, ma Alayah è ormai abituata a giocare con i maschi e compie la trafila nella squadra mista delle giovanili fino al raggiungimento dei 14 anni. La carriera Nell’estate del compimento dell’età massima per giocare con i maschi, Alayah si sposta nella squadra femminile Aarau a circa mezz’ora di auto da Muri. Al suo arrivo ha 14 anni e viene inserita nell’Under 17, ma l’anno successivo viene stabilmente aggregata in prima squadra. Il club è impegnato nel campionato del secondo livello svizzero, una Serie B per intenderci, dove in due stagioni Pilgrim accumula 25 presenze, 14 gol in campionato e 4 reti in due partite della Coppa Svizzera. Nel 2020 si trasferisce al Basilea, club che partecipa alla Women’s Super League, il massimo livello del campionato svizzero, e dove rimane per due stagioni, prima di approdare al FC Zürich Frauen. A Zurigo vince subito il campionato svizzero e fa anche il suo esordio nella Women’s Champions League. Nella stagione successiva arriva la chiamata della Roma. Il 26 gennaio 2024 viene acquistata a titolo definitivo dal club giallorosso con un contratto fino al 30 giugno 2027. “Amo Roma e la Roma. Per ora posso dire che questa esperienza mi sta dando tanto, era il giusto passo da fare per la mia carriera. E poi al di là del calcio questa città regala davvero un’energia pazzesca, qui mi sveglio quasi sempre con il sole e la trovo una cosa meravigliosa, appagante. La qualità della vita è altissima, per non parlare del cibo… Insomma, diciamo che da tutti i punti di vista questa è stata la decisione più giusta che potessi prendere: sto crescendo e imparando tanto in un contesto di giocatrici fortissime, mi sto mettendo alla prova in un campionato diverso e molto impegnativo. Il mio obiettivo ora è quello di mantenere alto il mio livello, di provare ad aiutare la squadra a vincere la Coppa Italia”. La sfida per la finale di Coppa Italia sarà domenica 17 maggio alle 18, allo stadio Sinigaglia di Como, in diretta su Sky Sport. Di fronte, la Juventus che sta comandando in classifica in campionato. “Per quanto riguarda lo scudetto credo che ormai ci sia poco da fare . Noi, comunque daremo il massimo finché ci sarà la possibilità di lottare. E poi vogliamo giocare la Champions League nella prossima stagione, quindi sarà importante anche arrivare al secondo posto in campionato e al momento questo è il nostro obiettivo più importante insieme alla vittoria della Coppa Italia”. Obiettivi chiari per Alayah Pilgrim con la maglia della Roma per questo finale di stagione. E quali sono, invece, le aspettative con la maglia della Svizzera? “Gli Europei a luglio si giocheranno proprio in Svizzera e questo per il nostro paese è fantastico. Per me è un sogno giocare un Europeo in casa. La nostra speranza è quella di andare il più avanti possibile, saremo sostenute dai familiari, dagli amici, dal nostro paese, quindi dovremo dare il massimo. Oltretutto è una grande opportunità per il calcio femminile svizzero affinché possa crescere e svilupparsi ancora di più, nella speranza che anche il campionato possa diventare professionistico presto, così come lo è in Italia. Poi, in generale, gli Europei e i Mondiali sono competizioni che tutti sognano di giocare, sono quei momenti in cui possiamo mettere in mostra il nostro calcio, possiamo far appassionare la gente a uno sport che sta crescendo in ogni parte del mondo. Dobbiamo cercare di renderlo il più popolare possibile”. Influencer E a proposito di popolarità, Alayah Pilgrim non è solo una calciatrice di enorme talento, ma anche un’affermata influencer con più di 450 mila follower su Instagram. Molti brand l’hanno scelta come testimonial, a cominciare dalla sua amata Svizzera. “I social media sono parte integrante della mia vita, non c’è dubbio. Credo sia giusto che facciano parte del percorso di ogni atleta professionista, ma è importante soprattutto per noi calciatrici. Il fatto di essere seguita aiuta a sostenere il calcio femminile, a farlo conoscere di più. Si tratta anche di un mezzo efficace per difendere i nostri diritti, per lottare per i nostri obiettivi di atlete. Io cerco di presentarmi per quella che sono, cercando di mostrare tutto ciò che accade nella mia vita, non solo le cose belle. Voglio essere autentica nel rappresentare me stessa come atleta professionista e come donna”. Famiglia e altre opporunità E dal suo profilo Instagram si evince quanto la vita di Alayah giri intorno al calcio, complice anche il legame con il suo fidanzato Elijah Okafor, fratello dell’attaccante del Napoli Noah, che è un calciatore del Lugano. “Il calcio è secondo solo alla mia famiglia. Ma è decisamente uno dei fattori più importanti della mia vita. Anche il mio fidanzato gioca e questo ci lega ancora di più. Il mio percorso è appena iniziato e non riesco ancora a immaginare come sarà quando smetterò di giocare. Però ho svolto un apprendistato in Svizzera come infermiera: ho tutti gli attestati per esercitare e ho anche fatto un tirocinio in passato in ospedale, quindi ho un po’ di esperienza. È un traguardo di cui vado fiera e che mi fa stare tranquilla, perché quando smetterò di giocare, a differenza degli uomini, probabilmente dovrò trovare un lavoro per vivere. Quindi ritengo sia fondamentale avere qualcosa da parte, perché non si sa mai cosa potrà succedere. Nel frattempo, però, sto provando anche a costruire qualcosa attraverso i social media. Mi piacerebbe riuscire a fondare un’organizzazione in Africa, in Marocco, per aiutare i bambini. Non so se riuscirò a realizzare tutti i miei progetti. Però mi piace pensare di poter lottare per riuscirci”.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Alayah Pilgrim, il colibrì innamorata del calcio: "A Roma sono felice"

Gaia Brunelli