Galli: "Voglio il Mondiale ed esulto quasi come Belotti. Cosa ho rinunciato per il calcio"

Non bada alle statistiche individuali ed elogia il lavoro di squadra, è questo lo spirito con cui Giulia Galli si racconta. Classe 2008, l’attaccante della Nazionale italiana di calcio femminile è tra i talenti più luminosi della rassegna mondiale U17 in scena in Marocco. Con 5 gol all’attivo è già capocannoniere della competizione e con la doppietta segnata alla nazionale di casa è diventata la miglior marcatrice azzurra della storia. Sono giorni di trepidante attesa a Rabat, città che è diventata la casa delle azzurrine da circa un mese: domenica 2 novembre c’è il Messico per un posto in semifinale. Ma Giulia appare tranquilla, determinata e soprattutto consapevole del percorso fatto e si racconta con grande spontaneità. Un amore, quello per il pallone, che l’accompagna sin da piccolina e che condivide con la famiglia. Una famiglia semplice: mamma polacca, papà italiano e un fratello maggiore che da compagno di giochi diventa confidente. Giulia è nata a Roma, è romana e romanista ed è riuscita a coronare il sogno di debuttare con la squadra del suo cuore, la Roma. Una storia che sembra una favola, un sogno che non è piovuto dal cielo, ma che Giulia si è conquistata con la tenacia di chi non si arrende al primo no, quel no di quando da bambina non riusciva a trovare una scuola calcio che le permettesse di coltivare il suo talento. Vi abbiamo detto di una favola, sicuri che questo sia solo il primo capitolo… Domenica c’è Italia-Messico, quarti di finale del mondiale U17, quanta emozione c’è e quali sono le aspettative? "Siamo molto contente di essere arrivate fino qui, abbiamo ottenuto questo risultato con moltissimi sforzi, moltissima fatica e ovviamente non ci vogliamo fermare. Per la prossima partita, stiamo cercando di essere più positive possibile in modo da dare tutte noi stesse. Siamo un gruppo che ha molta voglia di vincere e di arrivare più lontano possibile" Potete fare meglio del bronzo del 2014? "Come ho detto prima, abbiamo la mentalità giusta, siamo molto positive, speriamo di riuscirci perché è un obiettivo che tutte noi vogliamo raggiungere e che secondo me siamo capaci di raggiungere" Se la Nazionale sta sognando in grande in Marocco è merito di un grande gruppo, ma anche dei tuoi gol. Sei la miglior marcatrice del torneo con 5 gol. Quanto ti inorgoglisce questo risultato e quanto ti stimola? "Fare gol aiuta la squadra, questo è il mio pensiero principale. In realtà non vado a vedere nel dettaglio le statistiche dei miei goal, cerco di farli per migliorare i risultati della squadra. Comunque sì, è una grandissima soddisfazione personale, perché ognuna di noi dà il meglio di sé stessa per ottenere dei traguardi e questo mi rende molto orgogliosa di quello che sto facendo" Dici di non guardare le statistiche, l’abbiamo fatto noi per te. Hai già superato la miglior marcatrice del precedente mondiale, il record assoluto è di 8 gol. Agli ottavi contro la Nigeria non hai segnato ma hai propiziato il gol di Giudici. Possiamo dire che hai dato appuntamento al gol con il Messico? "Sì, sì, certo. Però sono contenta comunque che la mia compagna abbia fatto gol" Quanto sarà complicato affrontare il Messico? "Tutte le squadre che sono arrivate a questo punto non sono qui per caso, sappiamo che avversario dobbiamo affrontare e che non lo dobbiamo sottovalutare, sarebbe un grandissimo errore da parte nostra. Sono sicura che non lo faremo. Sono molto positiva per la partita che giocheremo e non vedo l’ora di dare il massimo per tutta la squadra" Con la doppietta al Marocco ai Mondiali U17, hai superato Manuela Giugliano e sei diventata la miglior marcatrice azzurra di sempre. Ti ha fatto i complimenti? Ti sei emozionata? "Manuela mi ha dedicato una storia su Instagram. Sono sempre orgogliosa, anche se in realtà a me piace parlare del gruppo e non del singolo perché sono convinta che tutti i traguardi che ho raggiunto siano merito della mia squadra e non solo miei" Abbiamo imparato a conoscere la tua esultanza nelle partite che giochi con la Roma, le abbiamo riviste anche in Marocco. Ci racconti perché mimi il gesto della gallina? "Il modo di esultare è nato da un suggerimento di mio fratello. Un giorno mi chiesero di partecipare a un torneo con la nazionale, se non sbaglio tre anni fa, e chiesi a mio fratello di darmi degli spunti per l’esultanza da fare in occasione dei prossimi gol che avrei segnato. Ho segnato, ho fatto l’esultanza, da lì ho continuato a segnare e dopo ogni gol mimavo sempre il gesto della gallina. Lo spunto lo ha dato il Gallo Belotti. Lui, però, lo faceva con una mano e per quello lo chiamavano Gallo, io, invece mi chiamo Galli e lo faccio con due mani" A proposito di Roma, hai fatto tutta la trafila nel settore giovanile giallorosso fino all’esordio in prima squadra il 1° maggio 2024 contro il Sassuolo. A 16 anni, un mese e 8 giorni sei diventata la più giovane giallorossa a esordire in Serie A. Che momento è stato? Che ricordo hai di quel giorno? "Un bel ricordo perché abbiamo vinto la partita. Penso che per una ragazza fare l’esordio in prima squadra con il club in cui sei cresciuta e in cui hai fatto tutta la trafila dalle giovanili, sia motivo di grande orgoglio. Ti dà lo slancio per andare avanti e ti fa capire quello che stai facendo per la tua vita. Per questo è un ricordo davvero bello" C’è una giocatrice o un giocatore che hai sempre ammirato e che è fonte di ispirazione per te? "Sono alla Roma da tanti anni, adesso mi ispiro a una mia compagna di squadra. Cerco sempre di prendere spunto da quello che fa Emilie Haavi" Ci racconti perché hai scelto di indossare la maglia con il numero 7? "È un numero che sin da piccola mi è sempre piaciuto. Quando giocavo con i bambini, anche maschi, sceglievo sempre il numero 7" Quindi non è una scelta legata a un giocatore che l’ha indossato? "Forse Cristiano Ronaldo…" Sei nata a Roma il 23 marzo del 2008, sei romanista… ma la Roma è una questione di famiglia… "A casa siamo tutti i tifosi della Roma" Sappiamo che quando giochi in trasferta e parti da Fiumicino, hai un talismano all’aeroporto che viene sempre a salutarti. Chi è? "È il mio papà. Lui lavora all’aeroporto e soprattutto quando parto con la Nazionale mi viene sempre a salutare. È un appuntamento fisso. Quando ha un turno che non coincide con la nostra partenza fa di tutto per farselo cambiare pur di esserci" È tuo padre che ti ha trasmesso la passione per la Roma? "Mio padre e mio fratello" Tornando indietro, riavvolgendo il nastro, quando hai capito di avere talento e che avresti potuto investire nel calcio a livello professionistico? "In realtà non l’ho mai pensato. Quando sono arrivata in prima squadra e la Roma mi ha fatto un contratto da professionista ho capito che se mi fossi continuata ad impegnare avrei potuto raggiungere qualcosa di ancora più concreto" Quando hai iniziato a giocare a calcio? "Andavo sempre al parco a giocare con mio padre e mio fratello. La mamma ci guardava, io volevo giocare con tutti, ero un tutt’uno con il pallone" Come sei arrivata alla Roma? "Ho giocato con i maschi per 3 anni all’Ostiamare. Un giorno abbiamo giocato una partita contro una squadra delle Accademy della Roma, avevamo 10 anni più o meno, io ho segnato l’unico gol e qualche tempo dopo è arrivata la chiamata della Roma…" E poi? "All’inizio, essendo piccola, era tutto sulle spalle dei miei genitori che mi portavano avanti e indietro per permettermi di coltivare il mio sogno. Ero piccolissima, per loro è sempre stato un grande impegno. Devo dire che ho sempre avuto il loro sostegno, hanno sempre cercato di accontentarmi. E da quel momento ho continuato tutta la trafila con la Roma" Non c'è stato un giorno in cui vi siete seduti a tavola e avete detto: “il calcio è la strada giusta”? "Prima di fare calcio ho fatto due anni di nuoto, ma ogni giorno chiedevo ai miei genitori di iscrivermi a una scuola calcio e mi ricordo che un giorno siamo andati in diversi centri sportivi, ma alcuni non accettavano delle bambine così piccole. Mi ricordo che l’Ostiamare mi voleva far giocare con un gruppo di bambini più piccoli perché ero una femmina, io non ho voluto" Nuoto, calcio, ma anche atletica. Hai fatto anche delle gare? "Sì, da bambina ho partecipato ai campionati studenteschi. Ero arrivata terza o seconda nei 100 metri nel Lazio" Torniamo al calcio. Giovanissima ma già con i tratti di un leader, non solo per le qualità tecniche. Parli bene inglese e per questo sei un punto di riferimento durante le gare internazionali quando c’è da parlare con il direttore di gara. Come hai affinato questa qualità? "Mi sono sempre piaciute le lingue, durante i primi due anni di liceo linguistico ho studiato il tedesco, lo spagnolo e l’inglese. Lo spagnolo e l’inglese li ho imparati bene. In particolare l’inglese lo parlo liberamente. Devo dire che anche adesso, giocando in una squadra professionistica, ci sono tante straniere in rosa e al campo parlo più inglese che italiano. Sono molto contenta di aver imparato diverse lingue perché si tratta di una cosa utile per tutta la vita" Cosa c’è di più bello di giocare in Champions League per la propria squadra del cuore? Forse segnare un gol in Champions League, magari al proprio esordio. È quello che è successo a te, che emozione è stata? "Eh, ovviamente, mi ricordo che contro l’Aktobe ero partita titolare, giocavo dall'inizio e questo era stato già molto emozionante. Il fatto di essere schierata nelle undici titolari mi ha dato una grande motivazione per arrivare poi al gol. È stata un’emozione bellissima, ripensarci ora mi fa capire perché gioco a calcio e perché faccio tutti questi sforzi: è fantastico vivere momenti così" Non a caso sei tra le dieci finaliste dell’European Golden girl 2025. Che emozione è e quali aspettative hai? Come lo hai scoperto? "Non me l’aspettavo, per me è importantissimo esserci. Ricordo che dopo l’allenamento mi è arrivato un messaggio dal mio procuratore che mi diceva che ero tara le 10 finaliste di questo prestigioso riconoscimento" Ci racconti come sono le tue giornate oltre il calcio? "Quando ho gli allenamenti le mie giornate sono sempre le stesse: mi sveglio, vado al campo, torno a casa, mi cucino e mi riposo. Poi magari esco un po', ma vado a dormire presto. Quando ho il giorno libero, invece, vado dalla mia famiglia e soprattutto da mia nonna, ci mangiamo un gelato e stiamo insieme. Frequento il quarto liceo dello scientifico sportivo serale" Che cosa avrebbe fatto Giulia Galli se non avesse indossato gli scarpini? "Penso atletica" Se dovessi pensare alla tua vita e alla tua carriera per il futuro che cosa vedi? Hai un sogno da realizzare con la Roma e con la Nazionale? "Un sogno che vorrei realizzare adesso con la Roma è vincere il campionato e con la nazionale vincere questo il Mondiale. Desideri che si possono realizzare" E guardando più in là? "Sogno di raggiungere la Nazionale maggiore e con la Roma vincere tanti trofei"

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Galli: "Voglio il Mondiale ed esulto quasi come Belotti. Cosa ho rinunciato per il calcio"

Margherita Cirillo