L'incredibile storia di Gala e 'Freed from desire', l'inno più italiano del mondo

La canzone ufficiale della Coppa del Mondo per club FIFA 2025 non è stata composta per l’evento, è un grande classico, funziona già da anni negli stadi di tutto il mondo. Fa saltare come ‘Jump Around’ degli House of Pain o ‘Jump’ dei Van Halen, fa urlare un ritornello senza parole come ‘Seven Nation Army’ dei White Stripes . Perché mai sperare di indovinare una hit prefabbricata, che possa essere accolta immediatamente dai tifosi, se hai già ‘Freed from Desire’? Se cerchi energia e coinvolgimento, euforia per la vittoria, difficilmente si può battere una canzone così. La conoscono tutti. Non dal titolo forse. La riconoscono ad orecchio. Merito del na-na-na-na-na-naa-na che la caratterizza. Non tutti sanno che è una canzone molto italiana. Quando è stata registrata nel 1996, la cantante Gala Rizzato era una ragazza milanese di 21 anni che stava sperimentando un suo percorso nel mondo dell’arte in America. L’ha scritta in collaborazione con i produttori Maurizio Molella e Filippo Carmeni . ‘Freed from Desire’ è stato uno dei grandi successi della musica dance degli anni 90. La traccia vocale è stata registrata negli studi della sede storica e attuale di Radio DJ, al quinto piano del palazzo di via Massena a Milano. Quasi una beffa che una canzone così milanese sia stata la colonna sonora della celebrazione della Champions League 2025 vinta dal Paris St. Germain contro l’Inter per 5-0. Ha accompagnato la festa saltellante dell’allenatore del Paris St. Germain Luis Enrique e dei suoi giocatori sotto la curva dei tifosi francesi all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Saltellanti pure loro, i tifosi. Impossibile resistere. Se stai celebrando una vittoria così grande, già non ci stai più dentro. Poi ti mettono a tutto volume il na-na-na-na-na-naa-na…E salti. Urlando. Oppure urli, saltando. LA CANZONE DELLE FINALI, DELLE OLIMPIADI E DEI MONDIALI L’effetto irresistibile di ‘Freed from Desire’ l’ha fatta diventare una scelta inevitabile e necessaria di quasi tutte le grandi federazioni e organizzazioni sportive. L’UEFA l’ha proposta nei post-partita non solo nella finale di Champions, ma anche in quella di Europa League e in quella di Conference League . Durante l’Olimpiade di Parigi 2024 era talmente frequente ascoltarla in ogni sede di gara che è diventata sul campo il vero inno dei Giochi. Non è mancata allo Stade de France per la cerimonia di chiusura, un momento di pura gioia liberatoria da ricordare. Tutti gli atleti all’interno dello stadio e tutto il pubblico intorno, migliaia di macchie colorate che hanno cominciato a muoversi su e giù al ritmo della musica cantata da Gala. La stessa esperienza era stata vissuta ai Mondiali FIFA del 2022 in Qatar. Francia, Inghilterra, Svizzera e Polonia l’avevano scelta come canzone da diffondere dopo ogni gol. Era anche la canzone di fine gara, l’impatto sonoro migliore per celebrare una partita. Tutte le partite. Compresa la finale. Si è giocata il 18 dicembre 2002 al Lusail Stadium. Argentina contro Francia, troppo facile definirla Lionel Messi contro Kylian Mbappé. Aiutava a personalizzare l’evento, a creare una rivalità tra due punti di riferimento, i campioni più grandi, quelli che conoscono praticamente tutti. O i primi nomi da imparare per chi non fosse frequentatore abituale del calcio mondiale. Le semplificazioni sono sempre ingiuste, lasciano fuori pezzi di verità, ignorano la complessità che c’è anche in una partita di calcio. Giocano in 22. Più le riserve. Ci sono due allenatori con il loro staff. Ma la personalizzazione della finale aveva dei buoni motivi: Messi ha fatto due gol, Mbappé tre. Tempi regolamentari più supplementari sono finiti sul 3 a 3. Messi e Mbappé hanno iniziato la serie finale dei rigori che dovevano scegliere il vincitore, segnando ancora. Poi ha trionfato l’Argentina con il rigore decisivo di Montiel, vincendo il suo terzo titolo mondiale, il primo di Lionel Messi, il primo dal 1986 quando c’era Maradona. La straordinaria carriera di Messi era ora compiutamente realizzata. Il Mondiale si aggiungeva all’oro olimpico, a due vittorie in Coppa America, 10 campionati spagnoli con il Barcellona. Squadra con cui ha vinto anche 8 Supercoppe e 7 Coppe di Spagna, 4 Champions League, 3 Supercoppe Europee, 3 Coppe del Mondo per club. Messi nel 2022 aveva già vinto 7 volte il Pallone d’Oro, il premio istituito dalla rivista francese France Football per il miglior calciatore di ogni stagione sportiva. Fate 8, comunque, perché nel 2023 Messi ne ha poi vinto un altro. Grazie al Mondiale 2022 del Qatar. Sulle tribune dello stadio di Lusail c’erano 88 mila e 966 spettatori e tra loro anche chi stava assistendo per la prima volta nella sua vita ad una partita di calcio dal vivo. A 47 anni. Non una cattiva scelta, come prima volta. Una delle finali dei Mondiali più belle di sempre. Era in Qatar perché due giorni prima della finale aveva partecipato a un grande evento connesso alla manifestazione: Qatar Fashion United. Uno show per impressionare il mondo, una notte dedicata alla moda, alla cultura, alla musica e allo sport con 150 stilisti di 50 paesi. Un evento fortemente voluto da Sheikha Al Mayassa, la sorella dell’Emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani. Una grande appassionata di moda, arte e cinema. Ha sviluppato la cultura museale del Qatar grazie alla sua passione e alla disponibilità, pare, di un miliardo di dollari all’anno per arricchire le collezioni. A Qatar Fashion United hanno assistito 20 mila persone. Tra scenografie maestose e centinaia di modelle di tutti gli stilisti del mondo riuniti c’erano anche David Beckham e Ronaldo, come ex calciatori vip. Parecchi cantanti e musicisti. Post Malone, DJ Snake, Khaled, tanti altri di notorietà planetaria o più forti tra penisola arabica e Asia. Con loro c’era Gala Rizzato, ed era lì per cantare ‘Freed from Desire’, naturalmente. Era stata incerta sulla partecipazione a Qatar Fashion United, perché alcuni artisti avevano rifiutato inviti dal Qatar. Per protesta, una sorta di boicottaggio. I motivi si potevano scegliere tra un bel grappolo di questioni di un certo imbarazzo: le morti sul lavoro durante la costruzione delle cattedrali dedicate al calcio, i diritti umani fortemente limitati, i costi ambientali, le ipotesi di corruzione per la stessa assegnazione del Mondiale. Nessuno le aveva chiesto un parere. La canzone era famosa. Lei no. Lei era solo Gala, una cantante che aveva avuto un certo successo negli anni 90. La sua testimonianza era andare in Qatar, per poter lavorare. Alla sua età, a 47 anni, era una vittoria. Contro l’oblio artistico. Un’occasione. E poi i musicisti e gli artisti presenti all’evento erano quasi tutti uomini. Gala è sempre stata molto sensibile alle battaglie femministe e a quelle del mondo LGBTQ+. Aveva buoni motivi per esserci, in Qatar. Rappresentare sé stessa e tutto questo. Poi, visto che era lì, è andata a vedere la finale. Ha visto la prima partita di calcio dal vivo della sua vita. Ha capito che avrebbe vinto l’Argentina non per quello che succedeva in campo, ma per quello che vedeva sugli spalti. Per quello che sentiva. A volte capisci come andranno le cose con l’udito. È il suono ad annunciare quello che arriva. Come il rombo che a volte anticipa il terremoto. I tifosi argentini. Un tifo potente e appassionato, instancabile. Gala aveva l’impressione che quei tifosi riuscissero a spingere fisicamente i propri giocatori, a muoverli in campo. Era seduta in un settore che ospitava le famiglie dei giocatori francesi. Forse c’era perfino la possibilità che cantasse la sua ‘Freed from Desire’ se avesse vinto la Francia, uno dei paesi dove la canzone aveva avuto più successo. La nazionale francese stessa la usava per festeggiare le vittorie nello spogliatoio durante quel Mondiale. Gala non sapeva nulla di calcio, aveva solo percepito che c’era una squadra che aveva un desiderio di vincere più forte. Aveva capito che c’era un giocatore che si chiamava Messi, con un desiderio di vincere più forte. Aveva dei compagni di squadra che volevano vincere per sé stessi, per il paese, per i loro tifosi e anche un po’ per lui. Ed è andata esattamente così. CHI È GALA RIZZATO Gala Rizzato è nata a Milano nel 1975. Figlia dell’architetto Paolo Rizzato e della restauratrice e pittrice Sissy Della Sega. Venne chiamata Gala, come Gala Dalì. La musa di Salvador Dalì e Paul Eluard. Un personaggio di grande ispirazione nella storia dell’arte. Il vero nome di Gala Dalì era Elena Dmitrievna D'jakonova, nata a Kazan. Gala era il nome che le aveva dato l’amica e poetessa Marina Cvetaeva. La sua avventura nel mondo dell’arte europea nei primi anni del 900 iniziò a causa di un ricovero in un sanatorio di Davos per curare una tubercolosi. Dove conobbe Eugène Émile Paul Grindel, un giovane indeciso tra il mestiere di contabile per seguire il padre o la poesia per seguire l’inclinazione dello spirito, la tendenza di anima e mente verso un modo diverso di concepire il senso della propria esistenza. Diventerà Paul Eluard, grande poeta francese e tra i fondatori del surrealismo, incoraggiato da Gala che diventerà sua moglie. La vita intensa di Gala proseguì a Parigi con frequentazioni artistiche tra Man Ray, Renè Creval, Giorgio De Chirico, Max Ernst. Ispiratrice di tutti, modella e amante di alcuni, fino al travolgente rapporto d’amore e con Salvador Dalì, 10 anni più giovane, uno dei più grandi talenti artistici del 900, pittore, disegnatore ed esploratore di ogni campo dell’arte, personaggio di grande fama e grandi suggestioni. Per lui diventò musa, manager e mercante d’arte. Dunque, il nome Gala era già un battesimo artistico importante per Gala Rizzato. Il padre Paolo è una eccellenza italiana. Architetto, designer e imprenditore, vive da sempre a Milano. Tantissimi i progetti e le creazioni che hanno fatto epoca. I suoi lavori si possono trovare nelle collezioni permanenti di molti musei. Ha disegnato per le più grandi aziende di interni e illuminazione. Ha progettato la nuova Darsena di Milano, il bacino artificiale di Porta Ticinese, il cuore dei navigli milanesi, il simbolo di uno dei quartieri più vivaci della città. Ha vinto 5 volte il Compasso d’Oro, il più antico e autorevole premio mondiale per il design. Un po’ come vincere il Pallone d’Oro. Il calcio è sempre stato per lui una passione, una presenza costante. Gala ricorda che quando era piccola e c’era una partita in TV era impossibile scegliere un altro canale. In una famiglia con una decisa propensione alla creatività c’era tanta musica. Il jazz del padre Paolo, la passione per il canto della madre Sissy. Una discreta collezione di dischi. Gala ha scoperto da bambina l’arte del movimento seguendo la musica, la capacità di esprimere emozioni attraverso il corpo. Ha scoperto la danza. Quando era ancora alle elementari, tornava da scuola e diceva alla mamma Sissy: “Metti la mela”. Guardava la mela verde riportata sul disco che girava sul piatto e si lasciava trasportare dalla musica. E ballava. La mela era il simbolo della Apple Records, la casa discografica fondata dai Beatles. Con cui i Beatles hanno pubblicato diversi singoli e gli album ‘The Beatles’ del 1968, ‘Yellow Submarine’ e ‘Abbey Road’ del 1969, ‘Hey Jude’ e ‘Let in Be’ del 1970. Più i primi dischi di George Harrison, John Lennon & Yoko Ono, Paul McCartney e Ringo Star, ma anche del giovane John Taylor e di Billy Preston. Gala Rizzato ha ballato con i Beatles e con tutta la musica che poteva ascoltare fino all’età di 12 anni, poi ha smesso. Non una sua scelta. Un medico disse aveva un problema alla schiena. Il consiglio era chiaro e definitivo: non poteva più ballare. Fine della prima vita artistica di Gala. Forse la schiena era rotta da qualche parte, senza danza si era rotto tutto il resto. La seconda vita l’ha trovata in America. Ha lasciato Milano per frequentare una scuola d’arte a Boston e poi la Tisch School of The Arts all’Università di New York. La Tisch è un’esperienza formativa unica nel suo campo. Un centro per lo studio delle arti performative e cinematografiche, per le nuove forme artistiche applicate ai media emergenti. E a New York è rimasta. LA CANZONE ORIGINALE DEL 1996 Gala studiava fotografia. Per rimanere a contatto con il mondo che amava, quello della danza, della musica, dei musicisti e dj. Il formicaio di talenti che animava i club. Era attratta da quelle persone. Con la macchina fotografica c’è una specie di potere. Superi le barriere, cogli l’intimità. Con le immagini non senti la musica ma ne vedi l’essenza. Un altro modo per esprimere quel paesaggio notturno è stato poi cominciare a cantare. Qualche esperienza da corista, la collaborazione ai testi di qualche canzone. ‘Freed from Desire’ è nata inevitabilmente di notte, dopo una cena in un bel ristorante di una zona centrale di New York con alcune persone che conosceva. A Manhattan era possibile cogliere il contrasto tra chi viveva per strada e chi nei grattaceli. Un luogo di drastiche differenze sociali. Dopo la cena Gala si è spostata ad Harlem, dove viveva il suo primo grande amore. Era un ballerino, arrivato in America dal Senegal. Uno dei più giovani danzatori del National Ballet of Senegal. Viveva in un piccolo appartamento con altre cinque persone e spesso con altri legittimi inquilini che andavano e venivano, roditori più che altro. Un gruppo di artisti che aveva scelto l’America e che in America aveva la vita che sognava: danzare, suonare, vivere in comunità. La povertà era una loro realtà. La felicità era la loro realtà più forte. Due cose che stavano insieme e non creavano contrasti. Semplicemente, non desideravano altro. ‘Freed from Desire’ è nata dall’osservazione dei contrasti sociali, dalla volontà di vivere secondo le proprie inclinazioni, come faceva la comunità di artisti senegalesi. E da qualcosa di molto più personale. La riconnessione con la sua passione. Un medico americano aveva ricomposto i pezzi di quella ragazzina di 12 anni che aveva dovuto rinunciare a ballare. Il problema alla schiena non era così definitivo. Non c’erano più divieti. Aveva ritrovato l’arte del movimento, le emozioni del corpo. Tutto questo Gala l’ha messo in un testo che è una preghiera buddista. Tutto il mondo canta, salta e balla dal 1996 con una canzone che ha un testo ispirato a principi buddisti. Tutti gli stadi si lasciano trasportare dall’energia. La struttura è semplice, il ritornello è accattivante, sono semplici anche le parole del testo. Ma è una canzone che vuole affermare qualcosa, non vuole solo far saltare: My love has got no money, he's got his strong beliefs My love has got no power, he's got his strong beliefs My love has got no fame, he's got his strong beliefs My love has got no money, he's got his strong beliefs Il mio amore non ha soldi, ha le sue forti convinzioni Il mio amore non ha potere, ha le sue forti convinzioni Il mio amore non ha fama, ha le sue forti convinzioni Il mio amore non ha soldi, ha le sue forti convinzioni Want more and more, people just want more and more Freedom and love, what he's looking for Want more and more, people just want more and more Freedom and love, what he's looking for Vogliono di più, le persone vogliono sempre di più Libertà e amore, questo quello che lui cerca Vogliono di più, le persone vogliono sempre di più Libertà e amore, è questo quello che lui cerca Freed from desire, mind and senses purified Freed from desire, mind and senses purified Freed from desire, mind and senses purified Freed from desire Liberato dal desiderio, mente e sensi purificati Liberato dal desiderio, mente e sensi purificati Liberato dal desiderio, mente e sensi purificati Liberato dal desiderio Na-na-na-na-na, na-na, na-na-na, na-na-na Na-na-na-na-na, na-na, na-na-na, na-na-na Na-na-na-na-na, na-na, na-na-na, na-na-na Na-na-na-na-na, na-na, na-na-na, na-na-na A vent’anni vuoi cambiare il mondo. O forse vuoi solo stare con i tuoi amici, con qualcuno che ti capisce. Gli amici di Gala si ritrovavano a New York e poi si disperdevano. Vita d’artista. Londra. Parigi. Forse si è sentita sola e ha voluto lasciare un messaggio che li unisse, che quasi rappresentasse un comune sentire. È come se avesse detto ai suoi amici ‘seguite i vostri sogni, lasciate perdere le cose materiali’. Il messaggio è arrivato a tutti noi. Il primo demo di ‘Freed from Desire’ registrato su una musicassetta è partito da New York per tornare in Europa. La versione eurodance che ne ha decretato il grande successo è opera dei dj e produttori Molella a Phil Jay. Maurizio Molella è nato artisticamente nelle discoteche milanesi, poi è approdato a Radio DJ dove ha lavorato in regia nei programmi di Gerry Scotti, Amadeus e Jovanotti. Con Jovanotti è andato anche in tour, diventando popolare. Ha avuto i suoi primi successi con le canzoni dance ‘Confusion’ e ‘Change’. Nel 1995 aveva pubblicato il suo primo album dal titolo ‘Originale Radicale Musicale’. Una hit di quel disco, inserita con il titolo ‘XS’, era cantata da Gala. Nel 1996 Molella è diventato il produttore di Gala. Con ‘Freed from Desire’ Molella, Phil Jay e Gala hanno fatto la storia della dance degli anni 90. La canzone era il primo singolo dell’album ‘Come Into My Life’. Uscirà parecchi mesi dopo seguendo il successo che aveva portato ‘Freed From Desire’ al n.1 in Francia e Belgio e al n.2 in UK con conseguente ornamento di dischi d’oro e di platino. Anche i singoli ‘Let a Boy Cry’ e ‘Come into My Life’ sono stati dei successi, arrivando al n.1 in diversi paesi, tra cui anche l’Italia. Gala era invitata nei principali show televisivi come Top of the Pops, il video passava su MTV e su altri canali. Era stato girato ad Amburgo con la direzione di Nina Bittel, regista e fotografa che ha frequentato la Tisch School of The Arts a New York, la stessa di Gala, e che a Parigi aveva lavorato in produzioni per registi come Luc Besson, Jean-Pierre Jeunet e Gerard Jugnot. Il video era ambientato nel complesso di magazzini Speicherstadt, vicino al porto della città. Gala sfuggiva a uomini che la inseguivano, il tutto immerso in un effetto seppiato. Gala era in cima alle classifiche, ma la sua avventura è stata presto avvolta dall’effetto seppia della malinconia e dei ricordi, quello delle vecchie fotografie, una trasformazione monocromatica con un forte senso di passato. Di qualcosa che è trascorso e che non è più. LE TRASFERTE DEL VENERDì SANTO E IL RITORNO NEGLI ANNI 2010 Il Venerdì Santo del 2011 era una bella giornata. Un ottimo motivo per i tifosi del Bohemian FC per approfittare della festività e seguire la propria squadra in trasferta sul campo degli Sligo Rovers. Premier Division irlandese. Sligo è una cittadina della provincia occidentale del Connacht, a più di 200 km da Dublino, la città dei Bohemians. Non vicinissimo per le distanze irlandesi. Ci arrivarono belli carichi. Per 45 minuti i tifosi cantarono “The Bohs have got no money, we’ve got a bag of E’s”. Eccitazione a mille. Quel ‘E’s’ voleva dire ecstasy, di cui era stato fatto un discreto uso, perfino dichiarato. Per 45 minuti sono stati in vantaggio i Rovers 1-0, ma anche i tifosi di casa erano colpiti soprattutto dal canto degli avversari, un canto che ripeteva l’inizio di ‘Freed From Desire’ con testo adattato, un canto indifferente ai destini che si materializzavano sul terreno di gioco. Poi è anche finita che nel secondo tempo hanno segnato Traylor e Flood e i Bohs hanno vinto in trasferta per 1-2. Forse è stata questa la prima volta, così come riportato da un articolo del quotidiano Irish Independent. O meglio, quel coro del Venerdì Santo del 2011 a Sligo è stato il primo segnale documentato di quello che porterà alla terza vita artistica di Gala e alla riscoperta della sua canzone. Una vita più ricca, anche più gloriosa del 1996. Nel 2012 sono stati i tifosi dello Stevenage Borough FC a rilanciare. Stevenage è nella contea di Hertfordshire, Inghilterra. Squadra di England Football League One. Avevano un attaccante/ala che si chiamava Luke Freeman, di proprietà dell’Arsenal, prestato allo Stevenage nel novembre del 2011 e firmato in via definitiva nel gennaio del 2012. In campo per 32 presenze quell’anno, con 6 gol e con la squadra che arrivò fino alle semifinali di League One. I tifosi cantavano “Freeman’s on fire, your right back is terrified”, che con le note di ‘Freed from Desire’, questa volta quelle del ritornello della canzone, ci stava benissimo. Un perfetto canto da curva. Si è trasferito sulle tribune del Bristol City quando nel 2014 Freeman è passato ai Robins di Bristol. Questa idea che ci fosse un giocatore in grado di terrorizzare i difensori avversari si stava diffondendo. E poi quel coro era davvero trascinante. Si sono aggiunti nella stagione 2015-2016 i fans del Newcastle: annunciavano sventure ai poveri difensori avversari che dovevano marcare Aleksandar Mitrovic, attaccante serbo che con 62 gol è il miglior marcatore di sempre della sua nazionale. “Mitro’s on fire, your defence is terrified”. Il 2016 fu l’anno in cui il corso di ‘Freed from Desire’ è stato deviato e ha preso per sempre un’altra direzione. Avvenne dopo un’altra trasferta nel giorno di Venerdì Santo. Gli amanti delle coincidenze possono vederci il potere del caso o l’assenza del caos. Il Wigan Athletic giocava a Swindon, nel Wiltshire. Sempre League One. Trasferta trionfale. Vittoria 1-4, con gol di Grigg nel primo tempo e tre gol in sei minuti all’inizio del secondo. Doppietta di Will Grigg, poi Max Power e Sam Morsy. Tifosi al seguito entusiasti. Pochi, ma entusiasti. Uno di loro si chiamava Sean Kennedy. Tornato a casa si è messo davanti alla telecamera del suo telefono e ha fatto un video. Non si era ancora tolto la maglia del Wigan, non si era tolto l’euforia di una vittoria così eccitante. Ha iniziato con una canzone in cui ha messo nel ritornello “Will Grigg is on fire”, dimenandosi su una sedia da ufficio, di quelle con cui puoi fare dei giri 360, una coreografia per ballare da seduto. Meraviglioso. Poi ha fatto partire ‘Freed From Desire’ e ci ha cantato sopra. “He will score goals, he will score just more and more” al posto di “Want more and more, people just want more and more”. E poi il ritornello: “Will Grigg’s on fire, your defence is terrified’”. E poi ancora un urlo: “Everybody!”. Un invito a cantare tutti. Fatto da solo nella sua stanza. È spuntato un tamburello ed è partito il na-na-na-na-na-naa-na. Sberle vigorose a quel tamburello. Fine del video. Caricato subito in rete. Nella città di Wigan, a metà strada tra Manchester e Liverpool, è diventato in pochi giorni il video più visto e diffuso sui social . Nella partita successiva, il coro lo cantavano tutti al Brick Community Stadium di Wigan. William Donald Grigg era nato a Solihull, Inghilterra, in una famiglia tifosissima dell’Aston Villa. Cresciuto nelle giovanili del Birmingham, ha avuto una solida carriera in League One con Walsall, Brentford, Milton Keynes Don. È arrivato al Wigan nel luglio 2015 con un contratto di tre anni e per una cifra intorno al milione di sterline. Non male per la League One. Nella stagione 2015-2016 ha segnato 25 gol, miglior marcatore del campionato. Un campionato concluso con la promozione automatica del Wigan. L’entusiasmo di Sean Kennedy e dei tifosi era giustificato. L’entusiasmo di tutti per il video spontaneamente geniale di Kennedy lo era altrettanto. Il coro era diventato un rito obbligatorio. Il presidente del Wigan regalò a Kennedy un abbonamento alla stagione successiva per ringraziarlo. In campo internazionale, Grigg giocava per l’Irlanda del Nord. Aveva un nonno irlandese e aveva scelto di rappresentare il paese del nonno fin dall’Under 19. Il quel memorabile 2016 era stato inserito nella lista dei giocatori convocati per gli Europei ospitati dalla Francia. L’ultima partita amichevole dell’Irlanda del Nord, che si preparava alla sua prima partecipazione gli Europei, è stata giocata a Belfast contro la Bielorussia. Vittoria netta: 3-0. Gol di Lafferty e Washington. Ma quando al minuto 88 ha segnato Will Grigg, tutta Belfast ha saltato e urlato più forte che poteva. “Will Grigg’s on fire, your defence is terrified”. Il coro era pronto per conquistare l’Europa. Lo ha fatto. Ha identificato l’Irlanda del Nord nel corso del torneo, al punto che erano i tifosi avversari a cantarla appena vedevano gli irlandesi. Piaceva da matti. Dopo l’ultima partita della prima fase persa dall’Irlanda del Nord contro la Germania, i tifosi di entrambe le squadre rimasero nello stadio per cantare insieme il coro dedicato a Will Grigg. Mezz’ora di canto comune. Pazzesco, soprattutto perché Grigg quelle partite di Euro 2016 non le ha giocate. Non è mai entrato. Neanche un minuto. È stato il giocatore più presente e più tifato del torneo senza mettere piede in campo. Negli ottavi di finale, i tifosi del Galles cantavano “Will Grigg’s on fire, he hasn’t played e minute yet”. Grigg starà anche alla grandissima, dicevano, ma non ha ancora giocato un minuto. La gloria di Will Grigg è durata quanto quella di Gala e ‘Freed From Desire’ nel 1996. Un picco clamoroso e un rapido declino. Un passaggio record al Sunderland per 3 milioni di sterline, pochi gol, poche partite e un fine carriera d’assestamento nei campionati come la League One, dove ha saputo adeguare meglio i suoi limiti. Proprio Gala ha amato questa identificazione tra la sua storia e quella di Will Grigg. La riscoperta della sua canzone è avvenuta grazie ad un discreto giocatore, quasi un insospettabile, uno che non è diventato un campione, anche se ha saputo creare sogni. Ha viaggiato tra il molto famoso e il dimenticato. Dal suo punto di vista non poteva esserci qualcuno di migliore. DALLO SPORT ALLE LOTTE PER I DIRITTI CIVILI E SOCIALI I calciatori che sono diventati parte della strofa sulle note di ‘Freed From Desire’ sono stati tanti. Vardy, Griezmann, Bowen, Gündogan, altri ancora. Spesso è bastato segnare un gol e per i tifosi il loro campione era subito ‘on fire’, con conseguente difesa terrorizzata. È diventata un’abitudine. Con molte variazioni. La Scozia non ha scelto un cognome durante Euro 2024, ma tutta la squadra: “Scotland’s on fire”. C’è stato anche un allenatore celebrato in questo modo. I tifosi del Milan cantavano “Pioli is on fire”. In realtà il coro era stato inventato dai giocatori rossoneri dopo una partita vinta a Genova contro la Sampdoria nel dicembre 2020. L’idea e il primo arrangiamento testo/musica è stato di Hakan Calhanoglu, seguito da tutto il gruppo. È stato adottato molto presto dai milanisti sulle tribune. Il coro più ironico l’hanno eseguito i tifosi del Manchester United. Il protagonista era un loro giocatore, il difensore Harry Maguire. Era una critica per prestazioni non ritenute dignitose, per errori imperdonabili. “Harry Maguire, your defence is terrifying”. Ecco. I terrorizzati erano in quel periodo i suoi tifosi. Al di là dei nomi finiti nella strofa, tantissime tifoserie hanno adottato ‘Freed From Desire’ componendo liberamente un testo al bisogno. E tante sono state tifoserie italiane. Fiorentina, Udinese, Salernitana, Potenza, Palermo, ad esempio, hanno usato il coro con maggiore frequenza. Ce ne sono state altre. Ma non sarebbe giusto considerare l’uso di ‘Freed From Desire’ solo come fenomeno calcistico. Questa è solo una parte della storia. Sappiamo che ha avuto un ruolo importante alle Olimpiadi e già nel 2014 Gala si era esibita dal vivo nella Medals Plaza di Sochi durante i Giochi Invernali per uno show trasmesso in diretta tv. Veniva cantata spesso prima degli incontri di Tyson Fury, che non si è praticamente fatto mancare nessuna hit amata dai tifosi nel corso della sua carriera da pugile-dj. I Buffalo Sabres della NHL hanno usato la canzone ogni volta che J.J. Peterka segnava un gol. Ha fatto parte di quel caotico, rumorosissimo e colorato pre-gara del mondo delle freccette nei tornei della Professional Darts Corporation. Le celebrazioni del Team Europe al termine della Ryder Cup 2023 di golf sono avvenute cantando “Europe’s on fire, USA is terrified”. Alcune vittorie di Marc Marquez alla guida della Ducati nel 2025 sono state festeggiate con un ovvio “Marc is on fire”. Un tema e un ritmo così adattabile e così energico non poteva limitarsi allo sport. Ha accompagnato le manifestazioni femministe, quelle per i diritti LGBTQ+, le proteste degli insegnanti inglesi del sindacato National Education Union nel 2023 contro il governo. La stessa Gala è stata coinvolta in iniziative per l’ambiente e per la protezione degli animali, altro territorio favorevole alla sua canzone. Forse niente ha reso Gala così orgogliosa come l’entusiasmo con cui gli studenti serbi hanno cantato ‘Freed From Desire’ accompagnando mesi di lotta e protesta contro il governo dopo il crollo della stazione di Novi Sad nel novembre 2024. L’aggressione subita da alcuni ragazzi che avevano organizzato una manifestazione per ricordare le 15 vittime della tragedia ha scatenato una mobilitazione che ha coinvolto pezzo dopo pezzo gran parte della società civile serba, le organizzazioni dei lavoratori, il mondo della cultura. La canzone nata per liberarsi dai bisogni materiali e dal superfluo, qui è arrivata a rappresentare i bisogni fondamentali di una società democratica: verità, trasparenza, indipendenza dei giudici, libertà dei mezzi di informazione, autonomia universitaria, fine delle élite, dei privilegi, della corruzione e degli insabbiamenti. Una rifondazione completa. Una protesta festosa e non violenta, cantando e ballando con ‘Freed From Desire’. Gala invitava nel 1996 ad essere delle persone migliori, con solidi valori. Oggi le sue parole ispirano le persone a essere più consapevoli e le spingono a creare una società più giusta. TANTI SOGNI, POCHI SOLDI ‘Freed From Desire’ è stata una continua ispirazione per Gala Rizzato. Per sé stessa, non solo per la vita intorno. Non pensare alle cose materiali, insegui i tuoi sogni. Lo ha dovuto mettere in pratica. Scelta filosofica, ideale di vita. Soprattutto necessità. Il grande successo della sua canzone non le ha portato alcuna ricchezza. I diritti d’autore non erano nelle sue mani. Nel 1995 aveva incontrato un produttore con cui aveva firmato un’esclusiva che era un’esclusione, non certo l’unica vittima di rapporti iniqui nel mondo dell’industria discografica e dello spettacolo. Gli artisti all’inizio della loro carriera vedono solo la musica, la possibilità di esprimersi. Non sanno nulla di royalties, di diritti di proprietà musicale. Diritti che stabiliscono il controllo sull’utilizzo e la diffusione di un’opera. Chi e come può riprodurla, distribuirla, eseguirla. E chi può trarne profitto. Firmano un visto di ingresso nel mondo dello spettacolo e nello stesso tempo una rinuncia a controllare le loro creazioni intellettuali. Niente di insolito. La cessione dei master, le registrazioni originali, è una condizione solitamente standard negli accordi tra un’artista e chi gestisce e organizza le sue prime produzioni. Dopo il successo di ‘Freed From Desire’, Gala provò a rinegoziare il contratto. Niente. Nel 1998 incontrò Steven Fargnoli, produttore coinvolto anche in alcuni capolavori di Prince come ‘Purple Rain’ e ‘Sign o’ the Times’. Firmò un contratto con la Universal, ma la morte improvvisa di Fargnoli nel 2001 bloccò tutto. Intanto non riusciva a riprendersi i diritti di ‘Freed From Desire’. Con la frustrazione di vedere continue versioni remix messe sul mercato. Senza il suo consenso. Senza compenso. Una questione da avvocati. Una costosa battaglia legale che non si poteva granché permettere. Nel mondo dello spettacolo si può fare un lungo elenco di artisti e manager litiganti. Sul rapporto controverso tra Elvis Presley e il colonnello Tom Parker, il suo manager dal 1956 e poi per sempre, c’è tutta una letteratura. Parker ha portato Elvis alla grande fama. Contratti senza precedenti con l’etichetta RCA, merchandising come forse mai prima. Parker ha saputo usare la tv e il cinema per creare il mito del Re del Rock. È entrato pesantemente nelle scelte artistiche e di vita di Elvis e si è preso una fetta consistente dei guadagni. Difficile fare calcoli, la fetta poteva arrivare anche a più della metà della torta. Se sia stato un caso di geniale gestione o di vorace sfruttamento, si è discusso e si discute dal 1956. Un mix di entrambi. Può essere. Bruce Springsteen ebbe un duro contrasto con Mike Appel, il suo primo manager e produttore. Il contrasto arrivò al culmine nel 1976 subito dopo il grande successo di ‘Born To Run’ e tenne Springsteen per quasi un anno lontano da uno studio di registrazione. Un limbo di tour perenni attraverso gli USA che stava bloccando la sua carriera nel momento più creativo e prolifico. Trovarono un accordo nel 1977, ad Appel andarono 800 mila dollari e il Boss riconquistò la libertà di fare nuova musica e di gestire quella già fatta. Tornato in studio, dopo alcuni mesi ne è uscito con ‘Darkness on the Edge of Town’, uno dei suoi dischi migliori. Nonostante lo accusasse di frode e di essersi approfittato di lui quando era un giovane artista in cerca di fortuna nel mondo del rock, Springsteen non ha mai rotto veramente con Appel. Anni dopo arriverà a prestargli 175 mila dollari per aprire una nuova agenzia. Clamorosa fu la rivolta di Prince contro la Warner negli anni 90, quando rese pubblica la battaglia per la proprietà della sua musica e l’uso del suo nome scrivendo sulla sua faccia la parola SLAVE , cambiando il suo nome in un simbolo e definendosi ‘The Artist Formerly Known As Prince’. Una battaglia simile negli stessi anni la fece George Michael che arrivò a denunciare la Sony Music paragonando il suo contratto ad una schiavitù professionale. Georgios Panayiotou, il vero nome di George Michael, perse la causa. Il suo contratto fu giudicato ragionevole e giusto . Trent Reznor dei ‘Nine Inch Nails’ litigò a lungo con la TVT su ogni cosa, dalla linea artistica alla produzione e distribuzione. Il contratto fu acquisito dalla Interscope Records che gli garantì completa libertà artistica. Poi fece causa all’ex manager John Malm ed ottenne una sentenza favorevole per circa 5 milioni di sterline per danni più gli interessi e soprattutto ottenne il pieno possesso del marchio "NIИ" dei ‘Nine Inch Nails’. Una battaglia famosa fu quella di Don Henley, batterista e cantante degli Eagles, contro la Geffen Records di David Geffen. Henley è stato la voce principale in alcune delle canzoni più famose del gruppo come ‘Hotel California’, ‘Desperado’ e ‘The Long Run’. Per la sua carriera solista era legato alla Geffen Records. I suoi contrasti con l’etichetta e in particolare quelli personali con David Geffen sono durati anni. Henley voleva andarsene e firmare per altre case discografiche, per impedirlo Geffen arrivò a concludere lui un accordo con Sony ed EMI, che si impegnarono così a non mettere Henley sotto contratto. Geffen pagò per tenerlo vincolato. Henley si considerava il difensore dei diritti di tutti i musicisti. La disputa finì grazie alla Réunion degli Eagles, che portò tanti soldi. Con tanti soldi si aggiustano tante cose, a volte tutto. I Coldplay e il manager Dave Holmes si sono denunciati a vicenda. Commissioni non pagate per un paio di album contro cattiva gestione dei tour e spese eccessive e ingiustificate. È finita con un accordo che ha evitato che i panni si lavassero in tribunale e quindi davanti a tutti i media e i social del mondo. Uno dei casi più importanti e seguiti mediaticamente, ha riguardato Taylor Swift. Quando il manager Scooter Braun acquistò nel 2019 la Big Machine Records, si prese anche i diritti di tutti i primi sei lavori dalla cantante. I famosi master originali. Chi li possiede, ha il potere. Li ha poi venduti alla Shamrock Capital, un’azienda americana che investe nell’intrattenimento e nella comunicazione. Taylor Swift non ha potuto allora acquistare i diritti delle sue prime canzoni “scritte sul pavimento della cameretta”, ma reagì decidendo di riregistrare quattro album con arrangiamenti diversi e aggiungendo bonus track. Li ha evidenziati come ‘Taylor’s Version’ e li ha riportati in cima alle classifiche. È diventata manager di sé stessa, creando l’impero più ricco ed efficiente del mondo musicale attuale. Nel maggio del 2025 Taylor Swift ha annunciato di aver acquistato i master dei primi sei album dalla Shamrock Capital, completando il ciclo di riappropriazione delle sue opere. La vicenda ha avuto un’enorme influenza nel mondo della musica. Taylor Swift ha il potere di apportare cambiamenti nell’industria discografica e dell’intrattenimento. La sua battaglia ha evidenziato l’importanza per gli artisti di mantenere la proprietà delle loro canzoni e di rifiutarsi di far guadagnare altre persone in modo sproporzionato grazie alla loro creatività. Lo ha fatto con alle spalle la sua piattaforma multimilionaria, una situazione privilegiata, ma è stato un esempio. Seguito da altri. Olivia Rodrigo, Rita Ora, Joe Jonas , Bryan Adams, Ashanti, il rapper Offset, Demi Lovato. Ha acceso una grande consapevolezza per chi vive della propria arte. Il caso ‘Taylor Swift vs Scooter Braun’ è diventato un documentario per la tv ed è stato analizzato da molti studi legali, con pareri quasi unanimi sulle poche possibilità di successo di un ricorso quando sono in essere questi contratti. Consapevolezza e una strategia alternativa sono fondamentali. Rimane un caso che ha fatto scuola. L’Università del Sud Dakota ha un corso di giurisprudenza incentrato sul caso Swift, le nuove registrazioni e le questioni relative al copyright. L’Università della Virginia ha pubblicato uno studio sulla controversia della proprietà dei master. La Queen’s University di Kingston offre un corso semestrale sull’eredità letteraria di Taylor Swift e delle sue ‘Taylor’s Version’, con analisi dell’impatto sociopolitico sulla cultura mondiale. Stessa cosa ha fatto la Tisch School of The Arts di New York con un corso semestrale sulla carriera di Taylor Swift e con un approfondimento nel programma su diritti d’autore e proprietà. La Tisch School. La stessa che ha frequentato Gala quando arrivò in America. Anche questo sembra la chiusura di un cerchio. Certo, Gala non è Taylor. Anche Gala ha reagito e ha fatto scelte coraggiose, in anni che sono stati di sopravvivenza economica, di appartamenti condivisi e cambiati come cambiano le stagioni. Sono stati anni di orgogliosa indipendenza artistica, con la sua etichetta discografica fondata nel 2008, la Matriarchy Records. Gala ha autoprodotto le sue nuove canzoni e i suoi video, ha seguito e prodotto donne che facevano musica e che condividevano i temi femministi e sulla libertà di genere. Un’artista di nicchia, instancabile, che viveva nel mondo dell’intrattenimento senza respirare l’aria della notorietà e stando ben sotto il livello del mare, senza emergere. Viveva di plancton artistico in qualche oscura profondità. Nel 2023 ha incontrato Ben Mawson, cofondatore della TaP Music, manager di Lana Del Rey e di un bel gruppo di artisti emergenti. Ha ottenuto il diritto di registrare una sua nuova versione di ‘Freed From Desire’. Ecco, nel suo piccolo, almeno in questo, Gala è riuscita a fare come Taylor. Nell’ottobre del 2024 è uscita una doppia versione remix di ‘Freed From Desire’, pubblicata da B1 Recordings e Ministry of Sound Recordings . Una canzone per le nuove generazioni. Ogni volta che la ascoltate i diritti vanno a Gala. Il successo continuo e l’uso esteso in tanti eventi stanno garantendo la terza vita artistica di Gala e una sicura vita eterna della sua ‘Freed From Desire’. Grazie allo sport e alla fantasia dei tifosi.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

L'incredibile storia di Gala e 'Freed from desire', l'inno più italiano del mondo

Danilo Freri