Il Betis, avversario del Milan nei gironi di Europa League, può ancora contare su un talento come l’ex giocatore della Fiorentina, ancora decisivo nonostante l’età e gli infortuni
Nelle prime due partite non c’era causa infortunio e al Betis, oltre alle sue giocate, è mancata anche la vittoria: sconfitta con il Levante e pareggio con l’Alaves. Due sfide a cui dover chiedere di più, certo, ma l’attesa era tutta per la gara casalinga contro il Siviglia. Un derby che Joaquin ha vissuto da protagonista decine di volte, ma di cui ancora non è sazio. Per questo, quando dopo 75 minuti con il punteggio ancora sullo 0-0 è toccato a lui, Joaquin aveva già tutto ben chiaro in mente. Il Siviglia era alle corde, in dieci uomini dopo l’espulsione di Mesa e l’esterno d’attacco 37enne era un rischio che Quique Setién sapeva di poter correre. Al resto ci ha pensato il destino: cinque minuti dopo colpo di testa decisivo sul secondo palo, gol decisivo e derby vinto grazie a una sua rete: “Un giorno mi ritirerò dal calcio felice. Questa gente mi ha dato tutto”, sottolinea consapevole di aver scritto un’altra fondamentale pagina della storia del Betis, che non vinceva il derby in casa da 12 anni (il giocatore più vecchio a segnare in un derby di Siviglia nel nuovo millenio): “Le statistiche in fondo sono fatte per essere infrante”. Sorride felice, come in quel lontano 1994 in cui indossò per la prima volta la maglia del biancoverde. Una squadra di cui un giorno spera di diventare presidente e che nelle prossime settimane incrocerà lungo il suo cammino europeo il Milan nei gironi di Europa League. I rossoneri sono avvisati: Joaquin non muore mai.