Nasri: "Sampaoli mi autorizzò a bere e a far festa, pur di venire al Siviglia"

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Il retroscena del centrocampista francese: "Gli bastava che giocassi bene la domenica. E se ero indisponibile si offriva di tenermi d'occhio la casa e il cane". Poi la rivelazione shock: "Un'iniezione sbagliata mi ha distrutto la carriera"

Forse fu l'ultima grande stagione per entrambi: finale di Supercoppa di Spagna e Supercoppa Europea, due trofei sfumati solo all'ultimo atto. Poi l'allenatore consumerà il flop mondiale dell'Argentina, mentre il fantasista farà perdere le sue tracce tra Antalyaspor, West Ham e Anderlecht. "Ma al Siviglia Sampaoli mi trattava come un principe", ha rivelato Samir Nasri in una diretta Instagram riportata da Marca. Estate 2016, il talento francese era ancora di proprietà del Manchester City: "Jorge voleva così tanto che io andassi a giocare da lui che mi promise di tutto: 'Potrai bere, andare in discoteca, quello che vuoi. E io ti coprirò sempre davanti al club'. L'unica cosa che mi chiedeva è di giocare bene nel weekend". Per Nasri, all'epoca 29enne, il minore dei problemi.

"Quella volta che si offrì di badare al mio cane..."

Si sa, la stagione è lunga e qualche stop è sempre dietro l'angolo. "C'è stato un turno di campionato in cui ero indisponibile", ricorda Samir. "Così ne ho approfittato per volare dalla mia famiglia. Come ha reagito Sampaoli? Si offrì di tenermi d'occhio la casa e di prendersi cura del mio cane finché non sarei tornato". Eppure, nonostante i favoritismi, quel Siviglia funzionava alla grande. "N'Zonzi, Vitolo, Jovetic, Ben Yedder. Per sei mesi siamo stati forti come Barça e Real". Lo stesso Nasri aveva ritrovato la sua dimensione, con 30 presenze e 3 gol all'attivo. Avrebbero potuto essere anche di più: "Ma un'infiltrazione mal dosata nel finale di stagione mi rovinò la carriera", spiega Nasri. "Erano semplici vitamine, ma in un quantitativo superiore al limite legale per colpa non mia. Ho temuto una squalifica per due anni e non volevo più tornare a giocare. Dissi a Sampaoli di tenermi fuori, ma lui ha sempre cercato di schierarmi. Non lo facevo vedere, eppure per me il calcio era finito".