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Insulti a Vinicius, Marca: "Non basta non essere razzisti, dobbiamo essere antirazzisti"

caso vinicius

Dopo i vergognosi insulti razzisti subiti da Vinicius al Mestalla di Valencia, il principale quotidiano sportivo spagnolo apre la sua edizione con un duro editoriale nel quale chiede alle istituzioni di adottare misure più severe e di rivedere i protocolli legati a episodi del genere: "Non siamo un Paese razzista, ma dobbiamo diventare un Paese antirazzista"

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Il caso Vinicius scuote la Spagna e il mondo del calcio. I pesanti insulti contro il giocatore del Real Madrid, chiamato ripetutamente "scimmia" da diversi tifosi del Valencia durante la sfida del Mestalla, hanno generato una serie di reazioni indignate su tutti i fronti. Prima i tanti colleghi del brasiliano, che sui social hanno immediatamente manifestato la propria solidarietà per quanto accaduto; poi le autorità e le istituzioni verdeoro - Lula in primis - che hanno fermamente condannato gli atteggiamenti dei tifosi valenciani e minacciato di applicare il principio di extraterritorialità, secondo il quale poter applicare la legge brasiliana per crimini contro cittadini brasiliani anche al di fuori dei propri confini nazionali (come la Spagna, per l'appunto); infine la società politica e istituzionale spagnola, con la magistratura che ha deciso di aprire un'indagine per crimine d'odio e il Consiglio Supremo dello Sport spagnolo che sta visionando i filmati per colpire i responsabili.

 

Un episosio che ha fatto chiaramente il giro del mondo e dei social riportando nuovamente alla luce il gravissimo problema che affligge ancora il mondo del calcio, verificatosi per ben due volte nell'ultimo mese anche in Italia con i casi Lukaku a Torino e Vlahovic a Bergamo. E che, inevitabilmente, sta macchiando l'immagine della Spagna e di tutto il mondo dello sport, al punto da portare Marca, il principale quotidiano spotivo spagnolo, ad aprire la propria edizione odierna con un durissimo editoriale nel quale si chiede una maggiore incisività nelle decisioni da parte della magistratura, che spesso e volentieri ha archiviato i procedimenti per casi del genere, una nuova e migliore strategia educativa da parte delle istituzioni e un principio abbastanza chiaro: "La Spagna deve diventare un esempio di Paese antirazzista, non basta solo non essere razzisti". Ecco di seguito l'editoriale integrale

Insulti a Vinicius: l'editoriale di Marca

Gli insulti razzisti che Vinicius ha subito al Mestalla, un episodio vergognoso che si aggiunge a quanto già accaduto in altri stadi e con altri giocatori, costringono ad azioni gravi e forzate, consone all'estrema gravità dei fatti.

 

Questa vicenda trascende il mondo del calcio (nel quale si verificano ancora atti vergognosi non consentiti in nessun altro ambito) e macchia l'immagine della Spagna a livello internazionale.

 

Non siamo un Paese razzista, ma non basta: dobbiamo essere un Paese antirazzista.

 

Dobbiamo dimostrare di essere disgustati da questo tipo di situazioni e pretendere risposte decise per debellare una volta per tutte questi deprecabili focolai.

 

A nulla servono le parole, le lamentele e i rimpianti se le denunce vere, come quelle presentate dalla Liga in questa stagione, finiscono per essere archiviate dalla Procura, il cui andamento in alcuni casi è stato tiepido e inefficace.

 

Sanzioni come l'espulsione a vita dei due tifosi che hanno causato l'episodio del Mestalla o simili punizioni esemplari sono il minimo richiesto. Occorre anche una revisione immediata di tutti i protocolli di azione in questo tipo di casi, un coinvolgimento diretto ed effettivo di tutte le istituzioni sportive e una strategia educativa a livello nazionale.

 

La Spagna deve diventare un modello di Paese antirazzista. Le accuse e il discredito internazionale devono essere risolti. I crimini d'odio non possono avere posto nel calcio, né nello sport, né nella società. Ed è compito di tutti raggiungere questo obiettivo.

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