Minoungou, il calciatore cieco da un occhio arrivato al Mondiale per Club

“Ho un occhio guercio perché il diavolo sta nei dettagli” è una delle barre più famose di Guè, che nelle sue canzoni ha spesso e volentieri parlato della blefaroptosi, malattia congenita per cui la palpebra superiore cade più del normale, riducendo l'apertura dell'occhio. Un difetto trasformato in un segno distintivo per il rapper, che ne ha preso spunto per il nome d’arte e in tantissimi pezzi della sua discografia. Un po’ come è successo per Georgi Minoungou, giocatore dei Seattle Sounders FC, che però ha dovuto fare i conti con un problema ben più serio all’occhio. Nell’estate del 2023 il calciatore ivoriano ha la possibilità di allenarsi con la prima squadra del club che milita in Major League Soccer. La sua avventura negli Stati Uniti, infatti, comincia i Tacoma Defiance, in quel di Washington, club satellite dei Seattle. Il campionato è la MLS Next Pro, terza divisione del calcio americano, dove si fa notare a suon di prestazioni che gli valgono fin da subito qualche gettone con la prima squadra nella US Open Cup. Un traguardo importante, visto che Georgi non ha ancora un contratto da professionista e arriva dalla Costa d’Avorio, dove fin da piccolo non fa altro che giocare a calcio tra le strade e la sabbia color tramonto di Batiebly, villaggio costruito soltanto da piccoli bungalow e casette da campeggio. Tra i ragazzi è considerato il più promettente, tanto da meritarsi una chiamata dalla nazionale Under 20, con cui disputa anche una partita. Quanto basta per farsi notare dal Vyškov, che lo porta in Repubblica Ceca per farlo giocare nelle giovanili. Nemmeno una stagione e il suo agente gli parla del sogno americano: prima i Tacoma Defiance, poi la possibilità di diventare un pro con i Seattle. Georgi accetta senza troppe esitazioni. Siamo tornati all’estate del 2023: la squadra si trova in Spagna, più precisamente a Marbella, per la preseason. Il morale di Minoungou è alle stelle, e non potrebbe essere altrimenti visto che segna anche un gol in amichevole contro gli svedesi dell’Hammarby. Invece, all’improvviso, il classe 2002 comincia ad avvertire uno strano prurito e gonfiore all’occhio sinistro. Non sembra niente di grave, ma la situazione precipita all’improvviso: in pochi giorni l’occhio si riempie di sangue e cambia completamente colore. I medici che lo seguono restano sconcertati: “Mai visto niente di simile in 38 anni di carriera”. Anche i controlli del caso non riescono a dare una spiegazione logica e scientifica al problema; non si tratta né di un tumore né di una malattia congenita. L’unica soluzione è l’asportazione dell’occhio, da cui non potrà più recuperare la vista. La diagnosi? Nervi dell’occhio completamente morti senza una spiegazione. “Mi è stato detto che non avrei mai più giocato a calcio dopo essere diventato cieco da un occhio”. A un passo dalla firma con i Seattle Sounders, Minoungou si ritrova praticamente costretto al ritiro a solo ventuno anni, ma mentre il medico della squadra sta compilando i documenti che avrebbero messo fine alla sua carriera, il calciatore supplica di avere un’altra possibilità: “Fatemi allenare per una settimana e vi dimostrerò che posso ancora giocare”. Detto, fatto. In allenamento riesce a saltare in dribbling senza problemi i compagni e lo staff gli dà il via libera per la riabilitazione. In seguito all’operazione porta per sei mesi degli occhiali protettivi, fino al debutto in MLS nel maggio del 2024 contro gli LA Galaxy. Qualche mese dopo, ad agosto, firma un contratto di quattro anni con i Seattle Sounders e nell’ultimo Mondiale per Club gioca contro Atletico Madrid e Paris Saint-Germain: “Questo mio problema non è un limite. Anzi, penso di poter fare meglio anche di chi ha ancora due occhi”. Un piccolo grande dettaglio che stavolta non fa la differenza.

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