Piquè non lascia la Spagna: "Col dialogo si può risolvere tutto. Si può essere indipendentisti e vestire questa maglia"

Mondiali

Gerard Piquè si è presentato in conferenza stampa per provare a calmare le acque intorno a sè e alla Nazionale spagnola dopo i fischi e le accuse ricevute per il suo appoggio al referendum della Catalogna: "Attraverso il rispetto penso che tutto possa risolversi"

Le accuse, i fischi e… la conferenza stampa. Un modo per metterci la faccia e dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, tutta la propria personalità. Gerard Piqué non ha ovviamente gradito gli strali che il pubblico spagnolo gli ha rivolto prima dell’ultimo allenamento, un atteggiamento dovuto alle sue dichiarazioni riguardo il referendum per l’indipendenza della Catalogna. Il difensore del Barcellona, che ha sempre manifestato con orgoglio il suo essere catalano, ha condannato il comportamento della Guardia Civile dopo gli scontri a Barcellona e si è detto 'pronto a lasciare la Nazionale se la sua presenza nel gruppo fosse in qualche modo un disturbo per la squadra'. Proprio per appianare tutte queste incomprensioni, il giocatore si è presentato in conferenza stampa per mettere in chiaro alcuni concetti.

Piquè non lascia: la conferenza stampa

"Il primo giorno è stato difficile perché ovviamente non ti piace che la gente che sostiene la Spagna ti fischi, non con violenza però con disprezzo" le parole di Piquè in conferenza stampa. "Sono qui per cercare di rispondere, voglio dire che mediante il dialogo si può capire cosa io senta e cosa voglia dire. Indipendentemente che io la pensi diversamente dagli altri. Attraverso il rispetto penso che tutto possa risolversi. L’allenatore vuole che io rimanga cosi come i miei compagni, credono che possa aiutarli per andare ai Mondiali. Dobbiamo concentrarci sull’Albania e portare a casa i tre punti. E’ impossibile mettere in dubbio il mio attaccamento alla maglia, considero questa squadra una famiglia. Io ho sempre dato il massimo, mi fa male ogni volta che venga messo in dubbio il mio attaccamento. Sono orgoglioso di far parte di questo gruppo e spero di vincere ancora tanti titoli. Pentirmi? Non mi pento di nulla, perché è quello che sento. Tutti siamo delle persone che hanno le proprie opinioni, non possiamo pensarla tutti alla stessa maniera. Io sono favorevole al fatto che le persone possano votare, io rispetto le persone che pensano che noi non abbiamo diritto di votare. Ognuno ha la sua opinione, ma attraverso il dialogo si arriva ad una soluzione migliore. Parlando siamo arrivati alla conclusione che molte cose si possono risolvere. Non è incongruente che io vesta la maglia della Spagna dopo le mie azioni, io credo che un indipendentista possa giocare con la Spagna perché non ha nulla contro la Spagna. Il catalano non è contro la Spagna, ma vuole l’indipendenza del proprio paese. Non abbiamo niente contro la Spagna, c’è gente bellissima. Perché un indipendentista non può giocare con la Nazionale spagnola? Credo che tutti dobbiamo lasciare il fanatismo da parte, siamo un gruppo di gente che vuole vincere per il bene della Spagna. Basta parlare del fatto che ci siano scontri tra me e Ramos, lui è fenomenale dunque basta parlare di queste cose. Tutti siamo vicini e non ci sono spaccature. Alla fine bisogna prendere tutto in considerazione, la cosa migliore è continuare. Andarmene adesso sarebbe dare ragione alla gente che mi critica. Andarmene darebbe la sensazione che io possa cedere, non voglio dare a loro questa vittoria. In questo gruppo c’è gente che voglio che io resti".