Svezia, il ct Andersson: "Con l’Italia senza paura, abbiamo tutto da vincere"

Mondiali
Jan Andersson, ct della Svezia (Getty)
andersson

A pochi giorni dalla sfida contro l'Italia valida per gli spareggi per il Mondiale, il ct svedese parla così: "Dovremo riuscire a giocare al nostro top, concentrati al massimo sempre. Se ci riusciamo possiamo vincere o batterci con tutti. La pressione è tutta sull’avversario"

CLICCA QUI PER SVEZIA-ITALIA LIVE

Il doppio confronto con la Svezia, in programma il 10 e 13 novembre prossimo, dirà all'Italia di Giampiero Ventura se riuscirà ad ottenere il pass per giocarsi il Mondiale in Russia nell'estate 2018. Di fronte gli azzurri si troveranno una squadra che dopo essere stata eliminata (proprio dal girone dell'Italia) nell'Europeo del 2016 in Francia, ha iniziato il suo percorso di rinascita, che è passato attraverso un cambio generazionale e anche di pensiero calcistico. Artefice di tale cambiamento è l'attuale commissario tecnico Jan Andersson, in carica da poco più di 12 mesi. La sua Svezia è riuscita a qualificarsi al secondo posto nel girone che ha visto trionfare la Francia e ora si gioca il tutto per tutto proprio contro la squadra allenata da Ventura. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Andersson ha parlato della sua formazione e delle sue aspettative in vista dell'importante doppio confronto che metterà alla prova i suoi ragazzi.

Sulla storia dell'Italia

"Quando c’è stato il sorteggio sono stato contento di conoscere l’avversario - ha raccontato - così ho potuto cominciare a studiare l’Italia, a prepararmi e a lavorare invece di aspettare. Prima avevo dovuto pensare al nostro girone e basta ma io conosco bene il calcio italiano. L’Italia è una grande nazionale con tanta storia e tradizione. È ovvio che incontreremo un grande avversario e ho rispetto per l’Italia e per il compito che ci aspetta. Rispetto, ma non paura. Ci è capitata l’Italia, ma dobbiamo fare il nostro lavoro. Io sono uno concreto. Il calcio italiano, in particolare negli anni 80 e inizio 90, era molto forte e bello. Mi ricordo il grande Milan, Baresi era uno che mi piaceva molto così anche Maldini. Ho studiato la difesa dell’Italia di allora… Anche Gentile mi piaceva molto".

Sulle qualità dell'avversario

"Come si può battere questa Italia? Noi non dobbiamo più pensare alla storia. Non ha nessun’importanza Gentile o quante volte l’Italia abbia vinto i Mondiali. Conta solo il presente, la forma di oggi, i giocatori e il gioco attuali. Il loro e il nostro. Dovremo riuscire a giocare al nostro top, concentrati al massimo, sempre. Se ci riusciamo possiamo vincere o batterci con tutti. L’abbiamo visto nelle qualificazioni. Con la Francia in casa e con l’Olanda che abbiamo eliminato. Il nostro è stato un girone difficile, quasi nessuno credeva in noi, invece eccoci ai playoff. Nell’ultima gara con l’Olanda non abbiamo giocato bene ma non la considero, perché avevamo solo l’obiettivo di non perdere 7-0. Di certo la pressione è sugli italiani e non su di noi. La Svezia ha già fatto più di quanto ci si aspettasse. Non vuol dire che siamo contenti ma che siamo già dei vincitori. Potremo giocare senza paura".

"Se in Italia dovessero sottovalutarci, meglio per noi"

"Non credo che in Italia la Svezia venga sottovalutata. Forse qualcuno tra media e tifosi ma non lo staff azzurro, perché sono professionisti e sanno che non bisogna sottovalutare nessuno. Sono sicuro che anche loro arriveranno preparatissimi. Ma se dovessero sottovalutarci, tanto meglio per noi. Dobbiamo giocare come fatto finora. Tranne nella gara con l’Olanda siamo sempre andati in gol e abbiamo sempre creato molte occasioni. E poi non penso ai giocatori dell’Italia ma ai miei. I loro sono tutti di un alto livello tecnico. Non perdo tempo a pensare a chi gioca o no. Sono concreto, mi concentro sulle cose che so, non indovino. Ho tutti ottimi giocatori e nella nazionale vedo che alcuni tirano fuori anche più del massimo. In casa, alla Friends Arena, siamo forti e c’è un’atmosfera fantastica. Questo conta molto".

Su Ibra e sul modo di lavorare della sua squadra

"Un ritorno di Ibra? Ripeto, sono concreto e non vivo di desideri o fantasie. Quando ho iniziato questo lavoro ad agosto 2016 ho telefonato a Zlatan e abbiamo parlato. La sua decisione per ora è di non giocare più in nazionale. E lo capisco, la nazionale ruba tempo. Non è più un ragazzino, ha viaggiato tanto. E allora devo rispettare la sua scelta. Questo vuol dire che non penso a lui, anche se è un grandissimo, ma devo pensare a quelli che ho e finora sta andando bene. La mia filosofia è di far sentire importanti tutti, per vincere devi lavorare così. Conta la donna che vende i panini nel chiosco, chi sistema l’erba del campo, chi sta in panchina. Tutti sono importanti. Il gruppo. Do molto ma chiedo anche tanto, a tutti i miei collaboratori. A me stesso e a loro. I telefoni devono essere sempre accesi. Ognuno deve fare il suo compito al massimo. Lavorare per il tuo Paese è il lavoro più bello che ci sia! Non ho paura di perdere ma non dobbiamo mai perdere perché non siamo preparati. Dobbiamo essere preparati nel minimo dettaglio, sempre. E dobbiamo sempre fare il nostro meglio. Poi se perdiamo possiamo uscire a testa alta. Ma non ci devono essere scuse. Niente va lasciato al caso".

"Bello giocare a San Siro"

E ancora: "Quando sarò più vecchio, mi piacerebbe molto fare il magazziniere. Vorrei rimanere nel mondo del calcio e stare negli spogliatoi e tenerli a posto. È una cosa bella e importante. Sentire i profumi, i giocatori che parlano, l’atmosfera, tenere in ordine le maglie. Ai miei giocatori dico sempre di lasciare in buon ordine lo spogliatoio. È una questione di rispetto per gli altri. Cantare l’inno nazionale? Non è un obbligo ma è una cosa che ci unisce e ci riempie di emozioni. L’ho detto ai ragazzi che la penso così, e ora tutti cantano, al contrario di prima. A me emoziona molto. E prima delle gare mangio würstel con senape e ketchup. È una tradizione svedese da ormai 60 anni. Io lo mangiavo già da bambino quando andavo allo stadio. Non è scaramanzia ma buona abitudine. Cosa mi aspetto da San Siro? Le emozioni dipenderanno anche dal risultato a Stoccolma, da come saremo messi. Ma è bello giocare con l’Italia a San Siro. Ci sono stato varie volte, sarà bello esserci da protagonisti. Dobbiamo cercare di goderci il momento. Noi in questa sfida non abbiamo nulla da perdere, ma tutto da vincere".