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Svizzera, Xhaka e Shaqiri esultano con l'aquila: messaggio ai serbi. E la FIFA pensa a sanzioni

Mondiali
Le esultanze di Xhaka e Shaqiri contro la Serbia (getty)

Polemiche dopo Serbia-Svizzera. La FIFA potrebbe prendere provvedimenti dopo che Xhaka e Shaqiri, entrambi di origini kosovare e in gol nel 2-1 di Kaliningrad, hanno esultato con il gesto dell'aquila in modo provocatorio verso gli avversari

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È caos dopo le due reti che hanno permesso alla Svizzera di rimontare lo svantaggio e di vincere contro la Serbia. E la motivazione non è strettamente legata al campo, ma di carattere politico. A firmare il doppio colpo per la squadra di Petkovic sono infatti stati Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, entrambi originari del Kosovo. Nello stadio di Kaliningrad, gremito di serbi, il centrocampista dell’Arsenal e l’ex Inter hanno poi esultato con le braccia incrociate sul petto e le mani aperte, per simboleggiare l’aquila bicipite, simbolo della bandiera albanese. Una provocazione dei confronti dei tifosi avversari, per la quale adesso la FIFA potrebbe anche prendere provvedimenti: in campo internazionale, infatti, la federazione osteggia da sempre e in maniera intransigente ogni tipo di messaggio, riferimento o esultanza di stampo politico. Potrebbero scattare sanzioni o addirittura squalifiche.

Xhaka-Shaqiri: le storie

Due storie particolari, quelle di Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, che si sono incontrate proprio in una serata speciale, quella del match contro la Serbia. Come detto, nelle esultanze dei due giocatori ci sono motivazioni politiche e personali profonde, perchè entrambi hanno origini kosovare. Ragip Xhaka, papà del giocatore dell’Arsenal (e di Taulant Xhaka, che gioca per la nazionale albanese), è stato detenuto per tre anni e mezzo per motivi politici per aver partecipato a dimostrazioni contro il governo jugoslavo in Kosovo. Una volta uscito di prigione, è emigrato in Svizzera, dove sono sono nati i due fratelli. Shaqiri è invece nato in Kosovo, a Gjilan, prima che la sua famiglia si trasferisse in Svizzera, nel mezzo della guerra dei Balcani. Il suo attaccamento alla terra di origine è visibile anche dalla doppia bandiera presente sui suoi scarpini (foto sotto), uno dei motivi delle proteste della Serbia. Prima del Mondiale, l’attaccante dello Stoke City ha anche avuto un confronto piuttosto pesante con l’attaccante serbo Mitrovic, che aveva risposto in modo provocatorio a una foto postata dallo stesso Shaqiri su Instagram: “Se ami tanto il Kosovo, perché hai rifiutato di giocare per quella nazionale?”.

Shaqiri: "Emozionato dopo il gol"

Shaqiri è stato l’unico dei due giocatori in gol ad aver parlato dopo il match con la Serbia, ma ha voluto glissare alla domanda sull’esultanza: “Preferirei non parlarne - ha ammesso - diciamo che ero molto emozionato dopo aver segnato”. L’ex attaccante dell’Inter fin dai tempi del Bayern Monaco usa celebrare le vittorie sventolando una bandiera per metà della Svizzera e per metà del Kosovo. Nessuna dichiarazione è per ora arrivata da parte di Xhaka, che in passato aveva discusso, con una lettera aperta, della sua volontà di giocare per il Kosovo, ma non di poterlo fare per aver già rappresentato la nazionale svizzera in competizioni ufficiali. 

Lichtsteiner: "Esultanza? Hanno fatto bene"

Più netto il giudizio di Stefan Lichtsteiner, capitano della Svizzera, che si è dichiarato a favore dell’esultanza dei suoi due compagni di squadra: “Xhaka e Shaqiri hanno fatto bene - ha spiegato - I serbi ci stavano provocando da giorni e poi credo che le botte si danno e si prendono, e loro non sono angeli. Per me va bene. C’è stata una guerra durissima per molti genitori dei nostri giocatori. C’erano pressioni e provocazioni, quindi per me va tutto bene”. Più equilibrato il CT Pektovic: “È chiaro che nel momento del gol un calciatore senta emozioni particolari. Però credo che tutti noi dobbiamo lasciare fuori la politica dal calcio”.