Mondiali 2018 Russia, Belgio: il gol del 3-2 l'esempio del contropiede perfetto. Lukaku, che movimento!

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La Nazionale di Martinez ha completato la rimonta ai danni del Giappone con un meraviglioso contropiede realizzato in 9.35 secondi. Cinque protagonisti, con l'attaccante dello United decisivo nel creare lo spazio per i compagni

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Il Belgio ha vissuto una notte magica. Sotto di due gol è riuscito a rimontare il Giappone, garantendosi l'accesso ai quarti di finale, dove affronterà il Brasile. Nessuno era mai prima riuscito prima d'ora, nella storia dei Mondiali, a ribaltare il punteggio con così poco tempo a disposizione. Un risultato difficile da pronosticare dopo il doppio vantaggio conquistato dai nipponici, ma a cui il Ct Martinez ha saputo rimediare puntando con forza sul gioco aereo e sulla fisicità dei suoi uomini. Fondamentali per il recupero sono stati infatti gli ingressi in campo di Fellaini e Chadli che hanno alzato ulteriormente il peso della squadra, tanto che tra i dieci giocatori più alti che hanno concluso la partita ben 9 erano di nazionalità belga, con il solo Yoshida, 1.86 m, a difendere la bandiera del Sol Levante. E non è un caso quindi che entrambe le reti che hanno riequilibrato il punteggio siano arrivate di testa, realizzate da Vertonghen prima e da Fellaini poi. Il gol decisivo però, quello del 3-2, è arrivato mantenendo sempre la palla bassa, con i giocatori coinvolti che hanno applicato a pieno i dettami imparati dagli allenatori dei rispettivi club, da Guardiola a Mourinho. Una rete meravigliosa, la rappresentazione ideale del contropiede perfetto: tre passaggi, cinque protagonisti, sette tocchi e 9.35 secondi per avviare e finalizzare l'azione da una parte del campo all'altra, meno di quanto impiegato da Usain Bolt per battere il record mondiale sui 100 metri, stabilito in 9.58. In tutto questo c'è anche la grave ingenuità commessa dal Giappone, ma non ridimensiona il valore estetico della ripartenza cominciata con la presa di Courtois sul calcio d'angolo e col successivo passaggio corto per De Bruyne. Il trequartista classe 1991, come più volte fatto in stagione con la maglia del Manchester City, ha spaccato in due gli avversari con uno scatto fulmineo e una volta superata la metà campo ha servito l'accorrente Meunier sulla corsia destra. Quest'ultimo ha appoggiato di prima sull'altro lato per Chadli che, a porta praticamente sguarnita, non ha sbagliato. Un contropiede letale che non ha lasciato il tempo ai giapponesi di prendere contromisure ed evitare una clamorosa debacle a pochissimi secondi dal fischio finale.

Il movimento di Lukaku

Come scritto in precedenza, sono cinque gli 'attori' che hanno preso parte al terzo e ultimo gol dei Diavoli Rossi. Quattro di loro hanno messo la loro firma sul contropiede toccando la palla. E poi c'è Romelu Lukaku che, pur non toccando mai la sfera, ha svolto il ruolo forse più importante di tutti. Il suo movimento, a partire dal primo scatto compiuto da De Bruyne, è stato decisivo per concedere libertà di spazio ai suoi compagni di squadra e far sì che la ripartenza si concludesse nel migliore dei modi. Il suo avanzare verso la trequarti con le spalle rivolte alla porta del Giappone ha permesso infatti inizialmente al giocatore del City di sfruttare la porzione centrale di campo, mentre il successivo taglio verso il centro dell'area di rigore ha dato il via alla discesa laterale di Meunier. Nagatomo se l'è perso e il terzino del Psg, libero da ostacoli, ha potuto mettere una docile palla per i suoi compagni. Ed è qui che Lukaku ha completato in maniera impeccabile il suo movimento, andando incontro alla sfera e lasciandosela passare sotto le gambe per consentire a Chadli di trafiggere il portiere con assoluta facilità. Un'azione individuale e corale da mostrare in tutte le scuole calcio.