Mondiali 2018 Russia, Carlos Junior è sordo e cieco: segue così le partite del suo Brasile. IL VIDEO

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Oltre le barriere, grazie all'altruismo e un metodo innovativo. Una tavola di legno riproduce il campo. Le sue mani sono mosse da un interprete che simula l'andamento del gioco. Come Carlos ce ne sono tanti altri di ragazzi affetti da rare malattie. Tra questi il colombiano José, che in passato andò anche a seguire il Barcellona al Camp Nou

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LA STORIA DI JOSÉ E LA SUA TRASFERTA A BARCELLONA

L’amore per il calcio oltre ogni barriera, e nonostante gli ostacoli della vita. Coutinho segna contro la Costa Rica. Un gol pesantissimo che dopo il pari con la Svizzera sblocca la squadra di Tite. Esulta lui. Esulta tutto il Brasile, compreso Carlos Junior, che ha 31 anni ed è sia cieco che sordo, ma che delle emozioni del Mondiale non se ne sta perdendo neanche una. Come lui ce ne sono tanti altri a seguire le sfide di Russia grazie a un metodo innovativo, e all’altruismo dei vari interpreti che li seguono passo passo. Il procedimento per riuscire a seguire concretamente la partita si basa su una tavola di legno che rappresenta il campo da gioco. Le mani di Carlos Junior vengono guidate riproducendo i movimenti dei giocatori e del pallone. Come a replicare fedelmente tutto il gioco ed ogni emozione del calcio. Un video toccante già visto in una partita del Barcellona nell’ultima Liga con protagonista José Richard Gallego, anch’esso come Carlos Junior affetto dalla sindrome di Usher, e anch’esso tuttora presente a seguire insieme a lui i Mondiali di calcio. José in maglia Colombia. Carlos con quella del Brasile. Le loro mani vengono guidate sulla riproduzione del campo, mentre un altro assistente segnala sulla loro schiena i numeri dei calciatori impegnati nell’azione, così da riconoscerli. Tutto magnifico. E senza né vedere né sentire anche loro stanno vivendo la Coppa del Mondo.

Sogno Mondiale

“Se più persone avessero accesso a questo metodo come mi è capitato allora anche loro potrebbero provare le mie stesse emozioni” - ha detto Carlos Junior - “non può fermarsi tutto a me, il calcio deve essere di chiunque”. Da vero altruista. Come il suo interprete è con lui. Carlos ha una rara malattia genetica, non vede e non sente, ma questo non gli ha impedito di indossare la sua maglietta blu del Brasile con il proprio nome stampato sulla schiena, e gioire per il 2-0 contro Costa Rica. Poi ha battuto le mani su un tamburo in segno di festa, e abbracciato il suo interprete Hélio dopo i gol. Un’esperienza unica capace di rompere ogni barriera. Il suo amico José Richard Gallego, colombiano, e aiutato dal suo fedele socio César, lo scorso febbraio era stato addirittura al Camp Nou, vivendo dentro uno degli stadi più belli del mondo delle emozioni indescrivibili. Poi la foto negli spogliatoio col connazionale Yerri Mina. Eroe di un Mondiale che poi l’ha visto eliminato dall’Inghilterra. Il sogno tutto colombiano è finito, ma dall’altra parte del tabellone c’è un Carlos Junior può invece continuare a inseguire la Coppa col suo Brasile. Ma soprattuto state certi che nessuno dei due si perderà più una singola partita del Mondiale, che è un po’ la vittoria più bella per tutti.