Di Maria: "Real Madrid mi chiese di non giocare finale Mondiali, strappai la lettera"

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L'argentino ricorda la finale Mondiale del 2014: "Ero infortunato, il Real Madrid mi chiese di non giocare ma strappai quella lettera. Avrei fatto di tutto pur di scendere in campo, anche chiudere lì la carriera, ma Sabella mise Perez. Coronavirus? Situazione spaventosa e folle, sono stato chiuso in casa 14 giorni"

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Nei giorni in cui anche lui sta trascorrendo la sua quarantena a casa, Angel Di Maria ha rivelato a Telefe un retroscena sulla finale del Mondiale 2014 (che l'Argentina ha perso 1-0 ai supplementari contro la Germania). L'esterno classe 1988 era infortunato e il suo club di allora, il Real Madrid, gli chiese di non giocare. Di Maria fece di tutto per scendere in campo, ma il Ct Sabella lo lasciò in panchina: "Quella volta che il Real Madrid mi scrisse di non giocare strappai la lettera, senza neanche leggerla: era la finale del Mondiale 2014 e avrei accettato perfino il rischio che potesse essere l'ultima partita della mia vita, pur di essere in campo. Siamo solo in tre a conoscere questa storia: io, il medico della nazionale e il ct Sabella. Avevo un infortunio muscolare serio, ma volevo giocare a tutti i costi, anche quello di poter chiudere lì la mia carriera. Sapevo che il Real voleva vendermi, poi arrivò nel ritiro in Brasile quella lettera: la strappai. Andai da Sabella e piangendo dissi che, anche se non ero al 100%, per me giocare era tutto. Lui mise Perez".

"Coronavirus? Situazione spaventosa e folle"

L'argentino parla anche dell'emergenza coronavirus: "Siamo stati 14 giorni chiusi in casa come disposto dal Presidente francese, stiamo vivendo qualcosa di spaventoso e folle e non stiamo capendo molto. Siamo usciti soltanto una volta per andare al supermercato, poi stiamo in casa. Mia moglie è uscita solo una volta per fare la spesa, poi si è tolta i vestiti e li ha lasciati fuori prima di entrare in casa ed è andata a lavarsi. È una situazione che ti spaventa".