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Mondiali ogni 2 anni, Uefa contro Fifa: "Basta slogan, servono consultazioni"

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Dura replica da parte della Uefa alla proposta Fifa di disputare i mondiali ogni 2 anni: "Occorrono adeguate consultazioni e non annunci sui media, sugli effetti e le conseguenze di un cambiamento così radicale"

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Uno scontro tra le due massime organizzazioni calcistiche mondiali, in mezzo interessi economici, lotte di potere e un dilemma Mondiale. Con una netta presa di posizione arrivata con un comunicato ufficiale pubblicato sul proprio sito web, la Uefa si oppone alla proposta arriva dalla Fifa di disputare i campionati mondiali ogni due anni, anziché ogni quattro come avviene attualmente. Una contrapposizione netta, con l’oggetto del contendere che riguarda anche le modalità di consultazione e comunicazione adottate dalla Fifa sul tema ed evidentemente poco gradite dalla Uefa. "Occorrono adeguate consultazioni, e non annunci sui media, sugli effetti e le conseguenze di un cambiamento così radicale", si legge a inizio della nota.

"Uefa delusa dalla metodologia adottata dalla Fifa, ora basta slogan"

Questa la nota integrale: "A maggio 2021, il Congresso FIFA ha incaricato l'amministrazione FIFA di condurre uno studio sulla fattibilità di una Coppa del Mondo maschile e femminile da disputarsi ogni due anni. La UEFA presume che la parola 'fattibilità' comprenda tutti gli effetti, le conseguenze e le questioni inerenti quanto segue:

  • il calendario, i format e l'accesso alle fasi preliminari e finali delle competizioni;
  • gli effetti sulle competizioni per club e per nazionali esistenti, oltre che sulle opportunità sportive e commerciali;
  • gli effetti sulla salute fisica e mentale dei giocatori;
  • gli effetti sui tifosi, sul loro desiderio di vedere più spesso tornei di questa portata e sulle loro possibilità di sostenere viaggi più frequenti;
  • gli effetti sull'ecosistema calcistico nella sua interezza; con questo intendiamo la valutazione del bilancio di opportunità disponibili alle 211 federazioni affiliate alla FIFA per crescere in uno scenario così diverso;
  •  gli effetti di un Campionato Mondiale più frequente sul valore e sul richiamo dell'evento e del suo brand;
  • gli effetti su altre componenti importanti del calcio; ad esempio le competizioni femminili, che essendo in rapida espansione richiedono una maggiore visibilità e spazi esclusivi;
  • gli effetti sui tornei giovanili, che hanno implicazioni commerciali minime ma sono fondamentali per la crescita dei giovani talenti;
  • gli effetti sul sistema sportivo globale e il rispetto che il calcio, lo sport più seguito al mondo, deve dimostrare agli altri sport, che sfruttano opportunità di esposizione già consolidate.

In attesa di conoscere i risultati dettagliati dello studio commissionato dal Congresso FIFA in tutte le aree menzionate, la UEFA prende atto che la FIFA ha proposto di raddoppiare la frequenza delle fasi finali di Coppa del Mondo dal 2028 e della fase finale di Confederations' Cup dal 2025, oltre a una ristrutturazione massiccia delle date riservate alle nazionali per le partite regolarmente disputate dalle 211 federazioni FIFA. Siamo grati dell'attenzione riservata al Campionato Europeo UEFA e della proposta di raddoppiare la frequenza della fase finale, ma preferiamo trattare una materia così delicata con un approccio globale anziché speculativo. La UEFA è delusa della metodologia adottata, che finora ha portato alla comunicazione e alla promozione aperta di riforme radicali prima che gli sia stata data, insieme agli altri portatori di interessi, la possibilità di partecipare a qualsiasi incontro di consultazione. Questo piano comporta pericoli concreti:

  • la diluizione del valore della manifestazione calcistica più importante del mondo, che disputandosi ogni quattro anni ha un fascino che accompagna intere generazioni di tifosi;
  • l'erosione delle opportunità sportive per le nazionali più deboli, che avrebbero meno possibilità di giocare regolarmente per far posto alle fasi finali;
  • il rischio di sostenibilità per i giocatori, costretti a partecipare ogni anno a tornei estivi ad alta intensità anziché usufruire di tempi di recupero più lunghi ad anni alterni;
  • il rischio per i futuri tornei femminili, privati di spazi esclusivi e messi in secondo piano dalla vicinanza degli importanti tornei maschili.

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"Servono consultazioni, ma non abbiamo ricevuto risposta"

Il lungo comunicato poi prosegue: "Queste sono solo alcune delle serie perplessità che la proposta della FIFA provoca a un primo sguardo e non possono essere dissipate semplicemente con slogan promozionali non circostanziati sui presunti vantaggi di un calendario più fitto di tornei. La UEFA è del parere che il futuro del calendario internazionale debba essere soggetto a una consultazione e uno scambio sinceri tra la FIFA, le confederazioni e i principali portatori di interesse delle competizioni, cominciando con una discussione aperta sui problemi percepiti, considerando un ventaglio di soluzioni da identificare in corso di dibattito e tenendo in considerazione gli interessi dello sport e il punto di vista legittimo delle varie parti. In questa fase, il rispetto per un processo di consultazione - totalmente imparziale - con i portatori di interesse suggerirebbe di astenersi dal promuovere concetti predeterminati in modo unilaterale, che nessuno ha mai potuto esaminare in dettaglio e che hanno effetti ad ampio raggio e spesso imprevisti. Il 14 settembre, la UEFA e 55 federazioni affiliate hanno chiesto alla FIFA di organizzare un incontro speciale per poter esprimere le loro preoccupazioni sulle conseguenze di tali progetti. Ad oggi, la UEFA e le 55 federazioni non hanno ancora ricevuto risposta", conclude il comunicato.

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