Buffon: "Italia fuori dai Mondiali? Mancini ha le sue responsabilità"

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Le parole del portiere campione del mondo nel 2006 a La Stampa: "Mancini è stato l'artefice principale del rinascimento vissuto con la vittoria dell'Europeo, ma dopo una batosta come quella contro la Macedonia del Nord qualche responsabilità ce l'ha". E aggiunge: "C'è modo e modo di uscire. Fosse successo ai rigori contro il Portogallo nessuno ti avrebbe detto nulla, ma così è dura ripartire"

In un'intervista rilasciata a La Stampa, Gianluigi Buffon ha affrontato il tema Nazionale e la grande delusione per non esserci qualificati ai Mondiali in Qatar. Parole non di circostanza, anzi, quasi una bordata. Secondo il portiere del Parma infatti un pezzo di responsabilità va attribuita al ct Roberto Mancini: "È stato l'artefice principale del rinascimento vissuto con la vittoria dell'Europeo, ma dopo una batosta di questo tipo qualche responsabilità ce l'ha anche lui". Poi ha aggiunto: "C'è modo e modo di uscire. Se esci ai rigori contro il Portogallo, nessuno ti avrebbe rimproverato nulla. Dopo la caduta contro la Macedonia del Nord è più dura ripartire". 

"Ai Mondiali del 2010 ci vidi lungo"

Buffon ha poi dato una sua chiave di lettura su come sia cambiato il calcio anche a livello di Nazionali. Una cosa di cui si era reso conto da tempo: "Già nel 2010 in Sudafrica, dopo l'eliminazione con la Slovacchia, mi accorsi che stavano cambiando le cose e che avremmo dovuto iniziare a festeggiare anche per le qualificazioni. Da allora abbiamo avuto illusioni, momenti di gloria come l'Europeo, però non mi ero sbagliato. Caratterialmente siamo unici: nelle difficoltà sappiamo far blocco, quando però c'è calma ci mancano qualità e spavalderia. Ipermotivati diamo il massimo, altrimenti possiamo perdere con chiunque". 

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"Io convocato se ci fossimo qualificati? Non credo"

Infine, il portiere campione del mondo nel 2006 ha detto la sua sulle ipotesi di convocazione, nonostante i suoi 44 anni di età: "Se l'Italia si fosse qualificata, non credo che sarei stato convocato. La meritocrazia è dalla mia parte, ma ci sono altri discorsi a cui dare precedenza e rispetto: viste le scelte degli ultimi anni, è giusto così". 

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