FVS sì, Var a chiamata no. Ma il protocollo verrà ampliato

Dopo qualche giornata di comprensibile adattamento, giocatori e allenatori hanno digerito bene la novità, imparando a gestirla - verrebbe da dire - insieme agli arbitri, che partendo da zero hanno via via preso dimestichezza con lo strumento. Orsato ha ricordato i princìpi che regolano l'uso del FVS e mostrato diverse situazioni di gioco, tra cui una particolare ed esemplificativa: in occasione di Dolomiti Bellunesi-Vicenza, a seguito di un sospetto fallo di mano in area sono stati gli attaccanti stessi a chiedere al loro allenatore di non sprecare la card, essendosi resi conto immediatamente che si trattava di un tocco non punibile. Un bell'esempio di collaborazione e conoscenza regolamentare, e un segnale di quale sia il punto di partenza ineludibile, al netto di ogni proposta di modifica delle norme o della loro interpretazione, per ridurre le polemiche e la conflittualità sulle decisioni arbitrali. È arrivato poi il momento delle statistiche: Orsato si è detto molto soddisfatto della percentuale di card ‘vincenti’, che evidentemente riproduce quella degli errori commessi dagli arbitri nelle fattispecie gol/rigori/espulsioni dirette, assestatasi intorno al 10 per cento, e dei tempi di recupero legati alle revisioni, che dimostrano come arbitri, IV ufficiali e addetto all'FVS siano stati capaci già in poche giornate di rendere più snelle le revisioni rispetto ai primi turni di campionato. Cosa può cambiare Detto che è ‘vietato’ associare l'FVS al Var a chiamata, al momento non all'ordine del giorno dell'IFAB e considerato anzi alternativo al Var in quanto com'è noto non prevede una sala Var coi relativi ‘match officials’ ed è solo un nuovo strumento destinato ai campionati con minore budget , il tema dei recuperi ci porta dritti proprio all'IFAB e a un argomento di strettisisma attualità. Il 20 gennaio a Londra, infatt,i si terrà l'Annual Business Meeting dell'International Board, e cioè la riunione preparativa di quella generale che si svolge tradizionalmente a marzo e che fissa le modifiche regolamentari che entreranno in vigore per la stagione successiva ed eventualmente per i tornei internazionali previsti alla fine di quella corrente . In agenda c'è proprio la lotta alle perdite di tempo. Come? Attraverso l'estensione della regola recentemente introdotta che prevede un massimo di otto secondi di possesso palla del portiere, pena un calcio d'angolo alla squadra avversaria. Qualcosa di simile potrebbe essere immediatamente previsto anche per i calci di rinvio e le rimesse laterali la cui attesa - dati alla mano - incide in maniera consistente sui tempi morti delle partite, allungandoli a scapito di quello effettivo. Non è invece al momento all'ordine del giorno l'introduzione - da molti invocata - dello stop al cronometro per il pallone non in gioco, in stile basket. Potrebbe presto trovare ascolto invece chi chiede un ampliamento del protocollo Var ad altre fattispecie: a Londra si discuterà infatti di seconde ammonizioni e calci d'angolo. I Var potrebbero cioè intervenire per far togliere un secondo cartellino giallo palesemente sbagliato e fare altrettanto in caso di calcio d'angolo erroneamente concesso/negato. Con l'incremento dei gol realizzati su sviluppo di calci piazzati non si vede perché non si debba, attraverso un rapido check, evitare l'ingiustizia di un'azione potenzialmente pericolosa maturata, o negata per una banale svista . E la discussione potrebbe presto ampliarsi anche ai calci di punizione a ridosso dell'area di rigore.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

FVS sì, Var a chiamata no. Ma il protocollo verrà ampliato

Lorenzo Fontani