Nations League, Italia-Portogallo 0-0. Agli azzurri manca solo il gol, sfumano le Final Four
In un San Siro da tutto esaurito l’Italia non va oltre il pari. Immobile spreca nel primo tempo almeno un paio di volte. Pericolosi anche Bonucci e Chiesa. Partita dominata per un’ora ma nessuna rete come contro la Svezia un anno fa. Nel gruppo 3 tutto deciso: Portogallo alle Final Four, Italia seconda, Polonia retrocessa
ITALIA-PORTOGALLO MINUTO PER MINUTO
ITALIA-PORTOGALLO 0-0
Italia (4-3-3): Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Chiellini, Biraghi; Verratti (81' Pellegrini), Jorginho, Barella; Chiesa (88' Berardi), Immobile (74' Lasagna), Insigne. Allenatore: Mancini
Portogallo (4-3-3): Rui Patricio; Cancelo, Fonte, Rubén Dias, Mario Rui; William Carvalho, Rubén Neves, Pizzi (68' Joao Mario); Bernardo Silva, Andrè Silva (91' Pereira), Bruma (85' Guerreiro). Allenatore: Santos
Ammoniti: Ruben Neves (P), Mario Rui (P), Jorginho (I), Bonucci (I)
Zero a zero, come contro la Svezia e sempre a San Siro nell’incubo di un anno fa. La posta in palio contro i portoghesi era diversa, ma sfuma anche questa volta: niente Final Four, il pari senza reti manda avanti la squadra di Santos indipendentemente dall’ultima partita contro i polacchi. La solita buona Italia ma come al solito sprecona, e che nel finale ha anche rischiato la beffa, vinta dalla stanchezza e dal morale di chi corre a mille, crea, ma non trova la giusta ricompensa. Occasioni per Immobile, Insigne, Chiesa e Bonucci. Una sola per William Carvalho. Un’ora di dominio dove la squadra di Mancini ha confermato quanto di buono visto contro Ucraina e Polonia: gli azzurri sono propositivi e verticali. A palla persa subito grande pressing per riconquistare immediatamente il possesso. Tanti fraseggi nello stretto. E soprattutto grande ritmo, che cala solo negli ultimi trenta minuti. E non è affatto un caso che, dopo un'ora di gioco, siano ancora zero tiri in porta del Portogallo nel match, più un possesso palla finale del 66% per l’Italia. Buone anche le indicazioni dai singoli: Verratti e Barella, a centrocampo, si scambiano spesso come interni. E creano molto come il "play" Jorginho. Insigne e Chiesa sono stabili nel primo tempo: il giocatore del Napoli parte da sinistra e si accentra come ormai è la sua posizione anche nel Napoli. Quello della Fiorentina rimane largo a destra, e i due si scambiano solo nella ripresa. La difesa è solida e anche Immobile si muove bene, nonostante gli errori. L’Italia di Mancini c’è. Il gol non ancora.
La partita inizia così nei colori di San Siro: l’azzurro delle due curve e il verde-bianco-rosso della tribuna centrale. Atmosfera elettrica con oltre 70mila a spingere per una nuova Italia, quella che per il nuovo presidente Figc Gravina è in grado di “scrivere una nuova storia”, quella di Mancini, che come contro l’Ucraina e la Polonia conferma il 433, quasi identico anche negli uomini non fosse per l’infortunio di Bernardeschi che lo fa rimpiazzare con Immobile, l’attaccante di ruolo assente nelle ultime due prove molto positive sotto il punto di vista del gioco ma non da quello realizzativo. Copione confermato anche nei primi 45’ del Meazza, dove le palle gol sono quattro, ma le reti sempre zero. Insigne da fuori (parato), Immobile sul tap in da pochi passi (altissimo), ancora Immobile lanciato da Verratti (fermato in uscita) e Bonucci di testa (fuori di niente). Occasioni, tante. Come sempre, ma tanta imprecisione in quegli ultimi, decisivi, sedici metri, dove il Portogallo ha invece creato poco o nulla.
Nella ripresa il canovaccio sembra allora lo stesso, ma in realtà solo per i primi minuti: al 49’ subito Chiesa ha una chance sul cross di Biraghi imbeccato da Verratti ma la palla, deviata, esce di pochissimo. Dunque il calo: il Portogallo si sistema meglio in campo, tiene meglio il pallone e a quindici dalla fine trova il primo tiro in porta con Donnarumma bravissimo a salvare sul mancino di William Carvalho. Mancini sceglie dunque Lasagna per Immobile senza cambiare modulo e poi Pellegrini e Berardi. Inutili gli assalti finali di una squadra alle corde, in campo più che altro col cuore. Finisce 0-0, per la terza volta di fila al Meazza. La Nations League si chiude così al secondo posto, ma la corsa a Euro 2020 è già iniziata.