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Nazionale: Retegui, oltre ai gol ora "sente" anche la maglia

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Veronica Baldaccini

Il secondo gol dell'Italia contro il Belgio porta la firma di Mateo Retegui, centravanti completo e in grado di adattarsi con facilità nelle squadre in cui gioca. In tutto, in questa stagione, sta segnando alla media di una rete ogni 96 minuti.  Ma oltre al gol ora c'è di più: "sente" anche la maglia per cui li segna, quella azzurra

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L’inno non si canta, si urla. Specie all’Olimpico, soprattutto se 19 mesi fa, quando l’Italia chiamò davvero, proprio lui, Mateo Retegui neppure conosceva le parole di quella marcetta. La sua metamorfosi, la sua crescita, sta tutta qui: in un inno più che in un gol, visto che quello lo ha sempre fatto, anche quando era ancora un giocatore del Tigre e iniziava a muovere i primi passi nella Nazionale italiana, ma la sua totale immersione e adesione al calcio italiano, dal punto vista tecnico ma anche emotivo sta forse nella partita con il Belgio. 

I numeri in azzurro

Quello di oggi sembra il fratello italiano di quel ragazzo argentino e spaesato che si presentò a marzo 2023, segnando all’Inghilterra e replicando contro Malta, ma ancora oggetto del mistero. Da allora 5 reti in 14 presenze, un gol ogni 150 minuti. Divertiamoci a fare una proiezione e diciamola sottovoce: con questo ritmo fra 50 partite potrebbe eguagliare Gigi Riva, leggenda che avrebbe avuto simpatia per questo ragazzo passato dalla Sardegna quando era bambino e il padre un campione di hockey. Considerato che oggi si gioca molto più di 50 anni fa non è impossibile. 

Centravanti completo e capace di adattarsi

Retegui si sta confermando un calciatore liquido, capace di adattarsi alle squadre in cui gioca come l’acqua in un bicchiere. Lo metti nel calice Genoa e fa 7 gol, lo sposti nella coppa Atalanta ed eccone altri 7 ma non in una stagione, in 7 partite. Lo metti nel flute azzurro ed ecco le bollicine. In tutto, in questa stagione, sta segnando alla media di una rete ogni 96 minuti. Dai consigli di Gilardino al lavoro fatto con Gasperini, passando per le mani dei commissari tecnici, il risultato è un centravanti completo, che ora non “sente” solo il gol, ma forse anche la maglia per cui li segna, quell’Italia che lo chiama da 19 mesi e a cui lui continua a dire, sempre più forte sì.