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Mancini: "Euro 2020 indimenticabile, vincerò un Mondiale con l'Italia"

UN ANNO DOPO
©Getty

A un anno dal trionfo agli Europei, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il CT della Nazionale ritorna sulla vittoria a Wembley: "Abbiamo fatto un miracolo, ma dietro c'era un percorso di tre anni giocati alla grande". Sulla mancata qualificazione ai Mondiali: "Ero tentato di lasciare, ma continuo a pensare che ne vinceremo uno". E non mancano i consigli sui protagonisti della sua nuova Italia

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Era l'11 luglio 2021 a Wembley, quando l'Italia vinse il suo 2° titolo agli Europei a distanza di 53 anni dalla prima storica volta. Una serata indimenticabile per il calcio azzurro, 3-2 finale ai rigori contro l’Inghilterra padrona di casa per festeggiare un trionfo straordinario. Esattamente a un anno di distanza, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il commissario tecnico Roberto Mancini è tornato su quell’impresa: "Un miracolo lo abbiamo fatto di sicuro, ma dietro quella vittoria c’era stato un percorso di tre anni e mezzo giocati alla grande. Il patrimonio che ci ha fatto vincere è stato e resta il gioco". Passato e presente nella testa del 'Mancio' che confida: "Da quando sono CT ho sempre avuto un obiettivo: vincere Europeo e Mondiale. Un anno fa mi dicevo: 'Ne vinciamo uno dietro l’altro'. Pensavo a questo Mondiale, che non potrà esserlo. Ma continuo a pensare che ne vinceremo uno".

Il CT Roberto Mancini festeggia il trionfo agli Europei a Wembley l'11 luglio 2021 - ©Getty

"Ero tentato di lasciare. E Balotelli…"

Dalla gioia più grande alla delusione mondiale, mancata qualificazione che aveva messo in dubbio il futuro di Mancini sulla panchina della Nazionale: "Sono stato tentato di lasciare, mi sono trovato in una situazione molto difficile. Balotelli? Avrei potuto chiamarlo contro Svizzera e Irlanda del Nord: avevamo dieci infortunati, fra cui Immobile. Ma gli errori si fanno sempre, anche quando le cose vanno bene". A proposito di quella decisiva gara di qualificazione all’Olimpico, Roberto si è detto sorpreso dell’errore su rigore di Jorginho ("Ero sicuro segnasse"), ma le porte della Nazionale non sono chiuse né per lui né per Immobile: "Ciro non mi ha mai detto che non verrà più. Stesso discorso per Jorginho, un giocatore fondamentale".

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Da Scamacca a Zaniolo: i consigli del CT

L'intervista della Gazzetta dello Sport analizza anche il cammino della nuova Italia: "A giugno è ripartita una squadra - ha detto Mancini -, priva dei cardini del gruppo dell’Europeo ma ci saranno ancora. E le batoste contro Argentina e Germania le avevo messe in preventivo: serve concentrazione da quando sei nello spogliatoio, non solo in campo". Per risolvere il problema del gol si potrebbe anche cambiare tipo di gioco, ma a proposito dei singoli non mancano i consigli del CT: "A Scamacca (vicino al Psg, ndr) consiglio di giocare all'estero, aiuta a crescere. Lui deve solo mettere qualcosa di più nel carattere. Gnonto? È importante che giochi, molto più che dove. Scalvini a quell'età lo vedo fenomenale. E Zaniolo non può perdere ancora tempo e occasioni, deve capire la fortuna che ha con tutta quella qualità".

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