LA FOTOGALLERY. Dopo due giornate, le Tigri neopromosse in Premier guidano la classifica a punteggio pieno, insieme alle tre grandi pretendenti al titolo. Senza un vero allenatore in panchina e con i giocatori contati: conosciamoli meglio. Sarà una nuova favola?
Un anno fa, di questi tempi, in pochi avrebbero saputo dire chi fosse gente come Kantè, Vardy o Drinkwater. La favola del Leicester ci impose di recuperare in tutta fretta, indagando su ognuno di quegli eroi per conoscerli meglio. Oggi, dopo due giornate di Premier, a guidare la classifica è il neopromosso Hull City: a punteggio pieno, insieme a corazzate come City, United e Chelsea. Conosciamo meglio i suoi protagonisti, allora, per non farci cogliere impreparati nel caso accadesse di nuovo qualcosa di miracoloso -
Dalle Volpi alle Tigri: la prima giornata di Premier ha rappresentato una specie di simbolico passaggio del testimone. I campioni in carica del Leicester di Ranieri sconfitti all’esordio da una neopromossa -
E vogliamo parlare del primo gol, quello che ha inaugurato la nuova Premier? Una doppia rovesciata “alla Holly e Benji” che lasciava intuire che ci fosse qualcosa di magico nell’aria -
Dell’Hull City si è parlato molto prima dell’inizio del campionato a causa della situazione a dir poco caotica in cui si è trovato il club nel precampionato: l’allenatore Steve Bruce, artefice della promozione dalla Championship, si è dimesso il 22 luglio per divergenze con la società. In due parole, Assem Allam, proprietario egiziano del club in cerca di compratori e in polemica con la Federazione inglese dopo che questa gli vietò di cambiare il nome della squadra in Hull Tigers -
Al posto di Bruce è stato promosso (con contratto per una partita) il suo vice Mike Phelan, 53 anni, nominato “traghettatore” in attesa di una soluzione. L’Hull City ha iniziato così il campionato senza un vero e proprio allenatore in panchina, ma non è tutto…
Perché sul mercato, in estate, l’Hull City è stato a guardare. O meglio, ha solo ceduto: a partire da Diamè (al Newcastle per quasi 6 milioni di euro), autore del gol decisivo nello spareggio contro lo Sheffield Wednesday che portò in Premier le Tigri -
Così, tra cessioni e infortunati (McGregor, Bruce, Odubajo e Dawson), il povero Phelan si è ritrovato ad affrontare l’inizio della Premier con una rosa di appena 15 giocatori (di cui due portieri) -
Alla seconda, ecco un altro allenatore italiano che capitola. Tocca a Guidolin, alla guida dello Swansea, arrendersi: 2-0 Hull City. Secondo miracolo e Tigers in vetta alla Premier a punteggio pieno. Come loro solo le 3 grandi pretendenti al titolo: le due di Manchester e il Chelsea. E alla prossima sarà già scontro al vertice contro lo United di Mourinho. Con un terzo miracolo, Phelan (che nel frattempo è stato confermato) potrebbe chiedere di essere fatto santo -
Ha qualcosa di magico anche la vittoria sullo Swansea. Phelan schiera lo stesso undici di partenza che ha battuto il Leicester e subisce la pressione dei padroni di casa. Al 73° guarda in panchina dove, oltre al secondo portiere Kuciak e a un gruppetto di “Primavera”, c’è solo l’ala Maloney: lo scozzese entra in campo al posto di Diomande (quello del gol alla Holly e Benji) e 6’ dopo segna (Higuain ne ha impiegati 9’…) -
Il più noto è sicuramente Abel Hernandez, rapido attaccante uruguayano di 26 anni appena compiuti con un passato in A al Palermo (31 gol in 5 stagioni), dove era la “Joya” prima che lo fosse Dybala. Ceduto all’Hull da Zamparini per 12 milioni, è l’acquisto più costoso nella storia del club. Solo 4 gol al primo anno di Premier, 21 nella scorsa stagione in Championship, uno e mezzo (se si conta la rovesciata in coppia con Diomandé) in due partite quest’anno -
Adama Diomandé, norvegese di origine ivoriana, classe ’90 come il suo partner d’attacco Hernandez, è all’Hull City dalla scorsa stagione, in cui realizzò 3 reti in 300’ giocati (senza mai partire titolare). Quest’anno il suo gol in rovesciata ha inaugurato la Premier -
Shaun Maloney, rapida ala scozzese di 33 anni con una bacheca già ricca di trofei in virtù delle 11 stagioni trascorse al Celtic, il club che l’ha cresciuto: 4 campionati scozzesi, 4 coppe nazionali, 2 Coppe di Lega, oltre a una storica FA Cup nel 2013 con il Wigan, club con cui ha già conosciuto la Premier (in passato ha giocato anche all’Aston Villa). Conta anche qualche presenza nella nazionale scozzese: era ritenuto uno dei migliori talenti della sua terra. Il suo ingresso ha cambiato la gara contro lo Swansea -
Robert Snodgrass, altro scozzese: ala destra o trequartista, autore del gol che ha steso Ranieri. Nella scorsa stagione un lungo infortunio al ginocchio (fuori per i primi 4 mesi), prima di riprendersi il posto da titolare e godersi la cavalcata verso la Premier con 4 gol e 6 assist -
Eldin Jakupovic, portiere, classe ’84. Così come il Leicester, anche l’Hull City si è affidato a un portiere straniero. Lui, bosniaco naturalizzato svizzero, non sarà forte quanto Schmeichel jr, ma come i due danesoni può vantare un gol segnato in carriera, quando giocava nel Grasshoppers (rete del 3-3 al 94°contro lo Young Boys) -
Ahmed Elmohamady, velocissimo terzino destro molto abile in fase offensiva (può giocare anche come ala), nazionale egiziano (ha vinto 2 Coppe d’Africa, nel 2008 e nel 2010). All’Hull City dal 2013, richiesto da Steve Bruce che lo aveva già allenato al Sunderland. Gli piacciono i selfie -
Curtis Davies, centrale e punto di riferimento della difesa, capitano in attesa del rientro di Dawson. Inglese di Londra, ha indossato le maglie di West Brom, Aston Villa, Birmingham (con vittoria della Coppa di Lega nel 2011) e, nel 2010 (quindi troppo presto), del Leicester -
David Meyler, mezzala, irlandese; era tra i convocati di O’Neill a Euro 2016. Centonovanta centimetri per farsi valere in mezzo al campo: non esattamente uno che vede spesso la porta, il suo ruolo è un altro -
Samuel Clucas, centrocampista mancino cresciuto nelle giovanili del Leicester. Tra i migliori al suo debutto in Premieri, quest’anno, proprio contro il club che l’ha lanciato. Quattro giorni dopo ha rinnovato il suo contratto con l’Hull per 3 anni. Potrebbe essere una delle rivelazioni della stagione: ha intelligenza tattica, spirito di sacrificio, bravo in fase di interdizione ma capace anche di proporsi in avanti -
Tom Huddlestone, gioca in mezzo al campo ma è fondamentale in fase difensiva: 7 stagioni e mezza al Tottenham (con una Coppa di Lega vinta), dal 2013 all’Hull -
Un tempo aveva una folta chioma, derivante anche dal fatto che il gol non è certo il suo mestiere: ai tempi degli Spurs, infatti, aveva dichiarato che non si sarebbe più tagliato i capelli fino al successivo gol in Premier. La rete arrivò due anni dopo, quando era già all’Hull, dopo 52 partite di digiuno: la festeggiò facendosi spuntare una ciocca a bordocampo e poi, negli spogliatoi, mantenne la promessa con una bella seduta dal barbiere
Intanto, un primo record, l’Hull City l’ha già raggiunto: è l’unico club, con il Bolton, a festeggiare una promozione in Premier vincendo le prime due partite del campionato -