Dopo il ko con il West Ham, il Chelsea deve tornare a fare punti nel turno infrasettimanale contro l'Huddersfield. Anche lo United (con il Bournemouth) deve dimenticare la sconfitta con il City, che invece punta alla quindicesima vittoria di fila. Ancora un derby per il West Ham: mercoledì sera ospita l'Arsenal
Premier già chiusa? Gli 11 punti che il City ha messo tra sé e lo United sono un muro apparentemente invalicabile, specialmente se la squadra di Guardiola continuerà a marciare a questo ritmo. Con quella nel derby sono 14 vittorie di fila, eguagliata la striscia dell’Arsenal tra febbraio e agosto 2002. Non solo: l’incredibile bottino di 46 punti accumulato in 16 giornate, al termine della scorsa stagione di Premier avrebbe garantito un comodo ottavo posto in classifica. Numeri mostruosi. Motivo per cui le inseguitrici, più che sperare in una rimonta, dovrebbero augurarsi un crollo dei Citizens. Ipotesi che al momento sembra inimmaginabile. Anche perché il turno infrasettimanale vede la capolista opposta allo Swansea penultimo. Come dite? Sono proprio quelle le partite in cui si perdono i punti più inaspettati? Non ditelo a Conte…
HUDDERSFIELD-CHELSEA (martedì 12 dicembre ore 21, diretta su Sky Sport 1 HD e Sky Sport 3 HD)
Non ditelo a Conte perché il suo Chelsea è reduce da uno scottante ko nel derby con il West Ham: un 1-0 contro una squadra che era in crisi di risultati ma non di gioco, visto come aveva saputo far soffrire il City nel turno precedente (2-1 con rimonta dei Citizens e gol decisivo a pochi minuti dalla fine). Adesso la vetta dista ben 14 punti e Conte, a parole, si è tirato fuori dalla lotta per il titolo: per i Blues c’è l’Huddersfield che in casa ha vinto 3 delle ultime 4, perdendo solo con il Manchester City e battendo, invece, lo United. A Eden Hazard basterà un gol o un assist per entrare nel club dei Blues “centenari”, ovvero di quelli che hanno partecipato ad almeno 100 reti con la maglia del Chelsea (62 gol e 37 assist, nel suo caso). Poi potrà iniziare a puntare al podio: sul terzo gradino, a quota 101, c’è Zola. Lontanissimi Drogba (159) e Lampard (237).
Il turno di Premier, in realtà, parte alle 20.45 con Burnley-Stoke City: la squadra di Dyche, rivelazione di questa prima parte di stagione e appaiata in classifica al Tottenham, sfida uno Stoke che dopo 16 giornate non aveva mai raccolto così pochi punti (16) e subìto così tante reti (35) nella sua storia in Premier. Alle 21 si gioca anche Crystal Palace-Watford.
Mercoledì, alle 20.45, tre gare: Newcastle-Everton, Southampton-Leicester, Swansea-Manchester City. Citizens, come dicevamo, a caccia del record di successi consecutivi (15): contro lo Swansea ha già vinto il 75% delle gare giocate in Premier (9 su 12), contro nessun altro club incontrato almeno 5 volte ha fatto meglio. Tra gli ostacoli sulla strada di Guardiola potrebbe esserci l’ex Bony, a segno nelle ultime 2 partite e che non fa tre di fila dall’ottobre 2014. Nel City dei primati, però, scrivono i record anche i difensori: nessuno, in questo campionato, ha segnato quando Otamendi, già a quota 4 gol.
WEST HAM-ARSENAL (mercoledì 13 dicembre ore 21, diretta su Sky Sport 1 HD e Sky Sport 3 HD)
Alle 21 si completa il turno con le altre 4 gare. Dopo la vittoria sul Chelsea, il West Ham affronta un altro derby (per gli Hammers sarà il centesimo in Premier: finora 36 quelli vinti, 41 persi e 22 i pareggi), stavolta contro l’Arsenal, che domenica è stato salvato ancora una volta da Giroud, tanto per cambiare. Il francese, entrato nel quarto d’ora finale, ha raggiunto così quota 17 gol segnati da subentrato e con il prossimo supererà Ole Gunnar Solskjaer, primo in questa graduatoria. Tra i più ispirati, quando affrontano il West Ham, c’è Ozil, che ha segnato in ognuno degli ultimi 3 confronti in Premier. Sarà felice di sapere che il calendario metterà di fronte i due club nuovamente dopo 6 giorni, per la League Cup.
Per Liverpool (alle 21 contro il West Brom) e Tottenham (con il Brighton) impegni casalinghi che non dovrebbero creare problemi, ma utili piuttosto a non perdere contatto con le prime. Sulla carta anche lo United (in casa contro il Bournemouth) parte con i favori del pronostico, a patto di aver già dimenticato il derby, possibile mazzata a livello psicologico per la squadra di Mourinho. Soprattutto per Lukaku, tra i “responsabili” del ko con “l’assist” a Otamendi e la prestazione deludente con cui si è confermato attaccante implacabile o quasi con le piccole, ma poco incisivo contro le grandi. 15 gol in 62 incontri con le 6 “big” (uno ogni 313 minuti), 78 in 140 gare contro le altre (uno ogni 139 minuti). Contro il City, inoltre, i Red Devils hanno concesso due gol in casa per la seconda volta da quando in panchina siede Mourinho: e anche la prima volta (settembre 2016) era successo nel derby. Possibile dimenticare in fretta un incubo del genere?