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Mourinho contro tutti, i 10 peggiori insulti. Da Guardiola a Ranieri, da Ronaldo a Messi: quale il più duro?

Premier League

Il più recente scontro dialettico con Conte sembra ormai terminato, ma con Mourinho solitamente c’è sempre da attendere lui per l’ultima parola. Da allenatore del Chelsea, dell’Inter o del Real, il portoghese ne ha avute per tutti. Dirigenti, allenatori e giocatori, compresi anche quelli che ha allenato e con cui ha vinto. Ma qual è la classifica dei suoi 10 peggiori insulti?

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10- Mou contro Zeman

Giugno 2012, il botta e risposta che apre la classifica è con Zdenek Zeman, che quell’anno tornerà sulla panchina della Roma. Josè è invece al Real, ma la distanza è quella che separa due corpi, vero, non certo gli insulti: "Dice che sono un allenatore mediocre? Rispetto la sua opinione anche se non lo conosco. Dove gioca? Ah, è un allenatore? Non lo sapevo... Adesso che sono in vacanza andrò su Google per cercare di sapere cosa ha fatto, cosa ha vinto”.

9- Mou contro la Juventus

Data: 14 febbraio 2010. Partita: Juventus-Genoa. I bianconeri vincono 3-2 con un rigore di Del Piero nato da un fallo apparso però fuori area. Mourinho, che quell’anno porterà a casa il Triplete con l’Inter, attacca: “Non vedo perché dobbiamo fare gli struzzi, parliamo sempre di tanti episodi arbitrali ma nessuno dice che a Torino c’è un’area di rigore larga 25 metri”.

 

8- Mou contro Drogba

Di simulazioni Mourinho ne ha parlato spesso, attaccando tutti quei giocatori che, a suo dire, si tuffano troppo facilmente. Su questo, contro il Barcellona, ci ricamerà tante e tante volte. All’apparenza insospettabile però il suo affondo verso un suo ex giocatore, col quale ha vinto tanto, Didier Drogba: “Non sono più l'allenatore del Chelsea per cui non devo preoccuparmi di difendere gli interessi del club - disse nel 2008 - e credo che sia giusto segnalare che Drogba sia un simulatore, così come Fernando Torres, Cristiano Ronaldo e Robin Van Persie. Il calcio inglese critica tanto la cultura della simulazione ma poi si smentisce da solo”.

7- Mou contro Lo Monaco

Siamo sempre nel 2008, e Mou, nella sua prima stagione in Italia, allena l’Inter. Dopo una partita al veleno contro il Catania il primo a scagliare il sasso è il direttore sportivo del club Pietro Lo Monaco: “Mourinho? È uno da prendere a bastonate sui denti". La risposta arriva, ovvio, ma Josè questa volta usa l’arma dell’ironia, affilatissima: "Lo Monaco? Io conosco il monaco del Tibet, il Principato di Monaco, il Bayern Monaco, il Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se questo Lo Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Io ho già degli sponsor che mi pagano per fare pubblicità. Non vengo pagato per fare pubblicità a Monaco”.

6- Mou contro Messi

Altro giro, altra corsa, altro simulatore. Chi è? Leo Messi questa volta: “Come si dice truffatore in catalano? Barcellona è una città di grande cultura, piena di teatri e questo ragazzo ha imparato benissimo. Ha decisamene capito come si recita”. Il tutto dopo un Chelsea-Barcellona di Champions, con la Pulce, futuro penta Pallone d’Oro, reo di aver causato l’espulsione di Del Horno.

5- Mou contro Ronaldo (quello finto)

Non c’è solo Messi nelle invettive di Mourinho, ma anche l’altro penta Pallone d’Oro: il Ronaldo… “finto”, stando a Josè. “Come allenatore ho cominciato nel 2000, ma prima ho fatto da assistente in grandi club con grandi allenatori - disse nel 2013, poco dopo il suo addio al Real - lì ho allenato i migliori calciatori del mondo, a 30 anni allenavo Ronaldo. Ma non Cristiano, il 'vero' Ronaldo, quello brasiliano”.

 

4- Mou contro Pep

Quella contro Guardiola è una rivalità storica, sfida nella sfida tra Madrid e Barcellona, come club calcistici e città, che oggi si ripete sulle due sponde di Manchester. “Guardiola è un allenatore fantastico - disse Josè - io però ho vinto due Champions con Porto e Inter, lui solo una di cui io mi sarei vergognato. E ne può conquistare un'altra di cui mi vergognerei”. Il primo riferimento, ovviamente, è a quello che lo stesso Mourinho ha sempre chiamato “lo scandalo di Stamford Bridge”, quando il Barça nel 2009 passa in finale pareggiando 1-1 contro il Chelsea, con tutti quegli episodi dubbi in favore dei catalani concessi dal fischietto norvegese Ovrebo. Il secondo riferimento, quello sulla Champions “ancora da conquistare” (e che Guardiola vincerà), è al Clasico nella semifinale d’andata del 2011, a cui seguiranno i famosi “por què” ripetuti in conferenza stampa.

3- Mou contro Benitez

Con l’Inter nel 2010 Mourinho vince tutto, e nella notte di Madrid ha già nei suoi piani la firma col Real per le stagioni a seguire. Il suo sostituto in nerazzurro è Rafa Benitez, e l’incoraggiamento non è molto sentito: “Benitez non dovrà faticare come ho fatto io, perché in un mese ha la possibilità di vincere tre trofei: la Supercoppa italiana, quella europea e il Mondiale per club. Un allenatore che arriva in un nuovo club di solito deve costruire la squadra, mentre Benitez si trova tutto pronto. Il suo non è un lavoro, ma un sogno.” Stoccata finale? “Chiedete ai tifosi dell'Inter cosa pensano di lui e cosa di me”.

2- Mou contro Wenger

14 febbraio 2014, un regalo di San Valentino alla Mourinho quello spedito ad Arsene Wenger quell’anno. Ai tempi i Blues sono primi in Premier, ma Mou vola basso, senza mai fare proclami di vittoria del titolo (a maggio festeggerà il City di Pellegrini). Il francese sferra allora il primo colpo: "Solo il Chelsea può perdere il campionato. Sono i primi in classifica. Mourinho dice che non sono i favoriti solo perché ha paura di perdere”. Risposta secca di Mou: “Inutile che parli di paura di vincere, lui è uno specialista nei fallimenti. Otto anni senza vincere un trofeo sono tanti. Se io avessi fatto la stessa cosa al Chelsea, sarei già andato via. Io lo rispetto come allenatore, ma se parliamo di successi, la situazione mi sembra abbastanza chiara”.

1- Mou contro Ranieri

Al primo posto un’altra rivalità storica. Il periodo è quello di agosto e settembre 2008. Ranieri allena la Juve. Mou l’Inter. Il portoghese fu il successore di proprio di Ranieri al Chelsea nel 2004, e il tema del contendere è sempre quello: la vittoria, i trofei: ”Io ho bisogno di vincere per avere sicurezza a differenza di Ranieri. Lui sembra quasi che non abbia bisogno di vincere, e a quasi settanta anni (in realtà ne aveva 57, ndr) ha vinto solo una Supercoppa e un’altra piccola coppa. Ormai è troppo vecchio per cambiare mentalità”. Dunque, a distanza di un mese, il nuovo affondo, questa volta sull’approccio e sull’allenare all’estero: "Io ho studiato cinque ore al giorno l'italiano per diversi mesi per poter comunicare con tutti voi. Ranieri dopo cinque anni in Inghilterra aveva ancora difficoltà a dire 'good morning' e 'good afternoon’, nient’altro”.