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Mourinho riuscirà a rovinare la stagione di Guardiola?

Premier League

Marco D'Ottavi

Guardiola è stato ferito a morte in Champions League, Mourinho potrebbe approfittarne per dare il colpo di grazia al suo rivale storico

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Il derby di Manchester arriva solo apparentemente  in un momento stagnante della Premier League. Se è vero che il campionato non si riaprirebbe neanche in caso di vittoria del Manchester United (i punti di distacco sono 16), Mourinho si trova proprio nella condizione preferita che gli allenatori come lui preferiscono: quella di chi può provare ad affossare definitivamente il suo nemico più grande, in un momento delicato (dopo la sconfitta con il Liverpool nell'andata dei quarti di Champions League) nella partita che teoricamente può regalargli la Premier League. Da perfetto cattivo, l’allenatore portoghese può usare la sfida contro Guardiola per provare in qualche modo ad infilare i suoi artigli sotto la pelle dell’avversario, usare la sua grande abilità psicologica e tattica per destabilizzare definitivamente il Manchester City in una giornata che potrebbe essere di festa.

La sacca da negromante di Mourinho è piena di trucchi uno più diabolico dell’altro, e sabato potrebbe essere divertente osservarlo mentre prova a smontare pezzo per pezzo Guardiola e il suo calcio. Per trarre spunti interessanti, l’allenatore portoghese potrebbe ispirarsi a L’arte della guerra di Sun Tzu e le sue massime. Perché se c’è un allenatore per cui il calcio è guerra, quello è senza dubbio Mourinho. 

1. “In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria”

Nell’ultimo derby di Manchester, vinto dal City per 2 a 1, la squadra di Guardiola ha tenuto il pallone per il 65% del tempo, giocando quasi il doppio dei passaggi degli avversari, con una precisione decisamente maggiore (83% a 67%). Niente di nuovo: questi numeri rispecchiano fedelmente le filosofie dei due allenatori nelle loro esperienze in quel di Manchester. Proattivo e spettacolare il calcio di Guardiola, speculativo e cinico quello di Mourinho.

Anzi: da quando allena lo United, Mou sembra aver volutamente accentuato questa tendenza per allargare ulteriormente la forbice ideale che lo divide dall’acerrimo nemico. E se invece usasse questo derby di ritorno per invertire totalmente il suo calcio?

Cosa accadrebbe se Mourinho prendesse il talento di cui è fornita la sua squadra e lo mettesse a servizio di un calcio più ritmato, sposando in tutto e per tutto i concetti di Guardiola e usandoli proprio per battere Guardiola?

Sebbene Roma non sia stata costruita in un giorno (e neanche il City di Guardiola) il Manchester United è una squadra con abbastanza talento da poter provare a ribaltare totalmente la propria solida base. Pogba, Mata, Sanchez, Martial, ma anche Matic, Lindegaard e Rushford, sono elementi su cui provare a costruire un calcio di qualità che sovverta le regole mourinane della rinuncia al possesso, dei duelli individuali e della difesa bassa per abbracciare quelle del nemico: passaggi corti, riconquista del pallone immediata, ricerca dell’uomo dietro le linee avversarie.

Dopotutto Mourinho è l’allenatore contro cui Guardiola ha vinto di più. Così facendo, pur perdendo, riuscirebbe ad infliggere all’avversario storico un colpo ben assestato. A Guardiola rimarrebbero meno di tre giorni per preparare la sfida contro il Liverpool in mezzo ai quali infilare anche i festeggiamenti per la vittoria della sua prima Premier.

3. "Chi è prudente e aspetta con pazienza chi non lo è, sarà vittorioso"

Oppure al contrario, Mourinho potrebbe usare questo derby di Manchester, incastrato precisamente in mezzo alla doppia sfida di Champions tra City e Liverpool, per radicalizzare all’estremo la sua filosofia.

Arrivare lì dove lo volevano spingere i suoi critici più intransigenti, ovvero a quel bus parcheggiato davanti alla porta, nelle sembianze di undici giocatori all’interno della propria area. Il Manchester United potrebbe rinunciare del tutto al gioco del pallone e affidarsi alla legge fisica dell’impermeabilità dei corpi, dei corpi anche molto grossi.

Come reagirebbe il City trovando 11 uomini schierati all’interno dell’area? Proverebbe a fare comunque il suo gioco di ricerca degli spazi tra le linee? Come allargherebbe il campo? Cosa potrebbe fare di diverso che portare anche i suoi 11 uomini all’interno dell’area e sperare che qualcosa accada? Quello a cui assisteremo non sarebbe probabilmente uno spettacolo nel senso più estetico del termine, ma sarebbe sicuramente qualcosa di totalmente nuovo e, quindi, per i parametri dell'epoca che stiamo vivendo, di altrettanto eccitante.

Questa tattica potrebbe portare poi ad un ribaltamento totale negli ultimi 5 minuti di partita: da una parte una squadra usurata dalla ricerca dello spazio che non c’è, dall’altra una squadra che non ha praticamente corso. Chissà cosa potrebbe accadere. Inoltre potrebbe essere un bel consiglio per Klopp che dovrà organizzare la gara di ritorno con il preciso scopo di non prendere più di due gol.

4. “Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio”

Se non posso batterli, posso almeno provare a fargli male. Un pensiero disgustoso che abbiamo avuto tutti prima o poi nella vita. La domanda da farsi è: sarebbe Mourinho disposto a scendere così in basso pur di rovinare la stagione di Guardiola? Mou potrebbe scendere un ulteriore gradino (diciamo parecchi ulteriori gradini) nella scala di cosa è lecito per lui su di un campo da calcio ed invitare i suoi uomini ad una caccia all’uomo.

Far scivolare la Premier indietro di vent’anni quando ogni partita sembrava un regolamento di conti fuori da un pub pur di privare Guardiola di qualcuno dei suoi uomini migliori in vista delle prossime partite. Dopotutto non è neanche così improbabile: la differenza di peso tra gli uomini di Mou e quelli di Guardiola è evidente e gli infortuni fanno parte del gioco del calcio. Con chi ce la dovremmo prendere se la caviglia di De Bruyne dovesse rompersi sotto il peso di un’entrata di McTomynay? O se il ginocchio di Sané si distorcesse a causa delle eccessive attenzioni di Matic.

5. “Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie”

Se c’è un terreno in cui Mourinho si trova a suo agio, molto più di tutti i suoi rivali, è il teatro. Sornione, malandro, affabulatore, le capacità attoriali dello Special One gli hanno permesso di far incrociare spesso il piano dialettico e quello del campo e quando questo è accaduto, spesso ne è uscito vincitore (l’ultima proprio contro Conte, uscito bruciato da una polemica con Mou). Guardiola ha spesso provato a tenersi il più lontano possibile da questo piano dello scontro, ma la stagione è lunga e logorante e chissà che Mourinho non riesca a trascinare lo scontro in una rissa a bordo campo, provocando Guardiola.

Non dimentichiamo che lo Special One è riuscito a fare a spintoni con Wenger e che nel 2011, quando allenava il Real Madrid, ha infilato un dito in un occhio all’allora vice allenatore di Guardiola al Barcellona, Tito Vilanova. Far perdere la calma a Guardiola sarebbe una magra consolazione per i tifosi dello United ma umanamente un successo per Mourinho che è sempre stato accusato di essere, dei due, quello meno elegante.

6. “Tutta la guerra si basa sull'inganno”

Ma forse la forma più subdola di trasformazione sarebbe quella che lo vede trasformarsi in Jurgen Klopp.

Se Mourinho è la nemesi intellettuale di Guardiola, l’allenatore tedesco dopo l’andata dei quarti si è consacrato come quella tattica. Una nemesi ben peggiore per Pep a ben vedere. Mourinho dovrebbe farsi crescere i capelli e la barba, inforcare degli occhiali da ingegnere e indossare tuta e giacca a vento. In campo la sua squadra dovrebbe comportarsi come un temporale estivo, accendersi all’improvviso e portare via tutto quello che trova sulla sua strada. Giocare quanti più minuti possibile di calcio gagliardo fatto di gegenpressing, corse in verticale e continui tagli degli attaccanti.

Una tipologia di gioco che sembra molto distante dai principi di Mourinho e anche dalle caratteristiche dei suoi giocatori. Ma ancora una volta è la tattica che si piega al talento e non il contrario: pur di colpire Guardiola dove fa più male, per novanta minuti i giocatori dello United possono travestirsi da Salah, Mane, Firmino e Oxlade-Chamberlain. Così facendo Guardiola vedrebbe la sua stagione passare da una marcia trionfante a tre scontri consecutivi contro Klopp.