Le 10 migliori partite dell'Arsenal di Wenger

Premier League

Daniele V. Morrone

ArsenalCOPE

La storia di Arsène Wenger all'Arsenal è piena di momenti luminosi e dolorosi. Abbiamo scelto le 10 partite che meglio rappresentano le tante facce dei "gunners" di questi anni

ATLETICO MADRID-ARSENAL: LA DIRETTA LIVE

Nel mondo del calcio 22 anni sono un’eternità. Nei 22 anni in cui Wenger ha allenato l’Arsenal abbiamo visto quattro versioni completamente differenti della propria squadra: quella ereditata, gli Invincibili, l’Arsenal dei giovani e quello delle stelle.

Wenger ha cambiato per sempre il calcio inglese trasportandolo nella modernità, in campo e fuori. Con lui l’Arsenal ha conosciuto il miglior momento della sua storia, era sul punto di diventare una potenza europea, ma ai momenti di gloria sono seguiti anche lunghe fasi di stagnazione, quando Wenger non è riuscito a stare al passo con i tempi e la sua avanguardia si è trasformata in conservazione.

Wenger ha vinto tanto, ma poi ha cominciato a non vincere più niente, accontentandosi delle briciole delle coppe minori per giustificare la propria permanenza. Abbiamo scelto le dieci partite più significative del suo percorso. Dentro ci sono grandi vittorie, ma anche brucianti sconfitte. Perché questo è stato l’Arsenal di Wenger: una squadra che ha giocato partite memorabili, ma che ha subito anche brutte sconfitte, contro squadre non sempre blasonate.

Ad esempio in Europa l’Arsenal ha saputo offrire grandi prestazioni, coronate da due finali, ma ha anche subito grosse umiliazioni che hanno fatto guadagnare a Wenger la fama del perdente di successo. In attesa di capire se Wenger potrà concludere il suo ciclo alzando finalmente un trofeo europeo, l’Europa League, abbiamo scelto e ordinato quindi le 10 partite che meglio rimandano questa incredibile storia d’amore tra un allenatore francese e una squadra londinese.

VS Chelsea, FA Cup, 27 maggio 2017, 2-1

Cominciamo dalla partita più importante dell’ultimo ciclo di Wenger, forse la sua ultima gioia. Questa vittoria ha portato Wenger a diventare, con 7 trofei, l’allenatore più vincente allenatore dell’ultra centenaria storia della FA Cup.

È stata una vittoria di spessore, perché arrivata contro il Chelsea che aveva dominato la Premier, ma anche perché ha lenito la delusione di aver fallito per la prima volta la qualificazione in Champions League, arrivando persino dietro ai rivali storici del Tottenham. Sopra ogni cosa, è stata una vittoria arrivata giocando finalmente il calcio sognato dal suo allenatore, la testimonianza agrodolce di tutto il potenziale inespresso della sua ultima creatura.

Il gruppo formato da giocatori nel picco della carriera, come Özil, Alexis e Ramsey ha giocato a viso aperto contro il Chelsea di Hazard, Costa e Kanté, riuscendo non solo a non soccombere, ma a vincere attraverso le proprie idee. Un calcio che nasce innanzitutto da un cambio di sistema: la difesa a 3 ha permesso all’Arsenal di nascondere i difetti strutturali di una fase difensiva poco coordinata, specie nelle transizioni.

Il DNA del gioco offensivo era rimasto comunque invariato. L’Arsenal attaccava in ampiezza e profondità attraverso un gioco fatto di scambi di palla veloci e tanti movimenti per accompagnare l’azione. Un gioco che favorisce folate di tecnica pura tra Sanchez, Özil e Ramsey e che rendono la squadra davvero imprevedibile. L’Arsenal domina passando in vantaggio con Sanchez, la grande stella della squadra, e finisce per vincere 2-1 nel finale grazie al gol di Ramsey, il pupillo dell’allenatore. Una partita da sogno per Wenger.

VS Birmingham City, Coppa di Lega, 27 febbraio 2011, 1-2

La finale di Coppa di Lega contro il Birmingham è stata la prima giocata dopo quella persa in Champions League cinque anni prima. La prima possibilità di alzare un trofeo oltre un lustro dopo l’ultimo, la FA Cup del 2005. Sarebbe stata la dimostrazione che anche attraverso un progetto sui giovani l’Arsenal potesse raccogliere vittorie.

Per Wenger sarebbe stata la prima Coppa di Lega, contro un avversario sulla carta facile: un Birmingham City che retrocederà a fine stagione e che l’Arsenal aveva battuto poche settimane prima per 3-0. La pressione di dover vincere per forza però ha appesantito troppo una squadra giovane.  

La sconfitta per 2 a 1 riassume la parabola di tante sconfitte. Walcott e Fàbregas si fanno male nella partita contro lo Stoke pochi giorni prima, perdendosi la finale. L’Arsenal passa in svantaggio per un gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo, pareggia però grazie a van Persie. Nei 90 minuti arriva a tirare in porta 20 volte, prendendo anche un palo. Quando manca un minuto alla fine, su un innocuo lancio del portiere avversario, spizzato in area dalla punta Zigic, Koscielny e Szczęsny combinano qualcosa di impensabile, regalando a Oba Oba Martins il 2-1.

La sconfitta ha messo il dito nella piaga di quella versione dell’Arsenal, una delle più perdenti. In estate partono tre colonne di questa fase come Fàbregas, Nasri e Clichy, che vanno via per poter guadagnare di più e vincere trofei.

VS Barcellona, Champions League, 16 febbraio 2011, 2-1

Pur non vincendo nulla, l’Arsenal di Wenger ha ottenuto grandi vittorie in Europa. Ci sono la vittoria contro la Roma per 3-1 all’Olimpico nel 2002, quella contro il Real Madrid per 1-0 al Bernabeu nel 2006 o il 5-1 a San Siro contro l’Inter nel 2003. Tutte partite che forse meriterebbero di entrare in classifica. Tra queste vittorie abbiamo scelto quella contro il Barça di Guardiola nell’andata degli ottavi nel 2011. Probabilmente la migliore partita giocata dall’Arsenal del progetto giovani, arrivata pochi giorni prima della più cocente delusione che ne decreterà poi, in sostanza, la fine.

Se è vero che il progetto pensato da Wenger non ha mai raggiunto il compimento, con qualche aggiustamento forse sarebbe stato diverso. O almeno così suggerisce quella partita: l’Arsenal va in svantaggio nel primo tempo, ma nel secondo il centrocampo formato da Song, Fàbregas e Wilshere è riuscito a battere nel palleggio quello formato da Busquets, Xavi e Iniesta. Il pareggio è stato segnato da Van Persie, l’attaccante cresciuto da Wenger per essere l’erede di Henry.

A fine gara Xavi, ancora estasiato dal gioco del diciannovenne Wilshere, gli regala la sua maglia e davanti ai microfoni lo definisce “il futuro del calcio inglese”. Nel ritorno al Camp Nou, con un Arsenal ancora sotto choc per la sconfitta in finale di Coppa di Lega pochi giorni prima, una grande prestazione di Messi rivolta completamente il risultato, trasformando la vittoria all’andata nell’ennesima soddisfazione effimera del ciclo dei giovani di Wenger. La sconfitta che certifica nella testa dei giocatori l’incapacità di questo progetto di poter raggiungere mai il suo potenziale, che proprio tre settimane prima sembrava invece possibile.

VS Hull City, FA Cup, 17 maggio 2014, 3-2

Dopo quasi un decennio senza alzare un trofeo, la vittoria della FA Cup contro l’Hull City dimostra in un certo senso che la decisione di Wenger di non puntare inizia a dare dei risultati. L’Arsenal è ormai una squadra costruita nel disperato tentativo di vincere qualcosa, formata da  giocatori maturi attorno alla stella Özil, arrivato dal Real Madrid per una cifra record per l’Arsenal.

In questa partita non conta neanche l’avversario: l’Arsenal gioca contro i fantasmi delle sconfitte passate, tanto che dopo 10 minuti è già in svantaggio di 2 gol. A pareggiare ci pensano Cazorla e Koscielny, ma il gol vittoria è di Ramsey. Il giocatore a cui Wenger è forse più legato, avendolo preso da ragazzino, svezzato, aspettato e poi visto esplodere. Uno dei pochissimi rimasti dal suo progetto giovani. Ramsey sembra essere diventato grande insieme all’Arsenal.

Wenger sembra aver inaugurato un nuovo progetto, e con questa consapevolezza in estate arriva anche il trasferimento di Sanchez. Tutto sembra pronto per il definitivo salto di qualità, per provare a vincere la Premier League.



VS Manchester United, Premier League, 20 ottobre 2004, 0-2

L’Arsenal veniva da 49 partite consecutive senza sconfitte: ci voleva la versione più brutta e cattiva dello United di Ferguson per fermare la cavalcata straccia-record degli Invincibili. La sconfitta lancerà lo United verso il titolo, mentre l’Arsenal vincerà la finale di FA Cup ai rigori, l’ultimo trofeo degli Invincibili.

All’interno della più profonda rivalità di quella decade, questa è forse la partita più tesa. È passato un anno dalla partita passata alla storia come “La battaglia di Old Trafford” e questa partita è stata rinominata la “battaglia del buffet”. Si racconta che alla fine degli scontri, arrivati fino agli spogliatoi, un imberbe Fàbregas abbia lanciato una fetta di pizza in faccia a Sir Alex Ferguson. Durante la partita ci sono due quasi risse nel primo tempo, un gol sull’ennesimo rigore contestato per lo United dopo quello dell’anno prima, un’altra quasi rissa quando Sol Campbell si rifiuta di stringere la mano a fine gara al “simulatore” Rooney, che qualche minuto prima aveva segnato il gol che ne aveva consacrato l’aura da wonderkid.

In questa partita Ferguson capisce che per battere l’Arsenal serve soprattutto lavorare dal punto di vista psicologico. Il suo United giocherà sporco e duro e avrà sempre la meglio sull’Arsenal, dalla semifinale di Champions del 2009 al famoso 8-2 subito nel 2011. Due partite che potrebbero entrare in questa classifica.

VS Galatasaray, Coppa UEFA, 17 maggio 2000

Wenger non ha mai vinto nulla in Europa ma nel 2000, nella finale di Coppa UEFA giocata contro il Galatasaray, ci è andato vicino come non mai.

L’Arsenal era arrivato alla finale da grande favorito. Pochi giorni prima aveva chiuso la Premier League al secondo posto, non avendoci mai puntato realmente. Tutte le energie erano sulla coppa. È l’anno in cui l’Arsenal dispone per la prima volta della coppia Henry-Bergkamp, con alle spalle altre due grandi risorse offensive come Suker e Kanu. Accompagnati dall’imprendibile ala Overmars come fonte di gioco.

È stata una partita equilibrata, tra due squadre incapaci di dare continuità ai propri attacchi. Ci sono stati tanti tiri in porta ma poche reali occasioni da gol. Neanche la prospettiva del golden gol nei supplementari, oltre al fatto che il Galatasaray giocasse in 10 per l’espulsione di Hagi, ha cambiato il destino della gara in favore dell’Arsenal. Ai rigori gli errori di Suker e Vieira, uno sul palo e l’altro sulla traversa, decretano la sconfitta. È la prima grande delusione per Wenger, una delusione fortissima ma importante nel lungo periodo. L’estate successiva l’Arsenal rivoluzionerà la squadra: fuori Overmars, Petit e Suker, dentro Pirès e Wiltord. Due giocatori che saranno fondamentali per instaurare il ciclo vincente.

VS Manchester United, Premier League, 14 marzo 1998, 1-0

La prima grande partita di Wenger arriva nella primavera del suo secondo anno. Per la prima volta riesce a sconfiggere ad Old Trafford i rivali diretti, avviando la volata per il primo titolo, suggellato nella vittoria contro l’Everton per 4-0 a due giornate dal termine.

È un Arsenal ancora ibrido: la difesa è formata dai reduci dell’era Graham ed è abituata a stare bassa e a giocare in modo fisico. Davanti invece si intravedono già i crismi del wengerismo: la squadra vuole essere verticale e fisica a centrocampo, con Vieira e Petit centrali e Parlour esterno, ma anche tecnica nella coppia di attaccanti formata da Bergkamp e Anelka, supportati dall’Overmars nel migliore periodo della carriera, un giocatore che influenza enormemente il gioco partendo da ala sinistra. È Overmars a a segnare il gol della vittoria, che esprime la sua superiorità tecnica e atletica sulle difese della Premier League: da un lancio lungo ci sono due sponde, prima di Bergkamp e poi di Anelka. Overmars allora intercetta il pallone tagliando verso l’area e allungandoselo di testa, prima di cambiare passo e tirare in porta. È l’inizio della più importante rivalità della storia recente della competizione.

VS Manchester United, Premier League, 8 maggio 2002, 1-0

Wiltord con le ginocchia a terra e il braccio alzato è l’immagine dell’Arsenal che vince ad Old Trafford la sua seconda Premier League dell’era Wenger. Quattro anni dopo la prima volta, a casa del rivale diretto, ad una giornata dalla fine dopo una serie di 11 vittorie consecutive. Quell’Arsenal è la squadra più dominante dell’era Wenger, anche più degli Invincibili. Nonostante perda tre volte in stagione, a fronte delle stesse 26 vittorie dell’anno degli Invincibili, sprigiona un’incredibile forza offensiva. L’Arsenal segnerà in ogni partita, arrivando alla cifra di 79 gol totali.

Quel giorno vince ad Old Trafford senza neanche poter schierare il capitano Adams e, soprattutto, lo squalificato Henry. In campo però si vede la massima espressione dell’ideale calcistico di Wenger. La difesa è ancora quella storica, a cui però vanno sommati l’esplosione di Cole sulla fascia sinistra e l’arrivo in estate dal Tottenham di Sol Campbell, il miglior centrale inglese dell’epoca. Il centrocampo ora non è solo fisico e dinamico, ma anche tecnico grazie a giocatori come Ljungberg ed Edu, oltre ovviamente a un Pirès al picco della carriera.

La squadra ha un potenziale offensivo in transizione senza precedenti, con tutti giocatori che sono in grado di arrivare con un scambio veloce in porta. Davanti c’è sempre un giocatore bravo nell’ultimo passaggio, a cui viene affiancato uno veloce che attacca la profondità. L’Arsenal poteva puntare al pareggio facendo calcoli di classifica, ma invece ha realizzato una grande prova di forza. Il tutto quattro giorni giorni dopo aver vinto la seconda FA Cup per Wenger contro il Chelsea.

VS Tottenham, Premier League, 25 aprile 2004, 2-2

È difficile scegliere la migliore partita dell’Arsenal degli Invincibili. Si potrebbe scegliere “La battaglia di Old Trafford”, oppure la vittoria contro il Chelsea secondo in classifica a Stamford Bridge che ha portato alla volata finale. Quella che più di tutti però è rimasta nella memoria dei tifosi è forse il pareggio nel derby più sentito, contro il Tottenham, dove l’Arsenal ha matematicamente vinto la Premier League con 4 giornate d’anticipo, e lo ha fatto sul campo dei rivali più odiati.

Pur avendo a disposizione due risultati su tre, considerata la sconfitta del Chelsea contro il Newcastle poche ore prima, l’Arsenal aveva comunque pressione: alzare il trofeo in faccia ai rivali storici rappresentava il sogno più grande di ogni tifoso. L’Arsenal è passato in vantaggio subito con il capitano Vieira dopo un’azione simbolo del ciclo degli Invincibili: uno scambio in velocità tra Henry e Bergkamp che porta al cross al centro per l’inserimento di Vieira.

Sempre in verticale, stavolta con un tiro di Pirès, arriva anche il 2-0, poi decisivo per il risultato finale. Dopo un gol all’ora di gioco, il Tottenham segna ancora in pieno recupero con un rigore di Keane. Un gol che però serve a poco visto che non ferma i festeggiamenti dei giocatori sotto lo spicchio rosso. L’invincibilità è certificata all’ultima giornata in casa con la vittoria contro il Leicester grazie ai gol delle due stelle della squadra Henry e Vieira.

VS Barcellona, Champions League, 17 maggio 2006, 1-2

La partita che doveva rappresentare la degna conclusione del ciclo degli Invincibili è probabilmente la vittoria contro il Wigan all’ultima giornata della Premier League 2005-06. Una partita che l’Arsenal doveva vincere per forza per raggiungere la qualificazione in Champions League. L’Arsenal vince e allo stesso tempo può festeggiare anche l’ultima partita nello storico stadio di Highbury prima del trasferimento in quello del futuro. Un sogno. La vera conclusione del ciclo degli Invincibili però è decisamente più amara, perché è rappresentata dalla Finale di Champions League giocata qualche giorno dopo, la più importante singola partita della storia non solo di Wenger ma dell’Arsenal in generale.

È stata una sconfitta bruciante per Wenger, arrivata proprio a Parigi, praticamente per lui una seconda casa, contro il Barça di Ronaldinho ed Eto’o. Il rosso rimediato dal portiere Lehmann dopo 18 minuti ha costretto l’Arsenal a giocare in 10. I “gunners” sono comunque riusciti a non soccombere dal punto di vista tattico, pur dovendo privarsi di un giocatore fondamentale come Pirès da subito. L’Arsenal è andato addirittura in vantaggio con un gol di Sol Campbell al 37’, facendo sperare i suoi tifosi in un miracolo. I gol di Eto’o e Belletti arrivano nel finale e nell’arco di 4 minuti l’uno dall’altro. Due gol che segnano un finale amaro al ciclo degli Invincibili.

Dopo quella partita Bergkamp si ritira, Pirès va in pensione in Spagna, Campbell scappa in una squadra più tranquilla sulla costa e Cole compie il primo grande tradimento nei confronti di Wenger trasferendosi al Chelsea. Inaugurando la grande tradizione dei giocatori formati da Wenger che vanno a vincere da altre parti. Questa partita è stata la vetta più alta e allo stesso tempo il momento di svolta negativo più chiaro della storia di Arsene Wenger all’Arsenal.