Il difensore parla del collega di reparto nel Liverpool, diventato capitano della Nazionale scozzese: "Lo conoscevo prima ancora che arrivasse in Premier, era una mia scommessa a FM"
Gran parte degli appassionati di calcio ha vissuto almeno un giorno della sua vita indossando i panni del presidente di un club, di un direttore sportivo o di un allenatore. Non nella realtà, ma nel mondo virtuale rappresentato da Football Manager, il videogame più simile dal punto di vista manageriale al calcio vero e proprio. In tanti ci giocano, ognuno si loda per le proprie scoperte e tra questi c'è anche chi nella vita reale fa ... il calciatore. A testimoniarlo Vincent Kompany, difensore del Manchester City per professione e abile scout nel tempo libero. Il belga ha infatti rivelato che fosse già a conoscenza, con largo anticipo rispetto agli altri, delle qualità di un calciatore attualmente protagonista in Premier League: Andrew Robertson. Una scommessa che adesso fa felice Klopp, ma che in passato ha fatto vincere anche Kompany il quale, recentemente, ha festeggiato i 10 anni con la maglia dei Citizens: "Io gioco spesso a FM ed ero consapevole del suo valore. Terzini mancini bravi non sono facili da trovare, avevo puntato su di lui e la mia scommessa era stata ripagata - racconta il centrale di origini congolesi -. Lo conoscevo da quando giocava in Scozia e non ancora approdato all'Hull City".
Un lungo percorso di osservazione cominciato nel 2013, quando il Belgio fece visita all'Hampden Park di Glasgow. Robertson, allora un dilettante che guadagnava dei soldi extra con dei lavoretti, consegnò il match-day programme al capitano dei Diavoli Rossi. Quest'ultimo, da allora, non ha più perso di vista i suoi progressi che, tradotti sul campo, lo hanno visto giocare da titolare una finale di Champions League (poi persa contro il Real Madrid) e diventare il capitano della Nazionale scozzese. "Ha fatto molta strada in un breve lasso di tempo - aggiunge il leader della retroguardia nel Manchester -. La maggior parte di noi calciatori ha da umili origini, per cui è sempre bello arrivare a un livello alto, qualunque sia il modo in cui ci si arriva. Andy è un grande esempio per gli altri. Se hai un ritmo di lavoro come il suo, lo stesso desiderio e quelle capacità non è una sorpresa poi centrare l'obiettivo".