In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Chelsea Manchester United, Mourinho e la rissa sfiorata: la ricostruzione

Premier League

Finale thriller allo Stamford Bridge. Barkley pareggia all’ultimo respiro e Mou scatta come una molla contro la panchina del Chelsea. Qualche parola di troppo? Ecco cosa è successo, chi è il “colpevole” e le reazioni

CHELSEA-UNITED, IL RACCONTO DELLA PARTITA

Condividi:

2-2 di Barkley. Minuto numero sei di recupero che già aveva fatto infuriare lo Special One, vicinissimo alla prima vittoria allo Stamford Bridge da rivale sulla panchina dello United. La partita è quasi sua ma l’ex Everton in mischia ritrova il pari. Prima Rüdiger e la doppietta di Martial, una partita che forse meritava di più il Chelsea ma che alla fine stava vincendo proprio lo United. Gol all’ultimo respiro e telecamere sullo Special One. Arrabbiato? Lo è certamente, ma in realtà il portoghese è comodo sprofondato nella sua poltrona che osserva con un ghigno di beffa i Blues esultare. Poi passa davanti a lui un uomo in divisa grigia, quella dei membri dello staff di Sarri, e José scatta come una molla. Ora è furioso, e ci vogliono due steward e mezza panchina per fermarlo: ma cosa è successo?

La ricostruzione

Nei vari replay si vede tutto perfettamente. Tutto parte da Marco Ianni, dal sito ufficiale del Chelsea “second assistant coach” di Maurizio Sarri. Un braccio destro insomma, già ai tempi del Napoli e ora anche in Inghilterra. Cosa ha fatto? Ha deriso Mou, esultandogli in faccia dopo il pari di Barkley proprio come si vede dalle immagini. Una totale mancanza di rispetto che ha (giustamente) fatto infuriare il portoghese. La calma? È tornata poco dopo, con Maurizio Sarri in primis (i due avevano già riso e scherzato nel pre partita) ad avvicinare José per tranquillizzarlo. Un abbraccio con l’ex allenatore del Napoli sempre sotto l’occhio vigile delle telecamere ed è tutto immediatamente tornato in armonia.

La dinamica della furia di Mou: Ianni (cerchiato in rosso) esulta e lui la prende malissimo (foto Getty) 

Chi è Marco Ianni

Ex calciatore che ha chiuso col pallone “giocato”a 32 anni, dopo una vita da centrocampista centrale in Serie C. Classe 1982, da assistente alla panchina due anni prima a Cosenza e poi a Campobasso. Tutto questo prima di sbarcare nel Napoli di Sarri con cui "si è instaurato un bel rapporto professionale e umano” - come disse qualche tempo fa alla testata AbruzzoWeb. Dunque il grande salto nel Chelsea: “Non avrei potuto chiedere di meglio, in cinque anni sono arrivato in una delle squadre più blasonate del calcio inglese, sono molto soddisfatto del mio percorso”.

Le reazioni

E poi? Pace fatta? Sì, perché José Mourinho, subito avvicinato da Sarri anche a bordocampo, ha accettato le scuse sia dell’allenatore dei Blues, che si è sentito indirettamente responsabile dell’accaduto, sia di Marco Ianni, dispiaciuto di quanto successo e di quel “pugno” agitato proprio in faccia a José. Parlando nella zona mista dello Stamford Bridge il portoghese ha confermato: “Ianni si è scusato direttamente con me mentre ero nell’ufficio di Sarri insieme a lui. Io gli ho detto che se si sentiva davvero in colpa per quando accaduto lo avrei perdonato. Anche io ho commesso molti errori nella mia carriera e non ho certo intenzione di ucciderlo per quello che ha fatto”. Insomma, caso chiuso: “Mi ha fatto le sue scuse e io le ho accettate”. Le parole di Sarri: "Non ho visto direttamente quanto successo, ma parlando con José mi sono subito reso conto fossimo noi dalla parte del torto. Allora ho portato Ianni a chiedere scusa a Mourinho: avevamo sbagliato noi ed era la cosa giusta da fare". Cosa rimane allora di tutto questo? Il parapiglia, inevitabilmente. E anche quel rapporto con gli ex tifosi del Chelsea che ormai continua sempre a peggiorare. Perché immediatamente dopo la confusione nei minuti finali di partita il pubblico si è schierato contro José. Cori di scherno e insulti dagli spalti. Lui? Se n’è andato alzando le tre dita della mano verso di loro, come a dire: “Ricordatevelo, io qui con voi ho vinto tre Premier League”.