Razzismo, giovane dell'Arsenal Maitland-Niles rivela: "Ho subito abusi quando avevo 12 anni"
Premier LeagueIl giovane centrocampista dell'Arsenal ha rivelato nella conferenza stampa prima della partita col Qarabag di aver ricevuto anche lui, come Sterling, accuse razziste durante alcune partite delle giovanili dei Gunners: "L'ho detto allo staff, ma non è successo nulla. Bisogna eliminare questo problema"
Durante la conferenza stampa alla vigilia dello scontro di Europa League tra Arsenal e Qarabag, al centrocampista inglese Ainsley Maitland-Niles è stato chiesto di fare un commento riguardo al post pubblicato da Raheem Stering nel quale il giocatore del City, dopo gli insulti ricevuti durante la partita contro il Chelsea, accusava i media di aver creato titoli ingannevoli e, di conseguenza, di aver alimentato involontariamente gli atteggiamenti razzisti dei fan. In risposta, il giovane giocatore dei Gunners convocato con la prima squadra per la partita di Europa League, ha confessato: "Anche io ho subito commenti razzisti, non a livello professionale ma nelle giovanili. Ero in Germania e proprio come Raheem, al momento di andare a battere una rimessa laterale, sono stato insultato in vario modo. Lì per lì non potevo fare nulla, quindi ho continuato semplicemente a giocare, ma a fine partita sono andato a riferire allo staff dell'Arsenal quello che è successo. La società però non ha fatto nulla. Penso che gli insulti razzisti siano una cosa disgustosa e rispetto Raheem per aver difeso sé stesso e altri giocatori affrontando questo argomento. Penso sia importante unire le forze per eliminare questo problema. Anche il solo parlarne o pensarci non è facile ma credo sia arrivato il momento di fare qualcosa".
"Come è successo a Raheem, anche a me è capitato di ricevere commenti negativi da parte degli spettatori, ma tutto quello che posso fare è continuare a giocare a testa alta. Certo fa male sia pensarci che parlarne e penso ci sia assolutamente bisogno di fare qualcosa per risolvere la situazione”. Il giovane giocatore ha rivelato, quando aveva all'incirca dodici anni e si trovava in Germania con la giovanile dell’Arsenal, di aver sofferto abusi di questo tipo dal pubblico mentre era impegnato in una rimessa laterale e, non potendo fare nulla ha continuato a giocare. Inoltre, quando ha riferito allo staff quanto era successo “non è stato fatto nulla e quindi ho potuto solo lasciarmi l’evento alle spalle e utilizzare quell’esperienza per diventare più forte”.
Cosa era successo a Sterling?
In un momento di sfogo e rabbia, l’attaccante del Manchester City, Raheem Sterling, domenica mattina ha pubblicato un lungo commento sul suo profilo Instagram relativo alla partita contro il Chelsea e agli insulti ricevuti dal pubblico dei Blues: "Buongiorno, voglio solo dire che di solito non sono il tipo di persona che parla molto, ma se penso che la mia opinione vada ascoltata, mi farò sentire" e ha proseguito dicendo. "Riguardo a quanto mi è stato urlato durante la partita col Chelsea avete visto dalla mia reazione che non potevo fare altro che ridere perché non mi aspettavo nulla di meglio", riferendosi, in particolare, ai commenti di natura discriminatoria subiti durante la partita. Insieme a queste parole Sterling ha pubblicato anche due articoli di un quotidiano britannico, il Daily Mail, che rappresentava in maniera diamteralmente opposta due storie molto simili, riferite però la prima a un calciatore di colore e l'altra a un bianco, la stellina della Primavera del City Phil Foden. Entrambi avevano speso tanti soldi per comprare la casa alla propria mamma, ma il taglio dei due articoli è completamente diverso: "Per esempio", le parole di Sterling, "qui abbiamo due giovani giocatori che stanno cominciando le loro carriere calcistiche nella stessa squadra. Entrambi hanno fatto la cosa giusta, ossia comprare una nuova casa per la madre come gesto di riconoscenza per i loro sacrifici. Però osservate il modo in cui questi giornali cambiano il titolo della notizia per il giovane giocatore nero e quello bianco. Penso che sia inaccettabile che i titoli, formulati in modo diverso, accusino un giocatore mentre ne lodano un altro, nonostante siano entrambi innocenti. Il giovane, nero, viene messo sotto una luce negativa. Ciò aiuta solo ad alimentare razzismo e comportamenti aggressivi dunque, per tutti i giornali che non capiscono perché la gente sia ancora razzista al giorno d’oggi, tutto quello che ho da dire è: pensate due volte alla pubblicità onesta e date a tutti i giocatori le stesse opportunità”.