42 partite in 2 stagioni. Il bilancio è di 40 vittorie, un pari e una sola sconfitta (l'anno scorso in Champions League contro il Basilea). Fuggito dall'Ucraina a causa della guerra, oggi insegue il 'treble'
Quand’era a Mosca si allenava in strada, un pensiero al suo futuro e un altro all’Ucraina: 2014, giorni di guerra, la sua famiglia volata in Russia insieme a lui, fantasista di talento con un contratto firmato allo Shakhtar: “Sono stato sei mesi senza squadra, era una situazione stressante. Non potevo tornare a Donetsk a causa della guerra”.
Dalla guerra al record
Zinchenko è fuggito dal suo paese e ora lo rappresenta con orgoglio in Premier League, campione d’Inghilterra per la seconda volta di fila con il City, e con un record del tutto singolare: quando gioca lui Guardiola non perde mai. 28 partite quest’anno, 27 vittorie e un pareggio (in Champions contro il Lione). Ma non è finita: in 42 gare totali con il City, Zinchenko ha perso solo una volta (l'anno scorso contro il Basilea).
Il suo spirito di sacrificio ha convinto anche Guardiola: “Sasha mi ha dimostrato l’importanza di essere un grande uomo. Quest’estate doveva lasciare la squadra, ma non l’ho mai visto lamentarsi, o non impegnarsi in ogni singolo allenamento. Avrà una grande carriera qui da noi”. Come terzino poi, nonostante un inizio da trequartista.
Zinchenko giocava lì, in Nazionale ricopre lo stesso ruolo (è un '96), ma ai tempi dell’Ufa - la sua prima squadra tra i professionisti - ha giocato anche esterno basso. Guardiola ha completato la sua metamorfosi, pur mantenendo le sue attitudini: contro il Brighton, in Coppa di Lega, ha segnato un gol dai 20 metri rispolverando il passato da '10'.
Incassare, prima di emergere: a ottobre, durante la sfida di Champions Shakhtar e City, Zinchenko compra 27 biglietti ad amici e parenti per vederlo giocare contro la squadra in cui è cresciuto, ma Guardiola lo manda in tribuna. 'Sasha' non si è mai abbattuto.
Guardiola è stato fondamentale per la cresciuta di Zinchenko
La Russia, prima del Manchester City
Se la sua carriera fosse una frase sarebbe "it's a long way to the top". Durante il periodo di stop, il Rubin Kazan lo chiama in Italia durante una tournée. Zinchenko accetta e resta in prova due settimane. “Ok, preso”. Ma per 4 mesi non firma alcun tipo di contratto, tant’è che il suo agente gli propone una soluzione: l’Ufa. Che non è un'astronave, bensì una realtà sportiva cresciuta grazie a idee e programmazione.
Ufa era la più grande città europea a non avere un club professionistico nella propria Serie A, più di un milione di abitanti senza una squadra da tifare. Fino al 2009 si giocava solo ad hockey, poi la grande idea di Rusten Chamitov, presidente della Baschiria, repubblica della federazione russa ai confini degli Urali: “Fondiamo una squadra di calcio!”.
L'adattamento all'Inghilterra
Zinchenko cresce, si mette in mostra e intriga il City, che nel 2016 lo soffia al Borussia Dortmund per circa 2 milioni di sterline. Il resto è storia: prima il prestito al Psv e poi la Premier League, la Champions: 42 presenze, 40 vittorie e un'incredibile somiglianza con il suo amico De Bruyne: “I tifosi mi chiamano Kev, spesso mi chiedono di firmare autografi col suo nome”. Ci ha messo un po’ ad abituarsi ai ritmi inglesi: “Il tempo mi deprime, il loro senso dell’umorismo è diverso. Ridono per cose davvero strane, io non riderei mai".
Ha battuto il record di Sheva
Gli mancano la casa e la famiglia, ma in due anni vince 5 titoli e tiene botta, guadagnandosi un posto fisso in Nazionale (da centrocampista): 25 gare e 2 reti fin qui, una in Nations League e l’altra a Torino contro la Romania, dov’è diventato il più giovane marcatore della storia dell'Ucraina superando Shevchenko (19 anni e 195 giorni).
Il City l'ha reso grande, lui sta ripagando la fiducia di Guardiola godendosi la fama di 'amuleto'. Ora la finale di Fa Cup contro il Watford, per continuare la tradizione vincente.