Udine è ancora la 'casa dei muscoli' di Vicario

Tornare a Udine, per Guglielmo Vicario, è davvero come tornare a casa. Non è tanto una questione anagrafica, perché quando intendiamo la ‘casa’, parliamo anche di ‘casa calcistica’. Quella che forse troppo prematuramente ha salutato il portiere nel 2014, con il passaggio al Fontanafredda, ma che in qualche modo ha avviato la sua splendida carriera. Udine, per Vicario, è ‘casa’ in tutti i sensi: ci è cresciuto con Meret e Scuffet ed è testimonianza della forza di portieri che il vivaio bianconero è riuscito a formare negli ultimi anni. A Udine, poi, vive la famiglia del giocatore del Tottenham, e in Friuli spesso Vicario torna per trovare la mamma e il papà. Ma tornare ‘a casa’, non vuol dire dimenticare il suo lavoro. Anzi. In Friuli , Vicario viene seguito da un personal trainer che quotidianamente gli dice cosa fare, come farlo e per quanto tempo farlo. Si allena con Matteo Cencig, che ha anche un passato da allenatore proprio nelle giovanili bianconere. Gli allenamenti sono duri e intensi: e quella ‘casa’ in cui Vicario è nato, Udine, è anche la ‘casa’ in cui Vicario continua ad allenarsi per alzare il proprio livello. Un legame che davvero non si è mai spezzato. Da quanti anni Vicario lavora con voi? “Si allena con noi da quattro anni. Tutte le estati e, quando il calendario lo consente, anche durante l’anno. Lavoriamo su tutti gli aspetti della performance — forza, potenza, velocità, reattività e prevenzione — con un programma personalizzato sui suoi obiettivi: correggiamo i punti deboli e potenziamo i punti di forza. Ogni scelta è condivisa con lui e poi allineata con lo staff tecnico a Londra” Come è cambiato in questi anni il suo fisico e il suo modo di allenarsi? “Partiva già da una qualità di movimento molto alta, ma in questi anni il fisico è cambiato tanto: abbiamo aumentato forza, potenza, esplosività e la capacità di spostarsi molto rapidamente nello specchio della porta. In 4 anni ha preso circa dieci chili di massa muscolare; oggi è più solido, più resistente e più efficace nei duelli. In un calcio dove i piazzati e i duelli aerei sono sempre più decisivi, sviluppare queste qualità è fondamentale” Quanto incide oggi la tecnologia nella preparazione fisica di un portiere di un livello così alto? “Incide moltissimo: accelera tutto e ci permette di pianificare rapidamente. Meno tempo a decifrare i numeri, più tempo a usarli con uno scopo, cioè migliorare la performance e prevenire gli infortuni. Esempio concreto: quando Guglielmo fa un test sulle pedane di forza qui a Udine, i risultati vengono caricati sul cloud e lo staff del Tottenham può consultarli in tempo reale a Londra grazie a piattaforme condivise. Dobbiamo adattarci in fretta, per prestazioni veloci e un gioco sempre più spettacolare” Cosa ha di speciale Guglielmo come atleta? “È innanzitutto un ragazzo molto intelligente, ambizioso e allo stesso tempo umile, considerato il livello di popolarità che ha raggiunto. Inoltre è un professionista esemplare: resiliente, concentrato, determinato e costante. Sa dove vuole arrivare, come arrivarci e non molla mai” Oltre a Vicario, lei allena anche altri atleti: qual è il filo conduttore nel vostro metodo? “Seguiamo campioni olimpici come Giulia Rizzi, atleti come Alessandro De Marchi e giocatori di diversi sport. Il filo conduttore è sempre lo stesso: personalizzazione totale, cura maniacale del dettaglio, monitoraggio oggettivo e lavoro sulla mentalità. Il metodo non cambia, cambia l’atleta. L’allenamento personalizzato può davvero aiutare a fare la differenza”

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Udine è ancora la 'casa dei muscoli' di Vicario

Marina Presello