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Da Porta Metronia a Sanremo: il Totti comunicatore

Serie A

Alfredo Corallo

Più di 20 anni fa la sua prima apparizione per un'emittente televisiva romana. Da lì sarà un'escalation di popolarità, dagli spot con la moglie Ilary ai grandi show come il Festival di Sanremo. E poi i social, le esultanze, le barzellette e l'impegno benefico: sempre pronto a regalare un sorriso

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Totti ad Honorem. Più internet per Totti. Il selfie di Totti. Papertotti. Totti Gladiatore. Totti ambasciatore. Totti che voleva fa' er benzinaro. Ilary Totti. È normale che. Te ricordi er piccione de' Povia? Totti a Sanremo. Le barzellette di Totti. Vi ho purgato ancora. Totti e l'aquila Olimpia. Je faccio er cucchiaio. Amò. Garcià paraculò. Totti e Balotelli. Totti e Cassano. Totti e Zeman. L'addio di Totti. Totti e Fiorello. Edicola Totti. Totti e Spalletti. Totti al Costanzo show. Totti amico di Federer. Totti dagli amici di Maria. Totti sì, Totti no. Il referendum su Totti. Totti social. Totti dieci e lotto (insieme a voi). Totti lascia o raddoppia? Totti e Maradona. Totti e la Ferilli. Totti e Del Piero. Totti re de' Roma. Totti er Papa. Er Pupone. Checco.  I nomi dei figli di Totti. Il ciuccio. Er Pupino. Er più. Il futuro di Totti. Totti alla Play. Sei un grande Capità. Core de' sta città. Arigatò! Macché rigatò. Maccarò, tu m'hai provocato...

 

Mamma Roma

Le "Totti-mask" sono molte di più dei 300 gol e passa che il capitano della Roma ha segnato in carriera. Viaggiando per il web - tra spot pubblicitari, interviste, conferenze stampa, video amatoriali - la sua immagine ci viene dipinta nelle caricature più singolari, eccentriche, deliranti, grottesche, degno erede di Alberto Sordi, insieme a Ettore Petrolini le maschere romane e romanesche per antonomasia. Sordi che al cinema fu vigile, seduttore, medico, soldato, conte, marchese, un borghese piccolo piccolo, tassinaro e presidente del Borgorosso Football Club. Stereotipi da commedia all'italiana, ma come l'attore di un "Americano a Roma" anche Francesco sembra essere rimasto fedele a sé stesso. È rimasto "normale" - come piace dire a lui - quanto speciale ai nostri occhi. Quel 19enne di Porta Metronia che per la prima volta faceva la sua apparizione in uno studio televisivo, timido ma con la battuta pronta, educato ma con un velo di malizia, disponibile ma geloso della sua normalità. Che per lui è la famiglia. E Roma. "Dicono che so' mammone... e non è vero. Ma 'a mamma è sempre 'a mamma". C'è Anna Magnani, c'è la Lupa, c'è il Tevere che gli scorre nelle vene. C'è Mamma Roma in tutto quello che fa. E, di conseguenza, che ci comunica.

 

Essere Francesco Totti

Era il 6 aprile del 1996 quando Alberto Mandolesi, Fulvio Stinchelli ("Francè, ricordate sempre che gli unici amici so' i sordi che c'hai in saccoccia") e Carlo Zampa - storici giornalisti romani - lo "battezzarono" a Rete Oro. "Amici romanisti a casa: preparate cassette e videoregistratori, perché dopo la pubblicità vi faremo vedere i gol del nostro ospite...". Cassette, videoregistratori, roba da medioevo. Come i suoi jeans (ma non ridete, tra una ventina d'anni ve ne accorgerete). "Non so' tanti. Vorrei segnarne ancora tantissimi altri, ma solo con questa maglia". Non ha sparato la proverbiale fregnaccia. L'ha fatto davvero. Così è diventato affidabile, serio, ma con la faccia simpatica. Adorato dai bambini. Amato dalle donne (di tutte le età) e dai tifosi. Totti che buca le porte e lo schermo. "Cattivo" in campo, quanto pacato fuori, l'immagine della serenità. Eldorado della pubblicità. Che non ha fatto altro che rappresentarlo nella sua essenza. Il brand vincente di casa Totti.

 

Amò, che ha fatto l'Inter...net?

Ci ha accompagnato da testimonial di una compagnia telefonica nel passaggio all'alfabetizzazione digitale, con la moglie Ilary a "usarlo" da cavia, affermandosi come i Sandra e Raimondo della generazione 2.0, i Beckham de' noantri. La fiaba all'amatriciana, a nostro uso e consumo. "Forte 'sta tariffa, eh?". "È senza pensieri. Come te amore...". Il calciatore e la velina, daje de' tacco fuori, pantofolari inside. Chiamano i figli Cristian, Chanel e Isabel, ma magnano la porchetta. E tutti vissero felici e coatti. Come se coatti non significasse essere semplicente se stessi. "Mi sfottono per l'accento, per i modi, per qualche parolaccia. Dicono che sono ignorante, un burino. Forse dispiace che un giocatore importante sia a Roma e non altrove. Il potere del calcio non è un'esclusiva del Nord, ma la musica è sempre la stessa. Noi romani siamo viziati, pigri, prepotenti. La pensino come vogliono. Io sono romano e romanista, e così morirò". Senza scatto alla risposta.

 

Le barzellette

Il primo a intuirne le doti "extra-calcistiche" fu Maurizio Costanzo. Che convertì la sua autoironia in una fortunatissima idea editoriale. Nasceranno così i libri sulle barzellette, che venderanno oltre 2 milioni di copie (il ricavato sarà devoluto interamente all'Unicef), roba da fare impallidire Dan Brown e il suo Codice da Vinci. Che i video delle sue "performance" con i compagni di squadra e di Nazionale (da Buffon a Del Vecchio) sono ancora oggi tra i più cult della playlist pallonara.

 

Lo sdegno e... il cazzotto

Ma nell'iconografia tottiana ci sono anche tante macchie, prese ad esempio - giustamente, in taluni casi, per la felicità dei suoi tanti detrattori - come modello di anti-sportività, considerati messaggi negativi per l'educazione comportamentale dei giovanissimi. I calcioni a Massimo Ambrosini e Mario Balotelli; lo schiaffo a Ciccio Colonnese; la rissa con i giocatori del Galatasaray e il "caso Frisk"; l'atavica rivalità con la Juventus e le taglienti dichiarazioni post-gara ("Dovrebbero giocare un campionato a parte"). E poi lo sputo di Euro 2004 al danese Poulsen, valutato ancora più grave perché in maglia azzurra. Eppure, anche in quel caso, trovò qualcuno che lo prese in simpatia. Il "corsivetto" di Oriana Fallaci sulla Gazzetta del 19 giugno 2004 - dal titolo "Lo sdegno e il cazzotto", un'auto parodia de "La rabbia e l'orgoglio" - è una perla della comunicazione ai tempi di Totti.

"Caro Totti, capisco le necessità professionali, ma io non avrei chiesto scusa a nessuno. Erano tre ore che quel danese la prendeva a gomitate, pedate, stincate. Pur non essendo una tifosa di calcio, guardavo ed ho visto tutto. Con sdegno. Unico dissenso: io avrei tirato un cazzotto nei denti e una ginocchiata non le dico dove. Stia bene, dunque, non si rimproveri ed abbia le più vive congratulazioni".

 

Esultanze e look

Tra i marchi di fabbrica della premiata ditta Totti spiccano le sue esultanze. Mai banali, né casuali. Per amore di Ilary (Sei unica, il ciuccio), o per un dispetto alla Lazio (Vi ho purgato ancora) e alla solita Juve ("4, e a casa"). Fino al colpo di genio del selfie sotto la curva Sud dell'11 gennaio 2015 per festeggiare la doppietta nel derby, rimontato da 0-2. E che look...

 

Social influencer 

Quello dei social media è un mondo ancora tutto da esplorare per la Totti-comunication (gestita dal fratello Riccardo e dalla società Number Ten, holding di famiglia), che fino a qualche mese si è "limitata" al sito personale, per aprire le sue pagine Facebook e Youtube nel giorno del suo 40° compleanno, il 27 settembre scorso, rivelandosi subito un successo. Divertente anche l'askTotti su Twitter di un mesetto fa, quando si è concesso ai followers sulle sue passioni per gli altri sport, accettando la sfida a beach volley del pallavolista Ivan Zaytsev ("porto mia moglie, però"). Meno spassosa la sua strumentalizzazione nell'ultimo referendum, da cui ha preso le distanze proprio attraverso i social. Da queste piattaforme partono anche gli auguri per i compleanni di amici e campioni, oltre alle sue iniziative benefiche. Sul web ha anche annunciato ufficialmente che il 28 maggio sarà l'ultima volta che indosserà la maglia giallorossa. Meno seguìto il profilo Instagram, ma è stato letteralmente "travolto" dai fake. L'addio di domenica sarà - quantomeno - un'occasione per rilanciarlo.

 

Totti show

Ma la sua grandissima popolarità - finora, almeno - si è manifestata nel corso delle partecipazioni televisive, di cui contribuisce regolarmente ad alzare i picchi d'ascolto, dal Grande Fratello (condotto da Ilary) al Festival di Sanremo, convinto dall'amica Maria De Filippi. È entrato nella "casa" a giocare con i coinquilini del reality e si è prestato a "sostituire" Carlo Conti nella presentazione di un cantante, calciando anche un po' di palloni autografati in sala e rivelando la sua canzone preferita del Festival ("Il piccione" di Povia). Il meglio di sé - tuttavia - l'ha offerto da Fiorello, all'Edicola, dove ha confermato il talento di un incorreggibile battutista, sia al bar che in collegamento (via smartphone). "Ilary, tu che poster avevi in camera quando eri piccola?", chiede Fiorello. "I Take That!". "E tu Francesco?". "Io? Io Cicciolina...". 



 

Totti 10 e lode

Una volta disse dell'allenatore francese Rudi Garcia: "È un grande comunicatore. Come si dice a Roma, un bel paraculò". Francesismi a parte, è con i bambini che Francesco mostra il suo lato più tenero, innocente e... non sbaglia un congiuntivo. "Se non avessi fatto il calciatore? Avrei fatto il benzinaio. Perché mi piace l'odore della benzina, e perché quando aprivano il portafoglio avevano tantissimi soldi. Pensavo però che fossero i loro... ". Totti 10 e lode.