Nei giorni in cui, a Napoli, si discute della possibilità di riassegnare il 10 che fu di Maradona a Insigne, ci si interroga sul tema della maglia ritirata per sempre: tanti i club che, negli anni, hanno reso omaggio così a bandiere, capitani, o campioni sfortunati
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Storie di eroi come non ne fanno più, che in carriera hanno vestito un’unica maglia. In altri casi, storie tristi di campioni sfortunati, che hanno lasciato un vuoto enorme e un grande ricordo. In entrambi i casi, il modo migliore per onorarli è ritirare il loro numero di maglia: nessun altro, dopo di loro, potrà indossarlo
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PAOLO MALDINI (3) e FRANCO BARESI (6). In casa Milan sono ben due i numeri ritirati: due capitani difficilmente eguagliabili sotto il profilo della classe ma soprattutto della fedeltà ai colori rossoneri. Per entrambi lo stesso percorso, dalle giovanili al tetto del mondo, condividendo anche una buona fetta di carriera
GIACINTO FACCHETTI (3). In un'epoca in cui non esistevano i nomi sulle maglie e i numeri andavano dall'1 all'11, il 3 nerazzurro era quello di capitan Facchetti
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E ancora oggi anche i più giovani, spesso ragazzi che non l'hanno mai visto giocare, lo ricordano come uno dei simboli dell' "interismo" più puro
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JAVIER ZANETTI (4). Da un grande capitano interista a un altro, che ha giocato la sua ultima gara in nerazzurro con il "4ever" sulla schiena. 4 per sempre: dopo 19 stagioni con quell'unica maglia, battendo record su record (giocatore con più presenze nella storia nerazzurra, nonché il più vincente con 16 trofei), era il minimo che il club potesse fare
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DIEGO ARMANDO MARADONA (10). A Napoli, dopo un periodo di incertezza in cui qualcuno ha potuto godere del grande onore, hanno deciso: nessuno indosserà più la mitica 10. Un sogno che svanisce per tanti che amano il calcio, ma davanti a un'eccezione come il Pibe si può anche comprendere la scelta
ROBERTO BAGGIO (10). Il numero della fantasia sparisce anche a Brescia, dove il Divin Codino ha trascorso solo 4 stagione, ma incantando con le sue magie e chiudendo la carriera
VITTORIO MERO (13). Tragiche, invece, le circostanze che hanno portato il Brescia alla decisione di ritirare un altro numero, il 13: la scomparsa di Vittorio Mero, deceduto a 27 anni in un incidente stradale. Il suo ricordo verrà tramandato anche grazie a quella maglia
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JASON MAYELE' (30). Un incidente stradale è costato la vita anche all'attaccante del Chievo, morto a 26 anni. Grande commozione in tutto il mondo del calcio e la decisione di onorare così il 30 con cui scendeva in campo
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FEDERICO PISANI (14). Una carriera troppo breve anche quella dell'attaccante cresciuto nell'Atalanta, spezzata ad appena 23 anni a causa di un incidente stradale, in cui perse la vita insieme alla fidanzata. Il club nerazzurro gli ha intitolato il campo principale del Centro Sportivo Bortolotti a Zingonia e la curva Nord dello stadio di Bergamo
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NICCOLO' GALLI (27). A Bologna il centro sportivo è intitolato alla memoria del giovanissimo difensore (scomparso ad appena 17 anni in un incidente in motorino, tornando a casa dopo l'allenamento), figlio dell'ex portiere Giovanni Galli. Ritirato anche il suo 27, che da allora è il numero che indossa Quagliarella, suo compagno di nazionale giovanile
PIERMARIO MOROSINI (25). La morte del centrocampista del Livorno, avvenuta nel 2012 in campo nel corso della partita contro il Pescara, ha sconvolto il mondo del calcio, che in quell'occasione si fece trovare impreparato di fronte a una tragedia evitabile con l'uso di un semplice defibrilatore
Il 25 del "Moro" è stato ritirato anche dal Vicenza, altro club in cui aveva giocato, che gli ha intitolato il Centro tecnico di Isola Vicentina
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GIULIO SAVOINI (3). Sempre a Vicenza non si indossa più il 3, simbolo di un terzino che in biancorosso ha trascorso le stagioni dal 1953 al 1966 in campo, per poi diventarne anche allenatore
GIGI RIVA (11). Parli di fedeltà e non puoi non pensare a Gigi Riva, l'attaccante che rifiutò addirittura la Juventus per restare nella terra che l'aveva adottato e amato. Il Cagliari l'ha ringraziato ritirando l'11 con cui Riva, anche per motivi scaramantici, voleva sempre scendere in campo
GIANLUCA SIGNORINI (6). Altra bandiera, altro capitano. Simbolo della lotta alla SLA, la malattia che l'ha portato via nel 2002, Signorini è ancora oggi "il Capitano" per il popolo rossoblù. Nella foto, la figlia Benedetta con il presidente dello Sheffield FC in occasione della celebrazione dei 120 anni del club, nel 2013
MARCO ROSSI (7). Capitano del Genoa, vestendo la maglia rossoblù nel 2003-2004 e poi dal 2005 al 2013, Marco Rossi era il classico giocatore che non molla mai, che si adatta a qualsiasi ruolo e che dà tutto per la maglia. Ecco perché il suo 7 è stato ritirato nel 2014
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Altro numero che manca, quando in estate vengono assegnate le maglie al Genoa, è il 12. In questo caso si tratta di un modo per onorare i propri tifosi, ritenuti il “dodicesimo uomo in campo”
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VINCENZO ZUCCHINI (4). Il gettonatissimo 4 non si indossa più neanche a Pescara, dove a tutti ricorda il capitano (poi anche allenatore e team manager del club), in campo dal 1973 al 1979
ANTONIO GALARDO (4). Dal 2002 al 2015 al Crotone, con cui ha giocato per tredici stagioni consecutive e di cui è divenuto capitano nella stagione 2011-2012. Nel 2015 l'addio al calcio e il suo 4 in "bacheca"
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SALVATORE SULLO (41). Cittadino onorario di Messina, dove ha giocato dal 2001 al 2007 indossando il 41 che, una volta trasferitosi, ha scelto di non indossare mai più, inricordo di quella esperienza unica. La società, dopo la sua partenza, ha risposto al suo messaggio d'amore ritirando la maglia
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MICHELE MIGNANI (4). Al Siena dal 1996 al 2006 (con una piccola parentesi al Castel di Sangro). Maglia ritirata per il capitano della prima storica promozione in A del club: e chissà che non si faccia un'eccezione per "Mignani junior", in futuro...
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ROBERTO BREDA (4). Ancora un 4 ritirato: è quello dell'ex capitano della Salernitana, fedele al club dal 1993 al 1999 e tornato per chiudere la carriera nel 2003