Sedici anni fa la Capitale si è colorata di giallorosso per il titolo conquistato dalla squadra di Fabio Capello. Festa grande in campo e, soprattutto, in città, dove le celebrazioni sono andate aventi per intere settimane tra caroselli, bandiere, canti e cori
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17 giugno del 2001, ultima giornata di campionato. La Roma è campione d’Italia. E in città è subito festa. Strade colorate di giallo e di rosso. Dal centro alla periferia un’ebbrezza continua e contagiosa. Clacson, pianti di gioia, bandiere, canti, sciarpe sventolare al cielo. E poi i cori: per Totti, Montella e Batistuta. Ma anche contro la Lazio e la Juve, avversaria in quella stagione. Così Roma, 16 anni fa, ha celebrato lo scudetto conquistato dai giallorossi allora guidati da Fabio Capello. Ripercorriamo quella giornata con le immagini della partita e dei festeggiamenti in città -
La gara che, nel 2001, ha dato lo scudetto ai giallorossi, il terzo della storia, è stata Roma-Parma. Per cucirsi addosso il titolo, la squadra di Fabio Capello ha dovuto attendere l’ultimo turno. Le cronache di allora ci raccontano di un monologo romanista all’Olimpico. Finisce 3-1. Ad aprire le marcature, il capitano, Francesco Totti. Buffon battuto e via, a festeggiare sotto la Curva Sud dove i tifosi già cantavano “Siamo noi, siamo noi. I campioni dell’Italia siamo noi” -
Anche Bati fa gol. E la Roma cala il tris. Al 78’ i giallorossi vanno sul 3-0. Poi per il Parma segnerà Marco Di Vaio, ma poco importa. È scudetto. È festa. È ebbrezza: allo stadio Olimpico e in città -
Tanto pathos all’Olimpico 16 anni fa per la conquista dello scudetto da parte della Roma. Il pubblico è impaziente. Tanto che ancor prima del triplice fischio dell’arbitro, i tifosi entrarono sul rettangolo di gioco. Cosa non digerita da Fabio Capello, che ha tentato con grida e modi rudi di riportare la situazione alla normalità. "Verso la fine ci fu l’invasione dei nostri fan. Entrai in campo e cominciai a urlare contro tutti perché avevo paura che qualche tifoso potesse dare un cazzotto o una spinta a un giocatore del Parma. Si sarebbe potuto rovinare tutto", ha raccontato l'allenatore anni dopo -
Era la Roma di Emerson e Samuel. Di Tommasi e Zago. Di Cafu e Candela. Ma soprattutto, a far scintille in quella stagione furono Totti, Montella e Batistuta. Eccoli qui i tre tenori della Roma campione d’Italia. Il capitano ha chiuso quella stagione con 13 gol in campionato. Gli stessi dell’Aeroplanino, malgrado i continui attriti con Capello. Mentre l’argentino si è fermato a quota 20 -
Gabriel Batistuta, allora 32 anni, sorridente indossa la maglia celebrativa preparata dalla società per la conquista dello scudetto. Il Re Leone era stato uno degli acquisti di punta della Roma alla vigilia del campionato 2000-01. Per strapparlo alla Fiorentina, il presidente giallorosso Franco Sensi aveva sborsato 70 miliardi di Lire -
Batistuta, vero crack nella stagione 2000-01 della Roma e, in generale, dell'intero campionato, abbracciato dai tifosi giallorossi pazzi di gioia. Bati-gol è stato uno degli eroi della stagione -
Eccola la formazione che Capello ha scelto, il 17 giugno 2001, per battere il Parma e portare a casa lo scudetto. In porta, Antonioli. Difesa a tre: Zebina, Samuel e Zago. A metà campo: Cafu e Candela sulle fasce, Emerson in regia e Tommasi a recuperar palloni. Totti trequartista e in avanti la coppia delle meraviglie formata da Batistuta e Montella. Era una grande Roma, questa. Che in panca poteva contare su gente come Del Vecchio, in stagione spesso preferito all'Aeroplanino, Cristiano Zanetti e Di Francesco, attuale allenatore giallorosso -
Gioia pura, volti stravolti dalle urla di felicità: un’immagine che dice tanto di come a Roma, sponda giallorossa, sia stato vissuto l’arrivo del titolo al termine della stagione 2000-01 -
Una panoramica dell'Olimpico pieno zeppo di tifosi giallorossi. La Roma vinse il titolo nella stagione 2000-01 con 75 punti: record, in quel momento. La Juve, seconda, chiuse a 73. Capello portò a casa lo scudetto con il miglior attacco (68 gol fatti) e la terza difesa meno perforato dal torneo (33 reti al passivo) -
Lo scudetto a Roma, 18 anni dopo quello vinto con Nils Liedhom in panchina, è stato un evento da ricordare e raccontare ai posteri. Ecco perché tanti tifosi, come da tradizione, hanno cercato di portar a casa un cimelio: chi un pezzo di rete della porta, chi una zolla dell’Olimpico -
Al triplice fischio dell’arbitro di Roma-Parma, in città è esplosa la festa per la conquista dello scudetto. Bandiere giallorosse hanno fatto da cornice a tutti i più importanti monumenti. Qui la chiassosa sfilata in via dei Fori Imperiali, sotto il Colosseo -
In macchina o in motorino, a piedi, da soli o con gli amici. Difficile trovare un tifoso della “Maggica” che il 17 giugno 2001 non sia sceso in strada a festeggiare la conquista dello scudetto -
Lo scudetto vinto del 2001 dalla Roma ha avuto un sapore speciale. A renderlo tale, il fatto di averlo scucito dalle maglie della Lazio. E questo striscione esposto per le strade della Capitale 16 anni fa, ne è la dimostrazione: “Er tricolore a chi de Roma è er padrone” -
Lo stemma della Roma circondato dal tricolore e delle enormi forbici in cartapesta per scucire il titolo dalle maglie laziali: l’ironia anti-biancocelesti, ovviamente, è stato uno dei temi ricorrenti della festa scudetto dei giallorossi il 17 giugno di 16 anni fa. Diventare campioni d'Italia è bellissimo. Prendere lo scudetto ai "cugini" è il massimo -
Il popolo giallorosso festeggiò per le strade della Capitale per giorni. Poi, il 24 giugno, ci fu il mega evento al Circo Massimo, con il concerto di Antonello Venditti, che per l’occasione scrisse la canzone “Che c’è” -
"Il momento più bella della mia carriera penso sia stato il 2001, quando abbiamo vinto lo scudetto. Era un sogno che avevo da quando ero bambino e che sono riuscito a realizzare, anche perché come ho sempre detto vincere uno scudetto a Roma è come vincerne dieci da un'altra parte in Italia. Quando sei giovane pensi e speri di calpestare il prato dell'Olimpico, però era più un sogno che la realtà. A Roma si amplifica un po' tutto. Erano vent'anni che non si vinceva un titolo e quando l'abbiamo fatto è scoppiato il delirio. La gente diventa pazza, non capisce più niente, farebbe qualsiasi cosa per questi colori", ha detto Francesco Totti in un’intervista a Repubblica ripensando alla stagione 2000-01 -
La scalinata di Trinità de Monti invasa dai tifosi della Roma. Da notare il cartello sulla sinistra. Recita: “Lo scudetto non è bello se non è litigarello. Montella fai pace con Capello”. In quella stagione tra l’Aeroplanino e l’allenatore sono state frequenti le discussioni per il mancato impiego dell’attaccante o le troppe sostituzioni. Un rapporto difficile, tra i due. Ma i tifosi, in quel 17 giugno 2001, non ne volevano sapere di divisioni -
I festeggiamenti per lo scudetto della Roma sono stati un grande avvenimento popolare. Oltre a quel che è successo il 17 giugno e al mega-concerto del Circo Massimo il 24 giugno, nei quartieri della città per settimane si sono organizzate feste a tinte giallorosse per celebrare Totti e gli altri eroi della stagione 2000-01. Eccone qualche esempio. Il 25 giugno ci fu un evento in piazza a Porta Metronia, a due passi dalla casa natale del Capitano. Contemporaneamente, ci fu una festa anche all’Esquilino. Il 26 giugno, invece, fu la volta del quartiere Torre Angela. Il giorno dopo il giallorosso invase il Collatino e Centocelle -