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Buffon chiama Donnarumma alla Juventus: "Se viene qui non sbaglia". E sul futuro: "Parlerò con Agnelli..."

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Il capitano della Juventus e della Nazionale ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport, nella quale ha toccato moltissimi argomenti: il futuro, il legame con Bonucci, la finale di Cardiff e Italia-Svezia, Donnarumma, il VAR. "Nessun calciatore vorrebbe smettere, ma sono felicissimo perché sono arrivato ad una tappa importante della mia vita e sono sereno"

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A fine mese saranno compirà 40 anni e si appresta a vivere l'ultimo sprinta della sua lunghissima carriera. Anche se... una porta la lascia aperta. Non quella che difende da vent'anni a questa parte in campo, ma quella sul suo futuro. Gigi Buffon si è raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, affrontando svariati argomenti a partire dall'imminente (forse...) ritiro: "Sono felicissimo perché sono arrivato ad una tappa importante della mia vita e sono sereno. Potrei dire che sarò lo stesso anche a 60 anni, ma so che ci sono tante valutazioni da fare. Sono a disposizione totale del progetto Juve. Agnelli da cinque anni mi ripete: 'Vieni e mi dici se hai voglia di continuare. Anche stavolta farò così, ma l'unico caso certo in cui non smetterò è se vinciamo la Champions, per fare il Mondiale per Club". Il merito di una carriera così lunga è anche della Juve: "Mi ha stravolto la vita, ha cambiato il modo di concepire il lavoro. Anche se avevo già un imprinting simile dai miei genitori. Ma stare alla Juve è per pochi, è usurante ma ti forgia".

Capitolo Champions League

L'ultimo obiettivo rimasto, ancora da conquistare: "Tra la finale di Cardiff e Italia-Svezia rigiocherei la prima. Perché in Nazionale abbiamo palesato dei limiti, mentre a Cardiff ci è mancata la compattezza che è sempre stato il nostro punto forte. Abbiamo pensato di poter giocarcela alla pari e non era così. Sì, si può vincere contro chiunque ma quando il livello si alza bisogna stare attenti. Allegri dice che c'è troppa negatività sulla Champions qui alla Juve? Normale che per i tifosi sia così, le finali perse scotteranno per sempre. Ma noi avevamo fiducia di potercela giocare". Sarà la Champions l'unica a potergli far cambiare idea sicuramente: "Se la vinciamo non smetto".

"Bonucci è come un fratello. Donnarumma..."

"A Leo voglio bene come un fratello, mi piace tanto anche nei suoi eccessi. L'ambiente Juve era perfetto per lui, mi dispiace sia andato via. Sembrava la scelta di un uomo impulsivo e orgoglioso, ma lui mi ha detto che non è stato così. Vive di sfide, aveva bisogno di riaccendere il fuoco... Lo rispetto. Ma credo dispiaccia sia a me che a lui". Buffon poi "chiama" Donnarumma: "Gli consiglerei di venire alla Juve? Beh, non sbaglierebbe mai. Ma non vivo la sua situazione, quindi non posso dargli consigli perché quello che fa la differenza sono le emozioni, deve ascoltare le sue vibrazioni". Capitolo Nazionale: il pensiero della Svezia fa ancora male." "Non imputo niente a Ventura, perché quando si fallisce è colpa di tutti. Non siamo stati all'altezza, con la Svezia non è mai stata una passeggiata e questa volta è capitato di perdere, solo che valeva davvero tanto".

L'elogio ad Allegri

"Sento tanti complimenti per tutti, ma pochi per lui. Quest'anno sentivo dire in maniera inopinata che fossimo in difficoltà e che la difesa si fosse indebolita, ma abbiamo una squadra molto forte: vogliamo rivincere e la gestione Allegri è eccezionale. Nessuno però la pubblicizza. Io non farei mai l'allenatore, ma da lui prenderei lucidità, coraggio e follia che gli permettono di fare certe scelte in certi momenti".

"Il Var? Toglie un po' di pathos ma rasserena. Utilissimo"

"Non ho mai detto di essere contro o a favore del VAR, ma solo che il mezzo andava tarato. Sei minuti per controllare un'azione erano troppi, ora va meglio. E' utilissimo, toglie un po' di pathos ma alla fine rasserena gli animi e se questo aiuta ad accettare i verdetti, bene".

Sull'essere un esempio, sul talento sprecato di Cassano e sui suoi "n.12"

"Non sempre sono stato un esempio e alcune volte ho pagato a caro prezzo certe accuse - conclude Buffon - ma la gente ha apprezzato la mia umanità. Nell'errore, vero o presunto, non ho maschere. Un addio alla Kobe? Non ci riuscirei, non mi piace stare al centro della scena. E non vorrei che fosse ritirata la mia maglia, il calcio viene sempre prima dei calciatori". Chissà, magari verrà indossata da uno dei suoi tre figli: "Il mio erede sarà quello che avrà più fame e meno paura del confronto continuo con il papà. Il più pazzo e il meno sensibile". E a proposito di talento... "Cassano il giocatore, tra i miei compagni, che ne ha sprecato di più. Asprilla e Simone Pepe i più simpatici". E le sue tante riserve: "A volte provo disagio, appena posso cerco di far giocare chi mi sta dietro, ho sempre creduto nel gruppo".