Milan-Crotone è Gattuso contro Zenga: destini incrociati in Serie A

Serie A

Nel giorno dell’Epifania si sfidano a San Siro Milan e Crotone, un incrocio insolito tra un calabrese che allena una squadra milanese, e un milanese che siede sulla panchina dei calabresi. Eppure i primi anni di gavetta sono simili. “Rino è come me - ha detto Zenga - non si è mai fatto problemi a girare il mondo”. E i 3 punti in palio sono pesantissimi

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A volte il calcio è semplicemente una questione di destini incrociati, come quello di Walter Zenga e Gennaro Gattuso, ormai prossimi avversari nel 20° turno di Serie A a San Siro. Una bandiera dell’Inter contro una bandiera del Milan. Dodici stagioni in nerazzurro per Zenga. Tredici con la maglia rossonera per Gattuso. Uno un portiere, per tanti anni a difendere i pali della Nazionale. L’altro un centrocampista, a sudare e correre più di chiunque altro per l’azzurro. Ma soprattutto, un milanese ad allenare i calabresi, e un calabrese ad allenare i milanesi. Un incrocio insolito, per due che, in realtà, hanno carriere abbastanza simili nei rispettivi inizi. In campionati non sospetti, in nazioni dove la gavetta si può effettivamente definire tale. Certo, Zenga tra Romania, Serbia e Emirati Arabi ci ha fatto più di dieci anni. A Gattuso ne sono bastati quattro, partendo dalla Svizzera e poi finendo in Grecia, per ricevere la chiamata dei sogni. Già, forse c’è anche un pizzico di rammarico per uno come Zenga, che la grande panchina, quella dell’Inter, la sogna da sempre ma senza mai averla raggiunta. Eppure con Gattuso il rapporto è disteso, molto disteso: “Rino è calabrese, per questa gara si metta una mano sul cuore - scherza alla viglia di Milan-Crotone - a parte le battute sono contento per lui, mi è sempre piaciuto, ha iniziato come me la carriera da allenatore: è andato in giro per l’Europa, non si è mai fatto problemi nonostante le situazioni difficili che si è trovato ad affrontare, è una bella persona”.

La risposta di Gattuso non si è dunque fatta attendere: “Zenga? Non è un personaggio banale, è stato uno dei migliori portieri italiani. Lo conosco bene. Mi piace molto, è una persona vera e abbiamo tante cose in comune”. Già, tante, come per esempio il destino incrociato di due allenatori che si sfidano e sfidano, a vicenda, una squadra della propria terra. In realtà, a dirla tutta, Gennaro Gattuso sarebbe geograficamente più vicino a Cosenza che a Crotone. Tra l’Ezio Scida, dove ora Zenga siede in panchina, e la sua Corigliano Calabro sono un centinaio di chilometri, costeggiando il mare. Poco male, sabato il terreno sarà quello di San Siro, dove il Milan torna a giocare dopo la vittoria nel derby in Coppa Italia decisa da Cutrone, nato a Como, è vero, ma con forte assonanza proprio coi prossimi avversari di campionato. Dopo il successo sull’Inter è arrivato anche il pari di Firenze, dove i rossoneri hanno per la prima volta rimontato uno svantaggio, e dato un segnale di ripresa - seppur piccolo - quantomeno sotto l’aspetto della reazione mentale. Da quando si è seduto sulla panchina del Milan Gattuso ha collezionato tre vittorie, altrettante sconfitte e due pareggi tra tutte le competizioni: bene soprattutto in Coppa Italia, male in campionato, con 5 punti conquistati sui 15 disponibili. Zenga, invece, siede sulla panchina del Crotone da quattro match. Ko all’esordio contro il Sassuolo e dunque vittoria sul Chievo. Due sconfitte poi nelle ultime due partite, pur sempre però contro Lazio e Napoli.

L’obiettivo di Zenga è abbastanza chiaro, e si riassume con una sola parola: salvezza. Il sogno, invece, è proprio quello di finire esattamente come Gattuso, ma a parti invertite, sulla panchina della squadra del cuore: ”Sono nato e cresciuto interista ed allenare l’Inter è un’aspirazione - ha detto Zenga - i cugini rossoneri hanno dato la possibilità ad alcuni ex di sviluppare il loro sogno, mentre l’Inter no, ma continuo a vivere il mio presente”. Vero, questione di opportunità. E prima di Gattuso ci sono stati Seedorf, Inzaghi e Brocchi. Tutti più o meno bruciati da una panchina che da molti anni scotta terribilmente. Zenga di esperienza ne ha maturata tanta, tantissima. Tre anni in Romania, con anche un campionato vinto alla Steaua Bucarest. Dunque la Stella Rossa, e un altro titolo nazionale. Il Gaziantepspor in Turchia. Al-Nasr e Al-Jazira negli Emirati Arabi. Il Wolverhampton in Championship, più le parentesi italiane tra Catania, Palermo e Sampdoria. Gattuso era partito dal Sion, lì in Svizzera stava chiudendo la carriera da giocatore e si è ritrovato allenatore. Breve la parentesi col Palermo - altro tratto in comune con Zenga - dunque l’Ofi Creta in Grecia, il Pisa e la primavera del Milan. Il presente, invece, si chiama San Siro. Dove saranno l’uno contro l’altro, mettendo da parte i sogni e le radici, e pensando soltanto a passare un dolcissimo giorno dell’Epifania.