La morte di Davide Astori ha scioccato il mondo del calcio. Non è però la prima volta che una scomparsa ferma il mondo del pallone. Partendo da Meroni fino a Morosini, tra casi italiani e internazionali
Lo shock è enorme, la commozione anche. Perché ad andarsene è soprattutto un ragazzo di 31 anni. Davide Astori in carriera ha vestito tre maglie in Serie A: Cagliari, Roma e Fiorentina, dove era diventato capitano. Un lutto che scuote il calcio. Come già in passato la scomparsa di altri calciatori aveva lasciato grande tristezza. Impossibile farne un elenco. I nomi sono tanti e soprattutto sarebbe irrispettoso nei confronti di chi è mancato ridurre la loro storia a una serie di nomi. Ma non è la prima volta che la scomparsa di un giocatore è uno shock per il calcio italiano e internazionale.
Gigi Meroni (Torino, 1967)
Morì in un incidente stradale Luigi, detto Gigi, Meroni, all’età di 24 anni. Il centrocampista del Torino, oltre cento presenze in granata, venne investito in Corso Re Umberto nei pressi del civico 46. Prima lo scontro con una prima auto, dunque venne travolto anche da una seconda macchina in corsa. Morì in ospedale poche ore dopo l’impatto. Più di 20mila persone parteciparono ai funerali di Meroni e il lutto scosse l’intera città di Torino.
Giuliano Taccola (Roma, 1969)
L’attaccante della Roma morì il 16 marzo 1969, e la sua è la storia di uno dei tanti calciatori che hanno accusato un malore dentro al campo di gioco. La partita in questione era allo stadio Amsicora, durante Cagliari-Roma. Già prima del match Taccola iniziò a non sentirsi bene dopo i medicinali assunti per ridurre la febbre. Rientrato negli spogliatoi a partita finita un nuovo malore gli fece perdere conoscenza. Venne dichiarato morto successivamente in ospedale.
Renato Curi (Perugia, 1977)
Da quel giorno di ottobre nel 1977 lo stadio di Perugia porta il suo nome. Quello di un centrocampista che giocò tre anni in quella squadra. La partita della tragedia un Perugia-Juventus, giocata sotto un temporale. A inizio secondo tempo Curi si accasciò a terra dopo uno scatto: Romeo Benetti, Roberto Bettega e Gaetano Scirea lo aiutano a rialzarsi, ma subito dopo ricadde a terra privo di sensi. Morirà in ospedale un’ora dopo il malore. L’autopsia rileverà un’anomalia cronaca già rintracciata dagli esami compiuti con le precedenti squadre dove aveva giocato.
Andrea Cecotti (Pro Patria, 1987)
Altra tragedia, altro malore. Anomalo, vista l’eccellente condizione fisica di cui godono i calciatori, nonostante si stia qui parlando di molti anni fa. Cecotti era centrocampista nella Pro Patria, e morì a Treviso all’età di 25 anni sei giorni dopo dopo un malore che lo aveva colpito in campo. La sua condizione si era aggravata in ospedale, dove gli fu diagnosticata una trombosi alla carotide.
Gaetano Scirea (Juventus, 1989)
Indimenticabile e indimenticata bandiera della Juventus fu Gaetano Scirea. Soltanto quattro mesi prima aveva abbandonato il campo da gioco per diventare allenatore in seconda dei bianconeri. Fu proprio in un suo viaggio a Babsk - in Polonia - il 3 settembre del 1989 per visionare dei prossimi avversari in Europa - che fu coinvolto in un incidente stradale. L’auto, tamponata da un furgone, prese fuoco. Con la Juve vinse sei scudetti, ed è tutt’ora il terzo giocatore per presenze nella storia del club bianconero.
Giuseppe Campione (Spal, 1994)
Altro incidente d’auto fu quello che coinvolse Giuseppe Campione, ad appena 21 anni, e passato da poco dal Bologna alla Spal. L’auto guidata dall’amico Antonio Soda (rimasto illeso) finì contro un’albero. Nonostante le appena due gare giocate con la Spal, i tifosi gli intitolarono la loro curva.
Vittorio Mero (Brescia, 2002)
L’immagine che riporta a quel tragico 23 gennaio 2002 è quella di Roberto Baggio che esce dal campo in lacrime durante una semifinale di Coppa Italia. Per quel Parma-Brescia Vittorio Mero, difensore centrale di 27 anni, era squalificato, e stava viaggiando insieme alla famiglia sull’autostrada A4 in direzione Venezia. L’incidente fu fatale e la gara in corso fu sospesa dopo pochi minuti. Dopo quella tragedia il Brescia decise di ritirare in suo onore la sua maglia numero 13.
Riccardo Neri e Alessio Ferramosca (Juventus, 2006)
Ancora più tragica la morte di due diciassettenni del vivaio bianconero nel dicembre del 2006. I due giocatori della Berretti caddero in un laghetto nel centro sportivo di Vinovo. Vennero recuperati in condizioni disperate, e morirono successivamente nella serata del 15 dicembre. Quel giorno venne rinviata la partita tra Juventus e Cesena.
Piermario Morosini (Livorno, 2012)
Il caso italiano più recente è quello di Piermario Morosini, centrocampista del Livorno che, sul campo del Pescara, di accasciò a terra durante uno scatto a metà primo tempo. Soccorso dai compagni morirà poco dopo in ospedale. Morosini soffriva di una rara malattia ereditaria, la cardiomiopatia aritmogena.
CASI ESTERI
Marc-Vivien Foé (Camerun, 2003)
Non c’è però solo l’Italia ad essere stata scossa da un lutto improvviso. Tra i casi recenti e drammatici ci fu anche quello di Marc-Vivien Foé. Il centrocampista del Camerun si accasciò a terra al 72’ della semifinale di Confederations Cup contro la Colombia, aveva 28 anni. “Un leone non muore mai, sta soltanto riposando” - era il messaggio che alcuni tifosi della nazionale camerunese portarono sugli spalti dopo la sua scomparsa.
Miklos Feher (Benfica, 2004)
Era il 2004 quando il centrocampista del Benfica Miklos Feher si accasciò al suolo durante una partita in Portogallo. Dopo aver ricevuto un cartellino giallo pose le mani sulle ginocchia, cadendo al suolo in pochi secondi. Immediato l’intervento dei medici col massaggio cardiaco. L’ambulanza arrivò 14 minuti dopo l'accaduto per trasportare il giocatore nel vicino ospedale di Guimarães. Alle sera ne fu dichiarata la morte per fibrillazione ventricolare causata da cardiomiopatia ipertrofica.
Antonio Puerta (Sivigilia, 2007)
Durante la finale di Supercoppa Europea del 2007 tutti e 22 i giocatori scesi in campo portarono il suo nome scritto sulla maglietta, sia i compagni del Siviglia che gli avversari del Milan. Antonio Puerta, mediano spagnolo, aveva accusato un malore pochi giorni prima contro il Getafe. Morì di cardiomiopatia ventricolare destra aritmogena.
Daniel Jarque (Espanyol, 2009)
Ancora più recente, invece, la scomparsa di Daniel Jarque, avvenuta l’8 agosto del 2009. Il difensore dell’Espanyol era al telefono con la fidanzata quando a ucciderlo fu un’asistolia. Ogni partita, i tifosi dell’Espanyol lo ricordano al 21’ (il numero della sua maglia): con un minuto di applausi in sua memoria. Lo ricordò poi anche Andres Iniesta, che sotto la divisa della Spagna nella finale Mondiale 2010, aveva proprio una dedica per l’amico scomparso da poco. Da quel giorno in poi il centrocampista del Barcellona fu l’unico giocatore dei rivali blaugrana mai più fischiato dai tifosi dell’Espanyol durante i derby.
Naoki Matsuda (Yamaga, 2011)
Tragica fu anche la morte, nell'agosto 2011, di Naoki Matsuda, 34 anni, difensore ed ex nazionale del Giappone. Il calciatore nipponico, che con la maglia dei Blue Samurai aveva disputato il mondiale di casa del 2002, morì a due giorni dal ricovero d'urgenza dopo aver perso i sensi durante un allenamento con la sua squadra, il Matsumoto Yamaga.
Bernardo Ribeiro (Friburguense, 2016)
In tempi più recenti tragico il caso di Bernardo Ribeiro. Il brasiliano con un passato anche nelle giovanili del Catania. Il 17 maggio fu stroncato da un infarto nel corso di un’amichevole. Già nel primo tempo accusò un dolore al torace e chiese il cambio, morì poco dopo in ospedale.
Patrick Ekeng (Dinamo Bucarest, 2016)
Altro precedente recente quello di Patrick Ekeng, centrocampista nella Dinamo Bucarest che il 6 maggio del 2016, a soli 26 anni, morì per arresto cardiaco durante la partita col Vitorul Constanta.