Gli SkyTech di Juventus-Napoli: ecco perché i bianconeri non hanno mai tirato in porta

Serie A

Nel big match contro il Napoli, i bianconeri non hanno mai calciato nello specchio della porta. Da quando è stato inaugurato lo Stadium non era mai successo. Merito della squadra di Sarri o atteggiamento troppo remissivo della Juve. Proviamo a capire i motivi con l'analisi degli SkyTech

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Onestamente aspettarsi una partita spettacolare con una posta in palio così alta sarebbe stato abbastanza utpico. Per quella che è la tradizione del calcio italiano in generale soprattutto, per le pressioni che ne derivavano. Insomma vedere una Juve incapace di calciare verso la porta dell'avversario mai nella gara per la prima volta allo Stadium da quando è stato costruito (vale a dire dalla stagione 2011/12) è stato un evento, ma anche un dato significativo che fa riflettere. Insomma colpa della squadra di Allegri o merito del Napoli? Come sempre la verità sta nel mezzo, sicuramente si può dire che la Juventus non ha giocato a viso aperto e che il Napoli non è nel suo momento di maggiore brillantezza sotto il profilo del gioco ma la squadra di Sarri ha continuato, quantomeno, a proporre la sua idea di calcio fatta di palleggio, passaggi corti, tentativi di insinuarsi alle spalle delle linee avversarie per crearsi gli spazi necessari alla finalizzazione. Deve essere stato questo ad aver preoccupato, in maniera piuttosto evidente, Massimiliano Allegri che ha preferito giocare con un blocco squadra molto basso decidendo di sacrificare in maniera maggiore, rispetto alla normalità, fase di possesso e declinazioni offensive di tale possesso. Vediamo.

Nella fase di non possesso Juve con un 4-1-4-1

L'atteggiamento della Juventus è molto accorto sin dalle battute iniziali della gara. Allegri non vuole concedere superiorità nella fase di palleggio e allora abbassa gli esterni e la mezzapunta sulla linea dei centrocampisti andando a ricreare una linea di quattro per non dare superiorità numerica centrale ai tre del Napoli, con Pjanic a protezione della linea difensiva per "schermare" l'uscita di Mertens che, per caratteristiche, viene a ricevere la palla incontro per giocare corto e ributtarsi nello spazio. "Ecco vediamo come si schiera la Juve nella fase di non possesso - spiega Luca Marchegiani durante il match - Pjanic si abbassa sia a protezione della difesa ma anche per rimanere libero per fare ripartire l'azione in caso di riconquista della palla".

Linee cortissime, spazi ridotti, ma blocco troppo basso

Questa idea tattica, con un Napoli che pian piano prende confidenza con la partita e migliora la circolazione di palla, induce la Juventus a difendere molto (troppo?) vicina alla sua area di rigore. Dal punto di vista dell'occupazione dello spazio (indipendentemente dalla zona di campo) i bianconeri sono perfetti. Qui sotto, l'azione del Napoli sembra una vera e propria esercitazione (attacco Vs difesa) fatta in allenamento: la Juve mantiene una distanza tra i reparti ridottissima e ogni giocatore di Allegri porta pressione all'avversario che riceve palla. "La posizione della Juventus è quella di una squadra molto compatta, a protezione quasi dell'area di rigore, è molto bassa - dice ancora Marchegiani in telecronaca - Tanti uomini, tanta densità, Higuain in questa circostanza fa il centrocampista aggiunto ma diventa isolato un po' come Dybala che è stato poco coinvolto". Avesse la Juve avuto la forza di attuare questo tipo di fase difensiva 15 metri più avanti, in caso di recupero del pallone, la squadra di Allegri avrebbe potuto più facilmente servire gli attaccanti e supportare la fase offensiva con un numero maggiore di giocatori dovendo percorrere una distanza più breve verso la porta del Napoli.

Il Napoli si insinua tra le linee

La perseveranza del Napoli nella sua idea di calcio ne ha fatto un punto di forza e qualche volta di debolezza (quando manca lucidità soprattutto) della squadra. Nonostante l'atteggiamento così accorto (difensivamente parlando) della Juve, Sarri chiede ai suoi di continuare a palleggiare per disorganizzare il sistema bianconero, per creare un po' di disordine e dunque qualche spazio da attaccare. In questo caso Insigne si butta dentro, in area di rigore, non trova spazio, viene fuori e successivamente è Hamsik ad andare a "stuzzicare" Howedes alle spalle dei centrocampisti bianconeri: "Hamsik fa un movimento a mezzaluna e si butta nello spazio dove Howedes non è sufficientemente veloce ad andare a chiudere alle spalle di Pjanic che si arrabbia - dice Marchegiani - Per questo successivamente Allegri ha invertito il tedesco con Benatia".

Juve "uomo su uomo" sulla costruzione del Napoli

Sempre nella fase di non possesso la Juve, differentemente da altre volte, attua un pressing offensivo ma non ultra-offensivo. "Vengono a crearsi delle coppie, uomo contro uomo, addirittura Pjanic segue Jorginho fin nella sua trequarti per limitarne l'azione", spiega ancora Marchegiani. Tuttavia l'abilità del Napoli nel mantenere il possesso sta nel saper recuperare un po' di spazio all'indietro nonostante la palla si trovi in zona già avanzata. Il Napoli capisce di non poter "sfondare", gioca all'indietro accettando di perdere qualche metro ma con la consapevolezza che, "chiamando" la Juve a uscire ne potrà guadagnare di più in una zona meno densa di giocatori.

In fin dei conti, al netto della spettacolarità della gara, si può dire che un atteggiamento estremamente accorto della Juve non ha concesso alla squadra di poter essere pericolosa davanti nonostante la grande qualità che i bianconeri possono vantare nel reparto offensivo. Gli attaccanti sono stati serviti poco e male. D'altro canto, però, si può anche evidenziare come, in senso difensivo, la Juve abbia funzionato bene. Infatti, il gol subito è arrivato da una palla da fermo ed è stato, dunque, frutto di un episodio, unico modo per risolvere una gara bloccata tatticamente ma nella quale è stato certamente il Napoli (anche per ovvie ragioni di classifica) a cercare maggiormente la vittoria.