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Inter-Juve: le partite più belle dei bianconeri a San Siro

Serie A

Alfredo Corallo

La "Linguaccia" di Del Piero dopo il gol della vittoria all'Inter del 12 febbraio 2006 al Meazza

La linguaccia di Del Piero, il destro "chirurgico" di Marchisio, la doppietta di Kovacevic, i miracoli di Storari, i sigilli di Matri e Trezeguet, l'esultanza del "tarantolato" Antonio Conte nell'anno dell'ultima Champions: sette vittorie bianconere, tutte per 2-1, in casa dell'Inter. Sette come... 

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La copertina è firmata da Alex Del Piero e non potrebbe essere altrimenti, è una cartolina, una lettera d'amore, con tanto di francobollo, dritta al cuore degli juventini: perché la punizione-dedica del 2006 festeggiata con la "linguaccia" a San Siro è per tutti il "manifesto" della Juve vincente in casa dell'Inter. Ma c'è anche il destro "chirurgico" di Marchisio nel 2011 al debutto di Conte da allenatore contro i rivali di sempre e proprio lui, Antonio, che nel 1996 - da capitano della Juve di Lippi - aveva regalato ai suoi la vittoria nella stagione dell'ultima Champions a tinte zebrate. E ancora la doppietta di Kovacevic (al Lippi interista) nel 2000 e il doppio miracolo di Storari del 2015 nel segno di Morata; il sigillo di Trezeguet (2008) e il colpo di "Mitra-Matri" (2013). Con un imprescindibile denominatore comune: il 2-1, o meglio 1-2, che ha marchiato a fuoco le 7 meraviglie della recente storia juventina nella Milano nerazzurra.

1995-96: il fuoco di Sant'Antonio

La prima delle 7 magie si materializza il pomeriggio del 20 aprile 1996, con la Juve già qualificata e proiettata alla finale con l'Ajax e l'Inter di Hodgson - quella di Paul Ince, Roberto Carlos, dell'esordiente Zanetti, Branca & Ganz, "Fontolino" Fontolan - rilanciata dai 12 gol a Cremonese e Padova e chiamata alla vittoria per ridurre a 4 i punti di svantaggio dagli stessi bianconeri nella corsa a un posto in Champions, alle spalle del Milan (ai tempi i posti erano due). Dopo l'euro-notte di Nantes, Lippi sceglie di far rifiatare Vialli, Del Piero e Ravanelli e schiera l'inedita coppia d'attacco Padovano-Lombardo che confezionerà l'azione del vantaggio, chiusa da "Popeye". Nella ripresa il raddoppio del "tarantolato" Conte (vedere l'esultanza) e l'inutile 1-2 di Ganz in un mare di rimpianti. Alla fine la Juve manterrà la seconda posizione e sarà campione d'Europa; l'Inter - solo settima - strapperà comunque il pass per la Coppa Uefa, che poi "rischierà" di vincere (persa ai rigori con lo Schalke 04).  

1999-2000: la Darkomania

È una stagione che - a posteriori - gli juventini preferibbero dimenticare, perché naufragata fatalmente nella palude di Perugia. Ma per Darko Kovacevic la pioggia del Meazza evoca il più dolce dei ricordi, il gigante serbo quella sera entrò nel cuore dei tifosi, contagiati dalla "Darkomania" (così recitava uno striscione a lui riservato). Lanciato in campo da Carlo Ancelotti al fianco di Pippo Inzaghi - con Del Piero trequartista a non far "rimpiangere" lo squalificato Zidane - Kovacevic fa a sportellate con Blanc e Cordoba e nella ripresa affonda il cargo battente bandiera nerazzurra e il suo comandante Lippi, passato nel frattempo sull'altra sponda. Prima un pallonetto, smarcato da SuperPippo in un inedito slancio di altruismo; poi va su in cielo e anticipa lo "stralunato" Peruzzi con uno stacco fenomenale, proprio nella notte orfana del Fenomeno, quello vero. La rasoiata di Seedorf e la maglia con dedica ("Non mollare") servirà soltanto a rigirare il coltello nella piaga degli interisti, ancora scossi - appunto - per l'infortunio di Ronaldo nella finale di Coppa Italia con la Lazio.  

2005-2006: la linguaccia di Del Piero

Domenica 12 febbraio 2006 si annuncia come una battaglia e basterà citare alcuni dei protagonisti per intuire che le premesse non saranno tradite: da una parte Zanetti, Samuel, Veron, Stankovic, Adriano e Martins; dall'altra gente come Buffon, Thuram, Cannavaro, il giovane Chiellini, Camoranesi, Vieira, Emerson, Nedved, Trezeguet e Ibrahimovic. Anzi, sarà proprio lo svedese - che in estate si trasferirà alla corte di Moratti - a sbloccare la gara; e al pareggio di Samuel risponderà Del Piero, mandato in campo da Capello a furor di popolo. A 5 minuti dal termine Alex confeziona una "maledetta" che ancora oggi rimane scolpita nella memoria degli juventini per la "linguaccia", che da lì diventerà il nuovo marchio di fabbrica del numero 10 più amato nella storia bianconera. Era febbraio ma fu il gol-scudetto, perché scongiurò le velleità della squadra di Mancini, ora a -12. Anni dopo, ospite della Bocconi, il fuoriclasse veneto chiarirà: "In realtà la linguaccia l'avevo già fatta, ma quell'occasione fu così importante che passò come la prima...". 

2007-08: Ritorno al futuro

Il 22 marzo del 2008 la Juventus torna al Meazza dopo l'anno di "purgatorio" in Serie B per le sentenze di Calciopoli. "Avvelenati" per l'eliminazione in Coppa Italia  - rimontati a Torino da uno stratosferico Balotelli - i ragazzi di Ranieri vanno in vantaggio con una penetrazione di Camoranesi e raddoppiano con il solito Trezeguet, che approfitta di un'incertezza di Burdisso e renderà vano il gol del portoghese Maniche. Gli interisti avranno di che rifarsi vincendo lo scudetto e staccando i rivali di 13 punti in classifica, un terzo posto che consentirà tuttavia a Del Piero e compagni di riassaporare le notti di Champions, vedi quella da standing ovation (tutta per Alex) al Bernabeu appena qualche mese più tardi. 

2011-12: la Favola del Conte e del Principe 

Dopo un paio di belle stagioni i bianconeri incappano in altrettante delusioni, con quei due settimi posti che gridano vendetta. Antonio Conte ha preso le redini della squadra che il 29 ottobre del 2011 si presenta in casa dei campioni del mondo in carica, guidati proprio da quel Ranieri che era stato l'ultimo a sbancare San Siro.  Alla rete di Vucinic replica Maicon, ma è il destro chirurgico del "principe" Marchisio a lanciare la Juventus verso il titolo, aprendo un ciclo e segnando di fatto la fine dell'epopea interista: è la Juve della BBBC, di Pirlo, Vidal e dell'eterno Del Piero, che metterà la firma su quello scudetto. 

2012-13: un colpo di Mitra

Il 30 marzo del 2013 Gigi Buffon diventa il portiere più battuto della storia juventina, ma per una buona causa: il gol del pareggio subito a Milano da Palacio consentirà ad Alessandro Matri di avere un'altra giornata di gloria a San Siro dopo quella della stagione precedente nello scontro-scudetto con il Milan. Un "pomeriggio" indimenticabile: perché a distanza di 15 anni Inter-Juve si gioca con la luce, irradiata - già - anche dal destro di Quagliarella, e dall'assist di Cassano al Trenza, imitato dalla Quaglia sugli sviluppi del gol di rapina del Mitra-Matri, che "fredda" la difesa di Stramaccioni e si cuce un pezzetto di titolo sul petto.

2014-15: Juve Settebellezze

Il 16 maggio del 2015 la Juve si presenta a Milano sognando il "triplete": con lo scudetto già in cassaforte, reduce dal pareggio del Bernabeu che la proietta in finale di Champions con il Barcellona e l'imminente finale di Coppa Italia contro la Lazio che induce Allegri al massiccio turn-over (risparmia 6 titolari, tra cui il capocannoniere Carlitos Tevez). Dall'altra parte Roberto Mancini schiera un'Inter super offensiva con il tridente Shaquiri-Icardi-Palacio supportato da Kovacic e Brozovic, costretti a vincere per rimanere attaccati al treno dell'Europa League. Maurito la prende subito di petto, nel senso che devia proprio con i pettorali una fiondata di Brozo, siglando la sua quinta rete ai bianconeri. Shaquiri coglie in pieno l'incrocio e sarà lo sliding doors del match. Perché da un "folle" retropassaggio di Medel nasce la ripartenza fulminea di Matri, steso in area da Vidic: Marchisio spiazza Handanovic che, a 7 minuti dal termine "sviene" su un tiro non certo irresistibile di Alvaro Morata, già decisivo a Madrid. Ma non è più tempo di pensare al Real e alla Champions, c'è un altro scudetto da vincere e l'ottava meraviglia da scrivere, l'indirizzo è sempre lo stesso: "Stadio Meazza".  

 
2015-16: Storari Settebellezze