Inter-Juve, rivivi le emozioni della notte di San Siro

Serie A

Il big match di San Siro ci ha regalato una sequenza di emozioni incredibili. Dalla coreografia nerazzurra alle parole del post partita, il derby d'Italia ha avuto al suo interno una serie di episodi che meritano di essere analizzati singolarmente per rivivere al 100% l'atmosfera rivelatasi magica per i colori bianconeri

PAZZA JUVE, HIGUAIN FIRMA LA RIMONTA: INTER KO 3-2

VECINO, PJANIC E L'INEVITABILE INCOERENZA DEL VAR

LO SFOGO DI ALLEGRI: LO SCUDETTO SI VINCE CON GLI SCHEMI O I CAMPIONI?

La sfida tra Inter e Juventus di ieri è stata, dal punto di vista delle emozioni, probabilmente la più bella degli ultimi 10 anni. Oltre all’importanza del match in sé – non valeva così tanto per entrambe le squadre praticamente dal 2010 – è stato un incontro avvincente per i continui ribaltamenti di fronte, lo spirito combattivo in campo, le polemiche e la splendida cornice di San Siro che ha registrato il sold out e il record d’incassi. Proprio la coreografia del pubblico interista – riferita ironicamente al numero di finali di Champions perse dai rivali storici - ha fatto da apripista al match dopo una vigilia caratterizzata da tanta tensione per i pesanti punti in palio, ma dai toni relativamente bassi. Un pubblico dalle grandi occasioni che sperava di vincere contro la Juve per ottenere tre punti chiave per la zona Champions e contemporaneamente frenare la corsa scudetto dei bianconeri.

13' - 18': Sblocca Douglas, Vecino va sotto la doccia

La carica dei tifosi non è riuscita inizialmente a trascinare l’Inter che, al contrario, nel giro di cinque minuti ha visto la strada della sua partita diventare sempre più in salita e ripida. Prima del quarto d’ora è arrivata la prima doccia gelata, con il sinistro di Douglas Costa (quarto centro in campionato) a sbloccare il punteggio. Un paio di minuti per rivedere la posizione del brasiliano e l’eventuale tocco di Matuidi e la sfida è ripartita. Neanche il tempo di ricominciare che Orsato ha dovuto ricorrere nuovamente alla VAR per giudicare l’entrata di Vecino su Mandzukic. Il fallo dell’ex viola, inizialmente giudicato solo da ammonizione, alla fine ha portato all’espulsione diretta e lasciato la squadra di Spalletti in 10 per più di 70 minuti.

52' - 65': L'Inter reagisce con Icardi e l'autogol di Barzagli

I nerazzurri, nonostante l’inferiorità numerica, hanno disputato una partita stoica, riuscendo nel giro di 13 minuti, a compiere un’incredibile rimonta. Prima il pareggio di testa di Icardi, solita bestia nera per la Juventus, poi l’autorete maldestra di Barzagli dopo una bella azione personale di Perisic che ha approfittato di un Cuadrado schierato terzino e non abituato a una fase difensiva così intensa.

87' - 89': Ribaltone Juve

Nei minuti finali però la stanchezza fisica ha avuto il sopravvento sull’Inter e la squadra di Allegri, anche con un pizzico di fortuna, è riuscita a effettuare la controrimonta. L’autogol di Skriniar, su un cross teso e pericoloso di Cuadrado, ha riportato il punteggio in parità, e all’89’ Higuain, di testa come il connazionale in maglia nerazzurra, ha trasformato la rete da tre punti che ha proiettato i suoi a +4 sul Napoli.

Allegri: "Vittoria importante per lo scudetto"

Successo che potrà risultare fondamentale per lo scudetto, come dichiarato anche dallo stesso Allegri nel dopopartita: “Vittoria decisiva perchè, in caso di mancato successo, il Napoli avrebbe avuto la chance di sorpassarci. Ma nel calcio non si sa mai, soprattutto nelle ultime partite dove l'incertezza è tanta. Alla fine fortunatamente l'abbiamo ribaltata, dopo un secondo tempo difficile. Poi il fatto di aver vinto questa partita in casa dell’Inter è un altro fattore a nostro favore”.

Allegri: "Si parla troppo di teoria"

L’allenatore bianconero, allontanato a fine partita nel tentativo di riportare la calma tra i suoi giocatori dopo il terzo gol, ha evidentemente sentito la tensione del match e di questi giorni. Da qui è nato il dibattito su schemi e idee con Daniele Adani, ospite allo Sky Calcio Live per commentare il post partita. “Bisogna capire bene i momenti della stagione – ha spiegato il mister toscano -. Il calcio oggi è diventato troppo teoria, a basket hai 24 secondi e se non riesce lo schema dai la palla a quello più bravo. Nel calcio, invece, pensate che si vince con gli schemi: se fosse così Messi e Ronaldo non varrebbero così tanto. Mentre dalle scuole calcio bisognerebbe iniziare a lavorare sulla tecnica dei calciatori, invece si pensa solo agli schemi e questo è il male del calcio italiano”.

Adani: "Le idee sono tutto"

Diverso il parere dell’ex difensore che ha invece ha voluto concentrarsi sulle idee “perché sono quelle che danno un animo al gioco che amiamo”. “A questi livelli non possiamo rendere schema una parola vuota - ha ribattuto l'opinionista di Sky -. Per me schema è una parola cinica, vuota, conseguenza di un’idea che crea anche condizioni mentali e fisiche. Io non voglio giudicare le difficoltà della Juve, ma capire perché sta incontrando questi problemi a partire dalla partita contro la SPAL”.

"Questa vittoria è stata una vitamina gigantesca"

Ciò non toglie comunque che la Juventus alla fine è riuscita a strappare tre punti importantissimi per il campionato. “Una vitamina gigantesca”. Così l’ha definita Gianluca Vialli per far comprendere che effetto potrà avere questo successo a livello mentale sui calciatori bianconeri. L’ex attaccante ha poi aggiunto la sua disamina sui cambi effettuati da Allegri e su come questi hanno cambiato la partita: “Con l’ingresso di Dybala, Bentancur e Bernardeschi al posto di Khedira, Pjanic e Mandzukic il ritmo si è alzato, mentre chi era in campo prima andava troppo lento. Così sono riusciti a mettere alle corde l'Inter nella parte finale di gara e con la qualità giusta in campo hanno vinto la partita".

"Sostituzioni decisive in termini di qualità"

Differente invece il pensiero che ha espresso Adani: "Secondo me le sostituzioni non hanno cambiato il ritmo alla gara – ha detto -. La Juve non l’ho vista dominare, ma l’Inter era schiacciata perché stanca. Non hanno dato una scossa alla partita tanto i cambi, ma la qualità dei giocatori che sono entrati. I cambi hanno dato qualità alla Juve, ma non hanno spostato gli equilibri, tanto che i bianconeri hanno sofferto e subito l’Inter anche in 10”.

Spalletti: "Il cambio di Icardi? Ho sbagliato"

Anche in casa Inter, secondo molti, le sostituzioni sono state decisive per il ribaltone subito negli istanti finali del match. In particolare quella di Icardi, autore del parziale 1-1, e sostituito per lasciar spazio a Santon dopo un disguido in cui sembrava Perisic destinato a uscire per far entrare il terzino classe 1991. Un qui pro quo che ha spiegato direttamente Spalletti ai microfoni di Sky a partita conclusa: “Dovevo togliere Perisic, poi mi aveva detto che la gamba era ripartita e l’ho lasciato in campo perché mi poteva servire per le sue caratteristiche – le parole dell’allenatore nerazzurro -. Poi è chiaro che, se va a finire così, la sostituzione è sbagliata e si pagano le conseguenze. La squadra meritava e ha fatto una grande partita, di sacrificio e d'intensità”.

Icardi, dall'euforia alle lacrime

La serata del centravanti argentino è stata molto particolare. Iniziata, come prevedibile, con tantissime responsabilità addosso vista l’importanza della partita e l’avversario che aveva di fronte, ha messo subito al servizio dei compagni la tipica garra argentina. Come successo in altre 7 precedenti occasioni, è anche riuscito a trafiggere Buffon e regalare il momentaneo pari ai suoi. Poi però l’euforia per il parziale vantaggio si è trasformata in amarezza dopo il cambio chiesto per le precarie condizioni fisiche e, soprattutto, dopo l’uno-due firmato dai bianconeri. In 120 secondi dalla vittoria si è passati alla sconfitta e Icardi non è riuscito a trattenere la delusione, sfogando la frustrazione in lacrime.

Pjanic: "La prima ammonizione non c'era"

Se per alcuni i cambi dei due allenatori hanno dato un’impronta decisiva alla gara, per altri ha influenzato la mancata espulsione di Pjanic, non sanzionato con il secondo giallo dopo un doppio intervento in ritardo. Cartellino rosso che per lo stesso protagonista non ci sarebbe dovuto essere. “Vincere così è ancora più bello – ha dichiarato il bosniaco - Sul primo fallo Orsato ha esagerato nell’ammonirmi, quindi ho dovuto fare una partita di gestione e inteligenza per non rischiare di uscire fuori anzitempo. Poi ho fatto fallo su Rafinha ma non era da giallo, mi sono scusato ma non l’ho visto arrivare e penso che l’arbitro abbia fatto una buona partita, tenendo conto della mia ammonizione che secondo me non c’era”.