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Matteo Marani: "La Juventus ha sempre una riserva in più "

Serie A

Matteo Marani

L'uomo scudetto è Douglas Costa, un cambio che non è un cambio. Ha trascinato i bianconeri al settimo scudetto consecutivo, un altro merito di Allegri, bravo a trovare sempre la soluzione giusta. Sarri? Non può ricominciare una stagione se non è convinto al 110%  

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La prima delle tre immagini legate all’ultima giornata di campionato è quella che ritrae Douglas Costa, il grande protagonista della partita di sabato, quello che ha messo il sigillo facendo assist prodigiosi, su quello che è il settimo scudetto della Juventus. L’altra storia è quella del Napoli, con le immagini di Jorginho e delle sue lacrime: un ponte sul futuro, che ci proiettano su quello che potrà succedere, celebrando anche quello che è stato fatto quest’anno dagli azzurri. Ho scelto il pianto del centrocampista brasiliano perché proprio lui è oggetto del desiderio, in particolare del City, per ragionare su cosa potrà succedere da qui in avanti, alla squadra di Sarri. L’ultimo flash è per Rafinha, perché in questo momento è senza dubbio il giocatore simbolo dell’Inter. Il suo miglioramento è sotto gli occhi di tutti, questo è il suo valore ed oggi è un giocatore che fa la differenza e che magari potrà diventare determinante per l’Inter nella corsa che conta, quella della Champions.

La Juve ha sempre una riserva in più

Nel momento in cui la Juve ha avuto difficoltà, anche a livello di emotività, Douglas Costa ha sempre fatto la differenza. Il centrocampista brasiliano ha 28 anni, è nel pieno della sua carriera, ha sei stagioni con lo Shakhtar e due con il Bayern Monaco, 70 presenze in Champions League: appartiene all’Europa di primissimo piano. E’ un cambio che non è un cambio, sarebbe titolare in qualunque squadra. Allegri ha la fortuna ed il privilegio di togliere Matuidi e mettere in campo un giocatore così e poi vincere la partita. La Juve è stata brava durante la stagione a trovare ogni volta la soluzione giusta: c’è stato il momento di Dybala, poi quello di Higuain, Bernardeschi, Mandzukic, e oggi Douglas Costa. La Juventus è una squadra che ha un patrimonio tecnico e qualitativo straordinario per il campionato italiano. In questo bisogna riconoscere il merito di Allegri, bravo nella fase difensiva, ma ha anche attinto al meglio dal suo parco attaccanti. Da qui il record del miglior attacco degli ultimi 60 anni: questo a dimostrazione di una crescita ulteriore e la Juve, per la terza volta con Allegri, va oltre i 90 punti. Quest’anno non bastavano i punti ed i gol dello scorso anno e la Juve ha fatto qualcosa in più. L’impressione che ti dà la Juve di Allegri è che, di fronte a qualunque avversario, avrebbe avuto sempre una riserva in più.

Le domande di Sarri

Penso che l’allenatore del Napoli in questo momento si stia facendo delle domande, per capire se ha le motivazioni giuste per rimanere ed affrontare una nuova stagione che, per forza di cose, sarà molto più dura di questa. Questo campionato è stato l’exploit- non inatteso- ma ora Sarri, nella peggiore delle ipotesi, deve ripetere quanto fatto in questa stagione. Probabilmente ci sta pensando da dopo la partita di Firenze, dove si è infranto il sogno degli azzurri. Ora c’è il risveglio, la realtà che ti obbliga a ragionare su cosa fare domani. Sicuramente Sarri non può ricominciare una stagione se non è convinto al 110% di quello che lo aspetta. L’allenatore è molto legato alla piazza (che contraccambia) e mi colpisce che a volte ci sia più amore tra i tifosi e l’allenatore che tra l’allenatore ed il presidente, però non credo neanche ad una “separazione in casa” tra i due. Immagino inoltre che De Laurentiis stia aspettando di capire cosa Sarri voglia fare. Penso che l’allenatore debba scegliere in base al suo istinto, poi non c’è dubbio che serva un programma allettante per trattenerlo. La rosa va sicuramente ritoccata, allargata, ma lo stesso Sarri deve cambiare mentalità. Anche se andrà in un altro club, l’allenatore dovrà ragionare su 20-25 uomini e non più su 15 giocatori.