Napoli, per Ancelotti pizza nel cuore della città: Carlo è già di casa

Serie A

Luca Cassia

Carlo Ancelotti è sempre più nel cuore di Napoli, appartenenza totale con città e società

Atteso dalla sfida di sabato contro il Milan, prima volta da avversario dall'addio nel 2009, Carlo ha gustato una pizza nel Rione Sanità in compagnia della famiglia e di Giuntoli. Mai era successo con Sarri e Mazzarri. L'ennesimo segnale della sintonia tra il nuovo allenatore e il mondo Napoli dalla dirigenza alla tifoseria

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Rivoluzione o continuità? Presto per dirlo dopo i primi 90 minuti del campionato, certo è che l’avvento di Carlo Ancelotti a Napoli è nato sotto i migliori auspici. Tre punti all’Olimpico contro la Lazio, qualche accorgimento tattico senza stravolgere l’ottimo lavoro del predecessore Sarri: un’abilità senz’altro dettata dall’esperienza in panchina e da quell’etichetta di "normalizzatore" (tattico e dialettico) che lo accompagna da anni. Sul conto di Re Carlo parla il curriculum con 20 titoli in bacheca conquistati in tutta Europa, ribalta internazionale che lo premia non a caso con tre Champions League al pari di Paisley e Zidane. Quale migliore rinforzo nell’estate azzurra per elevarsi in Italia e in chiave continentale? Così avrà pensato il presidente Aurelio De Laurentiis, il primo a congratularsi con l’uomo di Reggiolo e tutta la squadra dopo l'ottimo esordio stagionale: Ancelotti mancava da nove anni in Italia e, inevitabilmente, la sua mano è già impressa nell’identità di un gruppo votato al calcio sarriano.

Stesso modulo e protagonisti adottati dal collega passato al Chelsea, perfino un gol (quello di Milik) che ricalca l’idea varata da Sarri. Eppure proprio la presenza di Milik e non Mertens, oltre a capitan Hamsik nelle vesti di regista, ha segnato le prime differenze ribadite da un punto fermo come Allan per preparazione, metodi di gioco e gestione del pallone. Se i tifosi del Napoli non hanno gradito la campagna di mercato estiva, l’arrivo di Ancelotti ha già conquistato lo spogliatoio e stregato i suoi uomini per personalità e serenità. Nient’altro che uno dei valori aggiunti di Carlo dalla stima riconosciuta per il suo precursore in panchina: "Non butterò via le certezze che ho ereditato da lui, sicuramente sto provando ad aggiungere qualcosa di mio". Effettivamente quanto accaduto nella giornata di martedì ha già dell’inedito: Ancelotti è stato avvistato in compagnia della famiglia e del ds Cristiano Giuntoli a gustarsi una pizza nel "ventre di Napoli", il Rione Sanità, cuore pulsante del capoluogo campano. Nulla di strano, dite? Ebbene, eccezion fatta per Rafa Benitez prestatosi in una sola occasione, i colleghi Sarri e Mazzarri mai erano stati immortalati in episodi simili. Un pasto conviviale andato in scena alla "Concettina ai tre santi", ennesimo segnale della sintonia tra il nuovo allenatore azzurro e il mondo napoletano. Dalla società alla tifoseria, la dolce rivoluzione di Re Carlo votato alla semplicità è già in atto.

Era ADL, tutte le prime panchine al San Paolo

Atteso dallo scontro ravvicinato contro il Milan, prima volta da avversario in gare ufficiali dall’addio nel 2009, Ancelotti affronterà da "nemico" il suo Diavolo in Serie A come non accadeva dal lontano 2001. Un esordio casalingo dal sapore amarcord e dalla grande attesa per il primo abbraccio azzurro al nuovo leader della squadra. Un battesimo a Fuorigrotta che ha regalato alterne fortune per tutti gli allenatori dell’era De Laurentiis a partire da Gian Piero Ventura: era la stagione 2004/05, la prima di ADL ai vertici della società costretta a ripartire dalla C1. L’ex Ct della Nazionale venne bloccato sul 3-3 dal Cittadella nella 'prima' davanti al pubblico azzurro, poi verrà esonerato a gennaio a beneficio di Reja che s’arrese nella finale playoff contro l’Avellino. In quel campionato andò meglio proprio al goriziano Edi, 4-1 al Lanciano con doppietta di Calaiò per la gioia di tutto il San Paolo. Reja resterà alla guida degli azzurri fino all’8 marzo del 2009, quando dopo 5 anni a sostituirlo fu Roberto Donadoni: un’ex bandiera del Milan che, guarda caso, debuttò in chiave interna pareggiando 0-0 contro i rossoneri prima di traghettare la squadra al 12° posto.

Confermato in Serie A per la stagione 2009/10, Donadoni pagò il difficile avvio di campionato (7 punti in altrettante gare) cedendo il testimone a Walter Mazzarri: l’attuale tecnico del Torino debuttò ufficialmente al San Paolo battendo 2-1 il Bologna grazie a Maggio in pieno recupero, primo esame di un’annata che valse l’accesso all’Europa League. La gestione di Mazzarri è andata in archivio a maggio 2013, separazione che ha favorito l’ascesa di Rafa Benitez dall’ottimo impatto assoluto: la 'prima' dell’allenatore spagnolo andò in scena a Fuorigrotta ai danni della stessa vittima, il Bologna, travolto da Callejon e da un doppio Hamsik. A fine campionato il 3° posto assicurò la Champions League, piazzamento migliorato da Maurizio Sarri in seconda posizione alla stagione d'esordio. E pensare che il manager del Chelsea debuttò male a Sassuolo (ko per 2-1 in rimonta) e raccolse solo un punto in casa contro la Sampdoria: avanti 2-0 con lo scatenato Hamsik, fu Éder a imporne il pareggio. Incertezze cancellate nell’arco di quella Serie A e di un’era che ha reso grande il Napoli in Italia e in Europa. Insomma, la vittoria al battesimo casalingo è tutt’altro che scontata: lo sa bene Carlo Ancelotti, d’altronde di fronte ritroverà quel Milan che porta nel cuore.