Milan-Roma, le chiavi tattiche dell'anticipo della terza giornata di serie A

Serie A

Flavio Fusi

Dopo la sconfitta a Napoli e il pareggio contro l'Atalanta, rossoneri e giallorossi devono dimostrare di essere migliorati per riscattare le delusioni della seconda giornata. Ecco i principali temi tattici della partita

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Rimaste deluse dai risultati ottenuti alla seconda giornata (che per i rossoneri era l’esordio in campionato), Milan e Roma si affrontano al Meazza per provare a mettere subito alle spalle le critiche ricevute in questa settimana, soprattutto sulla tenuta psicologica e la capacità di gestire le partite.

Gattuso ha ancora negli occhi il 3-2 del San Paolo, primo incontro tra l’ex centrocampista del “Diavolo” e il suo mentore Ancelotti. Una sconfitta dolorosa, sopraggiunta dopo che i primi due tiri in porta della sua squadra erano stati convertiti in gol da Bonaventura e Calabria, regalando al Milan un preziosissimo doppio vantaggio esterno. Gli ospiti non sono però riusciti a portare a casa il risultato, tanto da crollare letteralmente sotto i colpi di Zielinski (due reti) e Mertens, che hanno ribaltato il risultato in favore degli azzurri. L’analisi dell’allenatore rossonero a fine partita la dice lunga su quanto accaduto dopo il primo gol del polacco: “Dopo la rete dell’1-2 abbiamo spento la luce concedendo campo agli avversari. Questa è una squadra che ha paura e che al primo errore si butta giù.”

È stata invece un’Atalanta imbottita di riserve a fermare la Roma lunedì all’Olimpico, in una gara rocambolesca in cui i giallorossi guidati da Di Francesco non sono stati in grado di fermare l’emorragia difensiva della prima frazione, ben sottolineata dai 16 tiri tentati nel primo tempo dai nerazzurri, un record negativo per la Roma da quando Opta raccoglie i dati. Dopo essere passata in vantaggio grazie al geniale colpo di tacco di Javier Pastore, la Roma ha subito tre gol dagli uomini di Gasperini, scatenando la rabbia di Di Francesco, che nell’intervallo ne avrebbe cambiati “6 o 7” e “tutta la linea difensiva”, secondo quanto dichiarato alla fine della partita. Nel secondo tempo e dopo un cambio di modulo (dal 4-3-3 al 4-2-3-1) i giallorossi sono riusciti ad agguantare il pareggio grazie ai gol di Manolas e Florenzi.

Gattuso non dovrebbe cambiare più di tanto rispetto alla gara con il Napoli e ha confermato in conferenza stampa che i problemi del Milan non riguardano il sistema di gioco. Il tecnico rossonero riproporrà dunque il 4-3-3, con Abate che dovrebbe prendere il posto di Calabria, apparso in difficoltà contro i partenopei. Rientrerà anche Calhanoglu, che riprenderà il suo posto a sinistra del tridente, con Bonaventura ancora mezzala. Caldara ha lavorato sui meccanismi della difesa a quattro della sua nuova squadra ma sembra più probabile la conferma di Musacchio di fianco a Romagnoli.

Chi invece sembra orientato ad accantonare il 4-3-3 è Di Francesco (“cambiare è sintomo di intelligenza”, è stato il mantra della conferenza pre-partita) che potrebbe riproporre la coppia De Rossi - Nzonzi a centrocampo, optando dunque per il 4-2-3-1 del secondo tempo con l’Atalanta (gara poi chiusa con la difesa a tre, che potrebbe rappresentare un’altra alternativa). Sarà anche il turno di Karsdorp: il terzino olandese prenderà il posto dell’infortunato Florenzi sull’out di destra. Under, Pastore ed El Shaarawy sono i principali indiziati a supportare il centravanti Dzeko.

Uno dei temi tattici della partita sarà sicuramente la contrapposizione tra la costruzione bassa del Milan e il pressing offensivo della Roma. Per tutta l’estate Gattuso ha insistito su una costruzione dal basso paziente e ragionata, che però sembra ancora lontana dall’essere funzionale, soprattutto perché le verticalizzazioni scarseggiano e la manovra non riesce a guadagnare come campo come vorrebbe l’allenatore. Perso Bonucci, che era il punto di riferimento quando si trattava di superare le linee di pressione avversarie, il Milan ha bisogno che i suoi difensori facciano un passo in avanti dal punto di vista del coraggio e si prendano più responsabilità nel verticalizzare il gioco.

Al momento il carico sulle spalle di Biglia, tra l’altro sostituito a Napoli e bersaglio della critica, è eccessivo e per le squadre avversarie può essere facile fare del regista argentino il bersaglio del pressing, limitando in maniera notevole il possesso palla del Milan. Nel caso in cui giocasse, sarà interessante notare che tipo di contributo darà Caldara in questo senso.

Gattuso ha evidenziato come il pressing del Napoli fosse particolarmente adatto a mettere in difficoltà i suoi. Eppure, in queste prime due uscite il pressing è stato uno degli elementi tattici meno convincenti della squadra di Ancelotti, mentre quello della Roma è sicuramente più rodato e dunque potenzialmente ancora più pericoloso per il Milan, che sarà nuovamente esposto alla possibilità di commettere qualche errore di palleggio in zone basse, così come è successo in occasione del primo gol del Napoli, in cui gli azzurri hanno riconquistato palla dopo un passaggio avventato di Musacchio.

Al San Paolo Biglia è andato in difficoltà quando il Napoli è passato al 4-2-3-1, con Zielinski alzato sulla trequarti con il compito in fase difensiva di occuparsi del mediano argentino del Milan. Probabile che si ripeta uno scenario simile, con Pastore a prendere in consegna il connazionale. Potremmo dunque vedere i rossoneri provare a risalire il campo passando dalle fasce, giocando attraverso Abate e soprattutto Rodríguez, che potrà affidarsi alle qualità di Calhanoglu qualche metro più avanti. Un test di questo tipo potrebbe anche fare luce sulle reali intenzioni di Gattuso, che con il Napoli ha organizzato una fase difensiva dal baricentro basso, quindi adatta a un gioco verticale e rapido, per poi invece proporre una manovra lenta e troppo orizzontale quando la sua squadra recuperava palla.

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Come si è difeso il Milan al San Paolo

Il MIlan ha 11 giocatori nella sua metà campo e si difende con una sorta di 5-4-1, visto che Hysaj, in proiezione offensiva, ha costretto Borini sulla linea dei difensori.

L’altro aspetto per cui Pastore sulla trequarti potrebbe mettere in difficoltà il Milan riguarda la vulnerabilità di quella zona della metà campo difensiva rossonera, con il supporto delle mezzali al mediano che non è sempre puntuale e i meccanismi di uscita in pressione ancora in via di perfezionamento. Emblematica, a tal proposito, l’uscita di Bakayoko su Diawara prima del gol del definitivo 3-2 di sabato scorso.

Il Milan potrebbe seguire l’esempio dell’Atalanta e provare a sua volta a battere il pressing della Roma giocando in ampiezza, soluzione contro la quale i giallorossi non sono riusciti a trovare risposte per tutto il primo tempo della gara dell’Olimpico contro i bergamaschi e che hanno sofferto anche con il Torino. Dipenderà anche come Di Francesco sceglierà di utilizzare i due esterni nel pressing offensivo, ma la squadra di Gattuso potrebbe anche tentare una strategia rischiosa ma potenzialmente molto redditizia, cercando il cambio di gioco (soluzione che il tecnico rossonero invita costantemente) da un terzino all’altro per isolare il laterale difensivo sul lato debole e tagliare fuori la prima linea di pressione della Roma.

Contro l’Atalanta, i terzini giallorossi hanno sofferto in maniera evidente gli esterni avversari, perché spesso in ritardo nei posizionamenti e soprattutto nelle uscite, fatto che consentiva in particolare a Zapata di andare a posizionarsi nello spazio di mezzo e portare via uno dei centrali, creando un effetto domino che apriva spazi per gli inserimenti degli uomini di Gasperini. Il 4-3-3 del Milan è ovviamente strutturato in maniera differente rispetto ai nerazzurri, ma Gattuso può fare affidamento su un attaccante eccezionale nei movimenti di supporto come Higuaín. Il “Pipita” è stato al centro dell’attenzione per aver tentato una sola conclusione, tra l’altro sparata alta, ma non ci si è soffermati a sufficienza su quanto il suo moto perpetuo, i suoi movimenti incontro ai compagni e smarcamenti siano stati importanti, soprattutto nei primi 55 minuti di gara in cui il Milan sembrava poter prevalere.

Perché il grande lavoro di Higuaín sia sfruttato a dovere, è necessario che i compagni che gli giocano intorno compiano azioni complementari o perlomeno concordi con i movimenti dell’ex attaccante di Juventus e Napoli. Le mezzali devono inserirsi con maggiore continuità nell’area avversaria e anche uno degli esterni deve tagliare dentro il campo quando Higuaín si muove, altrimenti i suoi sforzi vengono vanificati.

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La costruzione del gol del 3-1 di Rigoni contro la Roma

Il gol del 3-1 dell’Atalanta è un esempio di cui il Milan dovrebbe fare tesoro. Pessina verticalizza su Rigoni, che viene incontro al pallone da attaccante centrale. L’argentino si appoggia subito su Pasalic, che gli si è avvicinato per combinare, e poi attacca lo spazio tra terzino e centrale di difesa. Il croato gioca un palla in profondità e Rigoni firma la sua doppietta.

Ci vorrà ovviamente tempo perché il Milan si adatti al suo nuovo centravanti, ma una volta che sarà inserito le varianti offensive saranno notevoli e i miglioramenti saranno anche nella gestione del punteggio, in cui l’argentino può essere preziosissimo.

Si può fare un discorso simile sulla Roma: dopo un estate in cui è cambiato molto e sono partiti giocatori fondamentali, Di Francesco ha il non facile compito di trovare nuovamente la quadra. Potrebbe volerci un po’, come di tempo ce n’è voluto nella passata stagione, che non ha portato a vincere trofei ma rimarrà comunque nella storia per il cammino in Champions League. L’ex tecnico del Sassuolo è cresciuto ulteriormente nella capitale, dimostrando di essere un tecnico ben più flessibile di quanto si pensasse. È ancora calcio d’agosto, ma Milan - Roma può darci indicazioni importanti per capire la direzione dei progetti tattici delle due squadre.