Crollo del ponte Morandi, Genoa e Sampdoria insieme a un mese dalla tragedia

Serie A
Domenico Criscito e Fabio Quagliarella (foto getty)

Un mese esatto dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, il nostro Riccardo Re ha intervistato Domenico Criscito e Fabio Quagliarella, capitani di Genoa e Sampdoria. Un viaggio all'interno di una città ferita profondamente al cuore

CRISCITO: "ERO SUL PONTE 10 MINUTI PRIMA DEL CROLLO"

IL MINUTO DI SILENZIO DI GENOA E SAMPDORIA A UN MESE DALLA TRAGEDIA

La ferita è ancora aperta. Non potrebbe essere altrimenti, visto che è passato un mese esatto dal crollo del Ponte Morandi. Però Genova prova a ricostruire, ripartendo dalle fondamenta e dallo sport, il calcio, che unisce più che mai al posto che dividere. Niente derby della Lanterna, solo grande umanità e voglia di ripartire. Perché dimenticare è impossibile, ma metabolizzare e uscire dal tunnel è il primo passo per tornare alla normalità. Dal 14 agosto al 14 settembre, un mese esatto dopo Riccardo Re ha intervistato i due capitani di Genoa e Sampdoria, Domenico Criscito e Fabio Quagliarella. Entrambi napoletani, sì, ma ormai (per motivi diversi, con strade diverse) legati in modo indissolubile alla città di Genova.

Le parole di Quagliarella e Criscito

"Ero a casa e all'improvviso mi arriva un messaggio sul ponte crollato. Ci metti un minuto a mettere a fuoco e a capire quello che è successo. Resti incredulo". Così Quagliarella racconta i momenti immediatamente successivi al crollo, comunque meno concitati di quelli di Criscito: "Ero appena passato dal ponte. Sono stato fortunato, io e la mia famiglia saremmo potuti essere tra le macerie. Per tutti i genovesi è cambiato tanto, ci passavano tutti, anche noi calciatori per andare ad allenarci". Quagliarella: "Non fare più quel tratto di strada fa impressione. Quando ci passi vicino o da lontano lo vedi e fa un effetto pazzesco".

Rappresentare la città

"Noi rappresentiamo la città di Genova nel mondo del calcio, dobbiamo essere i primi a far capire che la città soffre ma che reagisce come ha sempre fatto", è il messaggio finale di entrambi i capitani. Che provano a trascinare con il calcio un intero popolo, a prescindere dai colori. Perché in queste situazioni la Lanterna deve illuminare Genova, unendo blucerchiati e rossoblù. Alla ricerca della serenità, a un mese dalla tragedia del Ponte Morandi.

Il minuto di raccoglimento di Genoa e Sampdoria

E a un mese di distanza dal crollo, tutta la città si è fermata a riflettere e soprattutto a ricordare le vittime del tragico crollo del ponte Morandi: alle 11.36 tutti hanno dedicato un pensiero alle 43 vittime, alle centinaia di feriti e alle famiglie sconvolte da una tragedia che ha lasciato segni evidenti anche a 31 giorni di distanza. Anche il calcio ha preso parte a questo momento di raccoglimento: come documentato da Sky Sport 24, il Genoa ha interrotto la sessione d’allenamento, lasciando spazio al rumore di fondo della città, con tutte le campane delle chiese e la sirena del porto a riempire l’aria. La Sampdoria ha condiviso sui social un post nell’ora esatta in cui il pilone centrale del ponte Morandi è crollato: “un minuto di silenzio per far sentire la nostra voce”. Anche i ragazzi di Giampaolo hanno interrotto la seduta di allenamento, dedicando un lungo e commosso momento di raccoglimento a una tragedia che ancora lascia tutti senza parole.