Roma Lazio, i gol più belli dei derby della capitale: VIDEO

Serie A

La spaccata dell'ex capitano giallorosso, la precisione dell'attaccante tedesco, il bolide di Hernanes e la conclusione volanta di Balzaretti. Sono tante le reti realizzate nella stracittadina romana che sono finite nella storia. Ecco le cinque più belle degli ultimi anni. Roma-Lazio e Juve-Napoli sono un esclusiva su Sky, anche sul digitale terrestre con un’offerta imperdibile. Chiamaci allo 02.5050 o vai su sky.it

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GOL, PROVOCAZIONI E SELFIE: I DERBY DI TOTTI

332. È il numero di gol messi a segno nei 150 derby della capitale disputati in Serie A. Un numero che va oltre le due reti di media a partita e la maggior parte di queste sono entrate negli anni del calcio italiano. Prodezze che hanno fatto stropicciare gli occhi di tutti gli appassionati e altri gol, forse meno belli, che hanno assunto però un'importanza fondamentale per le due rispettive squadre. Le emozioni della stracittadina romana sono infatti paragonabili a quelle offerte da pochi altri match in tutto il mondo e a Roma, fare un gol ai cugini, vuol dire entrare di diritto nella storia del club e nel cuore dei tifosi. Queste le cinque reti più belle segnate nel derby negli ultimi anni:

Il tiro imprevedibile di Zarate

Nell’estate del 2008 la Lazio piazzò un colpo che fece sognare i tifosi. Dall’Al Saad arrivò, infatti, per circa 20 milioni Mauro Zarate, considerando uno dei talenti più promettenti del calcio argentino. L’attaccante classe ’87 non deluse le aspettative, trovando subito una doppietta al debutto contro il Cagliari e poi ripetendosi nelle partite successive contro Sampdoria e Milan. Se la Roma aveva Totti, la Lazio poteva contare su Zarate, diventato subito il beniamino dei sostenitori biancocelesti. Il banco di prova per entrare definitivamente nel loro cuore fu il derby di ritorno. La squadra, allenata allora da Delio Rossi, sbloccò il punteggio dopo meno di due minuti con Pandev, ma poi fu proprio l’attaccante albiceleste, neanche 100 secondi dopo, a metterci la sua firma e a dare uno schiaffo morale alla Roma. Zarate raccolse la sfera sul lato sinistro della trequarti e lasciò partire un destro violentissimo sul palo opposto che rese inutile il tuffo di Doni. La palla prese una traiettoria imprevedibile per il portiere brasiliano e portò la Lazio sul 2-0. I ragazzi di Spalletti provarono a rientrare in partita, ma le reti di Kolarov (al tempo giocatore biancoceleste) e Lichtsteiner sancirono il definitivo 4-2. La Roma chiuse, comunque, davanti alla classifica di 13 punti rispetto ai cugini, ma quest’ultimi si consolarono con la vittoria della Coppa Italia ai rigori contro la Samp. I tempi regolamentari si conclusero sull’1-1, con il parziale vantaggio realizzato proprio da Zarate.

Il destro "chirurgico" di Klose

Dopo quel 4-2 dell’aprile 2009, la Roma fece suoi i successivi cinque derby, prima che prendesse il via la nuova era americana. La Lazio digerì a malapena quel biennio privo di vittorie nella stracittadina. Aveva bisogno di qualcosa di speciale per tornare a vincere, di una giocata particolare e il 16 ottobre 2011 un campione arrivò in suo aiuto: Miroslav Klose. Anche quella sera la Roma passò in vantaggio dopo pochi minuti, grazie a Osvaldo che celebrò la rete con la maglietta: “Vi ho purgato anch’io”. L’italo-argentino esultò, però, troppo presto. Nella ripresa, infatti, i biancocelesti riuscirono a ribaltare la situazione: prima un rigore di Hernanes per riequilibrare il punteggio, con fallo da ultimo uomo di Kjaer che lasciò i suoi in 10, e poi la zampata del panzer tedesco. A pochissimi istanti dal triplice fischio dell’arbitro l’ex Bayern, sul filo del fuorigioco, ricevette l’assist verticale di Matuzalem, controllò in modo perfetto la sfera e la depositò alle spalle di Stekelenburg con un tocco di straordinaria precisione e velocità per anticipare il recupero dei difensori. Klose andò ad esprimere la propria gioia sotto la Curva Nord e riuscì a interrompere un ciclo negativo per i colori biancocelesti

La "fucilata" all'incrocio di Hernanes

Un altro grande mattatore dei derby capitolini è stato Hernanes, a segno cinque volte nelle 10 stracittadine disputate. Il suo gol più bello arrivò l’8 aprile 2013, circa un mese e mezzo prima rispetto alla famosa finale di Coppa Italia vinta dai biancocelesti per 1-0. Quella volta terminò in parità e il brasiliano fece il bello e il cattivo tempo. Fu lui infatti a sbloccare il risultato dopo un quarto d’ora di gioco con una rete d’antologia: prese palla sulla trequarti, avanzò di qualche metro e poi si spostò la sfera sul piede – in teoria – più debole, il mancino. Da circa 30 metri fece partire una straordinaria conclusione che si infilò all’incrocio dei pali, facendo sobbalzare i tifosi della Lazio e non solo. Poi, però, il trequartista verdeoro rovinò tutto nella seconda frazione di gioco. Prima calciò fuori un rigore che avrebbe portato i suoi sul 2-0 e, qualche minuto dopo, fu lui stesso a provocare il penalty a favore della Roma. Totti non sbagliò dagli 11 metri, realizzando il definitivo pareggio.

Il mancino al volo di Balzaretti

La Roma riuscì a riprendersi piuttosto velocemente da quel maledetto – per i colori giallorossi – 26 maggio 2013. Il merito fu di Rudi Garcia che, nel settembre successivo, mise al tappeto i biancocelesti e «riportò la Chiesa al centro del villaggio», centrando la quarta di dieci vittorie consecutive da inizio stagione che rappresenta, ancora oggi, un record per un club di Serie A. La tensione, quel pomeriggio, era più alta del dovuto perché in campo c’erano anche protagonisti della finale di Coppa Italia persa. Per loro sbagliare un altro derby avrebbe voluto dire finire in un vortice senza uscita. Tra questi c’era anche Federico Balzaretti. Il terzino, quel 22 settembre, si prese la sua rivincita aprendo al 63’ le marcature del 2-0 finale. L’ex Palermo era già andato a un passo dal gol pochi secondi prima, ma l’esultanza fu solo rimandata. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo Totti fece una finta all'interno dell'area e crossò la palla sul lato opposto, dove puntuale arrivò Balzaretti che, con un bellissimo mancino volante a incrociare, piegò le mani a Marchetti e portò in vantaggio i giallorossi. Il difensore azzurro, memore ancora di tutte le critiche ricevute, sfogò il tutto con un pianto liberatorio sotto la Curva Sud. Una rete che gli valse il perdono dei tifosi, grazie anche al sigillo finale sull’incontro messo da Ljajic su rigore.

La spaccata di Totti

In questo elenco di prodezze non poteva mancare il nome di Francesco Totti, capocannoniere dei derby di tutti i tempi con 11 centri realizzati. L’ultimo fu uno dei più belli, importanti e particolari. Il match si giocò l’11 gennaio 2015, con la Roma che lottava per lo scudetto con la Juve e la Lazio che tentava di farsi strada per tornare nell’Europa che conta. Era una stracittadina che contava più del solito e i giallorossi avvertirono troppo la pressione, chiudendo i primi 45 minuti sotto di due gol, realizzati in quattro giri di orologio da Mauri e Felipe Anderson. Serviva una scossa alla squadra di Garcia per reagire nella ripresa e quella scossa arrivò proprio dai piedi del capitano giallorosso. Totti riaprì la partita dopo appena tre minuti con un piatto che prese in controtempo il portiere laziale e al 64’ riequilibrò definitivamente l’incontro. Dal lato offensivo sinistro fu Holebas a crossare per il numero 10. Un passaggio lungo che in molti avrebbero considerato come perso, ma non Totti, che si allungò in spaccata e riuscì a battere per la seconda volta Marchetti. Il simbolo della Roma giallorossa andò a festeggiare sotto la sua curva, scattandosi un selfie – divenuto celebre – insieme ai suoi tifosi.

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