Juventus-Inter, Ronaldo il Fenomeno: "Io e Cristiano Ronaldo, campioni diversi. Moratti-Suning, stessa fame di vittorie"
Serie AL'ex stella brasiliana sul derby d'Italia: "La Juve è più forte di tutte le altre, e sta succedendo quello che era prevedibile già a inizio campionato. L’Inter sta recuperando terreno, accelererà quando sarà definitivamente fuori dal fair play finanziario. Cristiano Ronaldo? Se è arrivato a 33 anni così non è sicuramente un caso. Mi fossi allenato quanto lui..."
Quando ha esibito i primo Pallone d'Oro della sua carriera, 4 gennaio 1998, San Siro era sold out. Per lui e perché si giocava Inter-Juventus. Finì 1-0 per i nerazzurri, con gol di Djorkaeff su suo assist. Lui è Ronaldo, per tutti il Fenomeno. “Un giorno che ricordo con emozione, anche perché quella fu la prima sfida contro la Juve vinta da Moratti – ha raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport - ed era molto emozionato anche lui”. Oggi, 20 anni e 11 mesi dopo, Juventus e Inter si preparano a scrivere un altro capitolo nell'interminabile storia del derby d'Italia. Questa sera all'Allianz Stadium sarà la prima volta da protagonista nel duello per un altro Ronaldo. Cristiano. Protagonista di un distinguo con Luiz Nazario nato una decina di anni fa, quando il portoghese iniziava la sua scalata verso le vette del calcio mondiale e la carriera del brasiliano si avviava verso il finale. “Parlare di vero Ronaldo non ha senso – ribadisce il Fenomeno - siamo così diversi. Innanzitutto, per l'età: abbiamo nove anni di differenza e il calcio è cambiato sempre più in fretta. Poi per l'impatto con il calcio italiano: io ci sono arrivato a 20 anni, avevo già detto abbastanza con il Psv e il Barcellona, ma sicuramente non tutto: ero ancora un progetto di campione, o perlomeno così mi sentivo. Cristiano è arrivato in Italia a 33 anni, nel pieno della sua maturità di campione fatto e finito”. Diverso, aggiunge il due volte campione del mondo con il Brasile, è stato anche il tipo di scelta: “Cristiano per la Juventus è un enorme valore aggiunto, ma non avrebbe mai scelto la Juve se non avesse calcolato di arrivare in una delle squadre più forti d’Europa. Io quando scelsi l’Inter avevo una missione molto meno immediata di quella di provare a vincere subito la Champions. Me la diede Moratti: far diventare l’Inter una grande squadra, aiutarla a tornare ai livelli della squadra di suo padre”. Stessa fame di grandi traguardi che oggi Ronaldo vede nel gruppo Suning: “Un paragone MorattiZhang non ha senso, hanno per forza un modo di vivere l’Inter diverso, ma in una cosa sono sicuramente uguali: Suning non ha meno voglia di vincere”.
Ronaldo, dal Fenomeno a Cristiano: “Mi fossi allenato quanto lui...”
Imparagonabili per epoche calcistiche e modo di stare in campo (“Siamo molto più diversi che uguali, pure per il ruolo e il modo di recitarlo”), Ronaldo il “Fenomeno” e CR7 hanno comunque una caratteristica in comune: la capacità di conquistare le rispettive generazioni di tifosi. “Bisogna dare a Cristiano quello che è di Cristiano – ammette l'ex stella dell'Inter - se è arrivato a 33 anni così non è sicuramente un caso, un semplice dono di natura. Io mi allenavo perché dovevo, lui si allena perché ama farlo: l’avessi fatto quanto lui...”. Tracce di autocritica, che arrivano da un fuoriclasse che non ha mai vinto la Champions, ma ha conquistato tra le altre cose due volte la Coppa del Mondo con il Brasile, altrettante la Coppa America e anche una Confederations Cup. Trofei inseriti in una bacheca dove trovano posto due vittorie del Pallone d'Oro, premio sollevato qualche giorno fa da Luka Modric: “Noi giocatori l'abbiamo sempre saputo: è un premio influenzato anche dai risultati – spiega Ronaldo - per me, quello del 1997 ha un valore assoluto molto grande: con il Barcellona avevo vinto la Coppa delle Coppe e la Copa del Rey, ma l’ho sempre considerato un riconoscimento molto “personale”. Se ci sarei andato da secondo? Domanda provocatoria, e faccio il furbo: ognuno si regola come crede, non sono fatti miei”. Una finta e via, come ai bei tempi. E allora, impossibile non sfiorare almeno per un istante quel Juventus-Inter dell'aprile 1998, consegnato alla storia del calcio italiano per il contatto in area di rigore bianconera tra il brasiliano e Iuliano: “Fu una vergogna, lo dissi già quel giorno e non sapevo ancora tutto il resto, ma erano anche altri tempi per il calcio italiano. Var? Non mi meraviglia che l’Italia sia stata scelta per sperimentarla: ora va meglio, ma evidentemente prima qualche problemino c’era”. Alla sfida dello Stadium ci arrivano due squadre separate da 11 punti in classifica, con i bianconeri di Allegri che hanno lasciato per strada sin qui solo due punti sui 42 disponibili. "La Juve è molto forte, più forte di tutte le altre, e sta succedendo quello che era prevedibile già a inizio campionato. L’Inter sta recuperando un po’ di terreno, ma piano piano. Quando sarà definitivamente fuori dal financial fair play, potrà accelerare - conclude Ronaldo - in questo, solo in questo, mi ricorda Juve-Inter del ‘98: lì eravamo in corsa per lo scudetto, mentre questa Inter realmente non lo è”.