La squadra di Allegri non è stata molto brillante contro il Torino e dovrà alzare il suo livello contro i giallorossi, che hanno battuto il Genoa nell'ultima giornata ma non hanno risolto i loro problemi
Grazie alla sofferta vittoria contro il Genoa nella scorsa giornata, Di Francesco è riuscito a mantenere la guida dei giallorossi anche per la delicatissima sfida in casa della Juventus, che si preannuncia una partita comunque importante per il tecnico abruzzese, se non per il risultato - la Roma non ha mai fatto punti allo Juventus Stadium - almeno per il modo con cui questo arriverà. L’ambiente romanista è esasperato sia dal ciclo di risultati negativi conseguiti nell’ultimo mese (3 sconfitte e 2 pareggi tra campionato e coppa prima del Genoa), sia dal forte squilibrio tattico che li ha causati, che ha regalato sempre l’impressione di una squadra che cammina su una lastra di ghiaccio sottilissima.
I problemi difensivi della Roma
La Roma di questa stagione sembra una lontanissima parente di quella capace di ribaltare un quarto di Champions contro il Barcellona e di mettere in difficoltà Chelsea, Atlético Madrid e Liverpool la scorsa stagione. Oltre ai continui infortuni, Di Francesco sembra aver individuato una causa particolare: già durante le interviste pre-Cagliari, ha evidenziato la necessità di proteggere meglio la linea difensiva, e qualche riferimento alla partecipazione collettiva della squadra è arrivato anche nell'ultima conferenza.
Nel corso degli anni Di Francesco si è dimostrato bravo a curare i movimenti delle sue linee di difesa a 4, allenando con attenzione tutti i meccanismi di copertura nelle uscite e nelle scalate. Ha provato inoltre di saper orchestrare anche una difesa a 3 di alto livello, proprio in occasione della sfida col Barcellona, e di saperne organizzare l’atteggiamento sulla base delle caratteristiche dei suoi giocatori (ad esempio Manolas utilizzato come centrale aggressivo e Fazio in posizione laterale nonostante il suo stile più associativo e di copertura).
Un esempio da questa stagione. Santon, Manolas, Juan Jesus gestiscono alla perfezione un 3 contro 3 quel tanto che basta da far rientrare Kolarov e applicare il fuorigioco.
L’assenza di un giocatore esperto e decisivo difensivamente come De Rossi può aver pesato molto nella capacità della Roma di fornire adeguato supporto, soprattutto sulle transizioni difensive, alla linea arretrata. Con il capitano assente da fine ottobre per un infortunio abbastanza grave alla cartilagine, la mediana giallorossa è stata sempre formata da due uomini: Steven NZonzi e Bryan Cristante. Il primo ha dimostrato di avere le caratteristiche e la qualità per garantire equilibrio negli ultimi tempi a Siviglia, dove si è spesso trovato a essere l’unico frangiflutti in formazioni che vedevano anche cinque o sei mezzepunte davanti a lui. Anche quest’anno, pur senza toccare i picchi raggiunti con Emery e Sampaoli, il francese si sta disimpegnando bene e ha buoni numeri.
Cristante invece sta crescendo dal punto di vista offensivo, confermando la sua qualità verticale, ma dal punto di vista difensivo non ha delle letture che gli permettono di proteggere la linea difensiva. All’Atalanta da questo punto di vista era facilitato dal sistema di marcature a uomo di Gasperini, dove non doveva tener conto di spazio e compagni.
Con una coppia di terzini titolari abbastanza offensivi (Florenzi-Kolarov) e un parco attaccanti altrettanto “leggero” nei ripiegamenti e nel gegenpressing, non è sorprendente che la Roma soffra situazioni di campo aperto, trovandosi spesso con la difesa costretta a scappare verso la porta a palla scoperta. Gli infortuni, oltre a quello di De Rossi, di uomini chiave come Pellegrini, Dzeko e Manolas hanno contribuito a minare le certezze psicologiche complessive, trasformando la Roma in una squadra poco incisiva nelle scelte dell’ultimo terzo di campo e particolarmente prona all’errore in fase di non possesso.
Di Francesco ha provato nelle ultime uscite a risolvere il primo problema con un coinvolgimento sempre più crescente di Zaniolo (data anche la latitanza di Pastore), fin qui nota lieta della stagione, ma è evidente l’insostituibilità di Dzeko nella manovra offensiva romanista. Per quanto riguarda la difesa, invece, contro il Genoa è stata rispolverata la difesa a 3 formata da Fazio, Manolas e Juan Jesus, alzando Kolarov e Florenzi sulla linea dei centrocampisti e Zaniolo inizialmente in una posizione ibrida tra la trequarti e il centro dell’attacco (ruolo che ha interpretato con difficoltà), con Under e Kluivert ai lati. A beneficiare maggiormente di questo assetto sono stati proprio i due mediani, agevolati da un uomo in più alle spalle e due esterni di quantità ai fianchi; la Roma è però sembrata ancora discontinua nell’arco della gara, e alla fine si è ritrovata a difendere il 3-2 con una difesa posizionale imperfetta e insicura, rischiando di subire il pareggio a più riprese.
Le necessità offensive della Juventus
La sfida col Torino ha confermato uno degli aspetti in cui la Juve di quest’anno sembra essere ancora perfettibile: la squadra di Allegri soffre ancora avversari che sappiano aggredire in maniera intensa e organizzata al centro del campo, poiché per velocizzare le uscite dal basso è molto importante la presenza di Cancelo. Il terzino portoghese sarà assente ancora a lungo, e con un ordinato De Sciglio a sostituirlo, la componente di creatività sul corto fino al centrocampo ricade principalmente sulle spalle di Pjanic, che però è spesso parecchio controllato dal diretto marcatore.
Importante per Allegri in quest’ottica è il rientro di Bentancur dalla squalifica, giocatore che col passare dei mesi si è guadagnato lo status di titolare non solo a causa delle assenze di Khedira e Can, ma anche grazie alla completezza del suo pacchetto di abilità tecniche che consente alla Juve di avere un ulteriore sbocco per vie centrali. Nella conferenza pre-gara, Allegri ha rimarcato che Pjanic rimane l’unico regista “centrale” propriamente inteso di questa squadra, escludendo che possa riposare nonostante il ritorno di Khedira tra i disponibili.
Anche contro il Torino, Pjanic è stato il miglior passatore della Juventus, nonostante le grandi difficoltà nella verticalizzazione corta causate dalla pressione avversaria.
La Juventus probabilmente impiegherà Mandzukic nel consolidato tridente “fluido”, per sfruttare nuovamente un’arma che nella sfida della scorsa stagione è stata decisiva, ossia i duelli aerei sulla sinistra. Di Francesco potrebbe però combattere questa situazione alzando Florenzi da tornante o ala e giocando nuovamente con tre centrali. Sarà dunque molto importante per la Juventus trovare più soluzioni di sviluppo del gioco nel corridoio centrale, attraverso un miglior sistema di smarcamenti tra le linee e qualche percussione palla al piede, per sfruttare la superiorità numerica centrale. Potrebbe allora trovare spazio anche Douglas Costa, escluso dagli impegni recenti, ma che nelle ultime apparizioni ha giocato anche da trequartista.
Insomma, i più grandi problemi della Roma sembrano essere di natura mentale, e come suggerito da De Rossi, la pressione sui nuovi ha forse coinvolto tutta la squadra. Di contro, la Juventus cerca solo qualche perfezionamento per ottimizzare un’andatura già efficace, basata su un’identità tattica ormai chiara. Una sfida affatto scontata.