Gattuso è in emergenza a centrocampo, dove mancheranno sia Kessié che Bakayoko, e deve risvegliare una manovra molto prevedibile, Pioli invece sembra aver ritrovato un po' di brillantezza offensiva dopo un lungo periodo di crisi
Battendo 3-1 l’Empoli nell'ultima giornata, la Fiorentina ha interrotto una striscia di otto partite senza vittorie in campionato. Nonostante la crisi di risultati, la zona Europa League è ancora alla portata dei viola, compresi nel gruppo di otto squadre alle spalle del Milan concentrate in appena quattro punti. Anche il quarto posto dei rossoneri non è lontano e, vincendo a San Siro, la Fiorentina si porterebbe a soli due punti dalla squadra di Gennaro Gattuso. Insomma, la lunga striscia di risultati negativi non ha ridimensionato le ambizioni della squadra di Pioli, che battendo il Milan riaccenderebbe un campionato iniziato con 13 punti nelle prime sette giornate.
Anche il Milan non viene da un buon momento, avendo messo in fila due pareggi per 0-0 contro Torino e Bologna (ai quali va aggiunta la clamorosa eliminazione dall’Europa League dopo la sconfitta per 3-1 contro l’Olympiacos). In campionato la squadra di Gattuso non ha subito gol per due partite di fila, e non capitava da marzo, ma non ha nemmeno segnato, mostrandosi piuttosto prevedibile in fase offensiva. La coperta continua a essere corta e se Gattuso ha tamponato l’emergenza in difesa trasformando Abate in difensore centrale (con risultati sorprendenti), le assenze di Biglia e Bonaventura sembrano aver convinto il tecnico calabrese a passare in pianta stabile al 4-4-2, pagando però questa scelta con una manovra più prevedibile.
Gattuso ha un problema di prevedibilità
«Per tanto tempo nella mia gestione abbiamo giocato con il 4-3-3 e secondo me con quel sistema si riempiva meglio l’area. C’erano interpreti diversi ma in questo momento si gioca con il 4-4-2, penso che tante volte è un sistema di facile lettura per gli avversari», ha detto Gattuso dopo il pareggio col Bologna.
Difendendo negli ultimi 30 metri con un 5-3-2 che concedeva pochi spazi al centro, il Bologna di Filippo Inzaghi ha fatto emergere in modo molto chiaro la prevedibilità del Milan: l’assenza di pressione sulla costruzione bassa permetteva alla squadra di Gattuso di alzarsi e far iniziare l’azione direttamente agli esterni, Suso e Calhanoglu, che si abbassavano a ricevere la palla dai difensori, ma le loro giocate ad accentrarsi palla al piede non venivano compensate da movimenti in ampiezza dei compagni che permettessero di allargare il campo. Così il Milan si è così schiacciato al centro, intasando ancora di più gli spazi già riempiti dai giocatori di Inzaghi.
La catena destra del Milan, solitamente quella in cui il possesso scorre più fluido, ha pagato l’assenza di Kessié, che da interno di centrocampo nel 4-4-2 rimaneva bloccato al centro con Bakayoko a presidiare il limite dell’area per interrompere i contropiedi del Bologna. Ad accompagnare Suso a destra è così rimasto soltanto Calabria, e le sue sovrapposizioni erano l’unico movimento che poteva innescare qualche combinazione con Suso da quel lato. A sinistra il Milan faticava ad attivare anche questi semplici scambi sulla fascia con la sovrapposizione del terzino sull’esterno. Da quel lato giocava infatti Rodríguez, un terzino ragionatore e più bravo a pulire il possesso che a dare ampiezza in zone avanzate, così, quando Calhanoglu si accentrava palla al piede, la fascia sinistra restava libera.
Con la profondità tolta dalla difesa estremamente bassa del Bologna, l’assenza di ampiezza ha impedito di allargare lo schieramento rossoblù e di trovare spazi per manovrare al suo interno, come era probabilmente nei piani di Gattuso («Bisognava cercare qualche combinazione in più in zona centrale», ha detto a fine partita). In questo modo il campo si è ristretto e la concentrazione di giocatori del Bologna al centro si è trasformata in un muro impossibile da scavalcare. Il Milan ha tirato 18 volte, ma quasi tutte da fuori area.
Tutti i giocatori del Milan sono concentrati in una fascia ristretta del campo, e quasi tutti sono fuori dallo schieramento del Bologna. Solo Castillejo prova a muoversi tra il centrocampo rossoblù.
Cosa cambia con la Fiorentina
Le condizioni saranno di certo diverse contro la Fiorentina, anzitutto perché la squadra di Stefano Pioli non è abituata ad aspettare schierata a ridosso dell’area di rigore, ma anzi pressa in alto con l’obiettivo di recuperare presto il pallone. Il Milan avrà più spazi in cui manovrare, ma dovrà gestire una pressione decisamente più intensa di quella portata dal Bologna, e in stagione ha già sofferto squadre che hanno affrontato pressando in maniera aggressiva la sua costruzione bassa.
Oltretutto a centrocampo mancheranno per squalifica sia Kessié che Bakayoko, la coppia di interni diventata titolare dopo gli infortuni di Biglia e Bonaventura, e per il Milan sarà più difficile aggirare la pressione alzando la palla da dietro o affidandosi agli strappi palla al piede di uno dei suoi centrocampisti.
Per sostituire Kessié e Bakayoko dovrebbero essere rispolverati Mauri e Bertolacci: il primo ha giocato da titolare in campionato solo contro il Parma, e in tutto ha accumulato appena 65 minuti in Serie A in questa stagione, il secondo invece non ha giocato nemmeno una partita in campionato, mettendo insieme soltanto quattro presenze in Europa League. L’ultima alternativa sarebbe Riccardo Montolivo, che però non ha ancora giocato un minuto in tutta la stagione. Gattuso sembra obbligato a dare fiducia ad alcuni tra i giocatori meno utilizzati, e tra le ipotesi c’è anche il ritorno al 4-3-3 con l’accentramento di Calhanoglu nel ruolo di mezzala. L’escluso in quel caso sarebbe Cutrone, e Castillejo completerebbe il tridente con Suso e Higuaín.
La disposizione dei giocatori avanzati darà anche un’indicazione del tipo di strategia difensiva preparata da Gattuso. La Fiorentina è abituata a costruire l’azione con tre difensori e il Milan potrebbe decidere di ostacolarla con due punte, nel caso in cui Gattuso confermi il 4-4-2, oppure alzando gli esterni d’attacco o le mezzali se dovesse scegliere il 4-3-3. Nel primo caso i tre difensori viola avrebbero probabilmente maggiore libertà di scambiarsi il pallone e di consolidare il possesso preparando i movimenti dei giocatori più avanzati, nel secondo il Milan aggredirebbe meglio i tre difensori viola, rischiando però di scoprirsi tra le linee e di lasciare libero Biraghi, che con la sua posizione alta a sinistra è un riferimento importante per la manovra della squadra di Pioli.
Gattuso dovrà insomma trovare un equilibrio tra l’occupazione degli spazi nella metà campo difensiva, per far emergere le difficoltà della Fiorentina ad attaccare difese schierate, e una pressione che impedisca ai difensori viola di tenere la palla e preparare la tipica risalita del campo verticale accentrando molti giocatori tra le linee e attaccando in ampiezza soprattutto a sinistra con Biraghi.
Contro l’Empoli, in assenza di Veretout, Pioli ha cambiato sistema bloccando Gerson di fianco a Norgaard, per pulire l’uscita della palla da dietro, e ha schierato Benassi da trequartista, invertendo il triangolo di centrocampo che è solito schierare, anche per avere marcature dedicate sul centrocampo a vertice basso dell’Empoli. Ceccherini ha completato la difesa a tre al posto dello squalificato Milenkovic, Biraghi dava ampiezza a sinistra, mentre Chiesa, pur partendo largo a destra, si accentrava spesso con la palla.
Lo schieramento della Fiorentina contro l’Empoli: è evidente la difesa a tre e la posizione alta di Biraghi a sinistra. A destra Chiesa è in teoria l’esterno, ma è più stretto rispetto a Biraghi sulla fascia opposta.
A San Siro torneranno sia Milenkovic che Veretout, due dei giocatori più forti della rosa, ma quel che è più importante è che, dopo un lungo periodo di sterilità offensiva (appena quattro gol in due mesi, tra ottobre e novembre), la squadra di Pioli sembra aver ritrovato un po’ di brillantezza segnando tre gol sia al Sassuolo che all’Empoli. In entrambe le occasioni hanno segnato sia Simeone, che ha interrotto un digiuno di dieci partite, sia Mirallas, che in questo momento sembra il giocatore più indicato a completare il tridente offensivo con il “Cholito” e Chiesa. Per ambire a un posto in Europa, la Fiorentina ha bisogno che i suoi attaccanti continuino a segnare con questa regolarità.