Nel derby contro un'Inter in difficoltà, i rossoneri puntano alla sesta vittoria di fila in campionato per blindare ancor di più il terzo posto in classifica. Gattuso ha presentato così la partita: "Servirà grande rispetto per l'avversario, può farci male in qualsiasi momento. Ci vorranno calma e lucidità"
Ne ha tanta, ma non è corretto parlare di rabbia. Sono d'accordo con Spalletti, non dobbiamo fare a botte. Ci vuole calma e lucidità, però ripeto domani bisogna avere tanto rispetto dell'avversario perché possono farci male in qualsiasi modo.
Sono diverse partite che prendiamo punizioni dal limite, e penso che ne abbiamo presi troppo pochi finora. La media è molto bassa. Il giorno prima della partita calciamo e dico che lo sappiamo far bene con Suso, Calhanoglu e diversi altri.
Si rispetta sempre ciò che dice il presidente, poi le decisioni le prendo sempre io.
Io devo migliorare se voglio diventare un allenatore credibile, non posso permettermi di lasciare la squadra, è già la terza volta che succede. Non devo discutere con i giocatori avversari e per l'ennesima volta ho sbagliato e devo migliorare se voglio essere un tecnico di un certo tipo. Se ci si vuole dire qualcosa è meglio dirsele nel post partita, fortunatamente non ho detto nulla di grave ma hanno fatto bene ad allontanarmi. La partita in tribuna stampa? Non ricordo molto di quello che ho detto quella sera, ma se avessi saputo che era la tribuna stampa forse non ci sarei andato nemmeno.
La crescita non è da ricondurre solo ai difensori ma a tutta la fase difensiva. Mateo è cresciuto ed è bravo anche dal punto di vista tecnico, non solo sugli interventi. I meriti sono collettivi, perché i giocatori si aiutano tutti e il segreto è questo.
Quando ci sono delle motivazioni, la stanchezza si fa da parte. Prendo sempre ad esempio la partita tra Juve e Atletico. I miei giocatori adesso non sono stanchi, altrimenti ci sarebbero cose non sarebbero riusciti a fare. Penso che qualche giocatore stia soffrendo di più da un punto di vista tecnico, come Suso e Paquetà, ma la priorità è la compattezza e loro lo sanno, quindi non penso sia un problema fisico.
Non saprei, io penso che l'allenatore incida al massimo al 30-40%. In un gruppo ci vuole disciplina, bisogna rispettare la società e il merito è di questi ragazzi, che sono giovani ma stanno migliorando giorno dopo giorno. I meriti sono loro e della società e una piccola percentuala è mia e dello staff.
Non c'è stato, non dobbiamo dimenticarci le prime 7-8 partite di questo campionato. Abbiamo pareggiato delle partite che meritavamo vincere e abbiamo sempre fatto molta fatica. Poi abbiamo preso gol per tante giornate di fila. Il fatto di poter ribaltare le partite nel finale ci ha dato sicuramente maggiore consapevolezza.
Noi dobbiamo arrivare in Champions League, poi come ci arriviamo conta relativamente. Il Napoli adesso ha un vantaggio ampio, ci dobbiamo concentrare sulla partita di domani, gli azzurri hanno qualcosa in più e sono fortissimi, è da anni che sono sempre lì. Ancelotti ha fatto molto turnover e ha molti giocatori, la coppa per loro non sarà un problema. Ora concentriamoci a domani e poi vediamo. Io penso che devo ancora migliorare come "sarto".
Ho fatto poco con lui, non parlo molto e lui non ama parlare molto. Sto vedendo qualche sorriso in più perché all'inizio pensavo ce l'avesse con me. Lui ama lavorare, non fa più di un giorno libero, gli piace allenarsi. Non gli devo dire quasi nulla, sa che deve fare e va bene così.
Ripeto, non esistono favoriti, è una partita a sé. Bisogna controllare le emozioni, si gioca su questi parametri, poi anche sul piano tecnico. Ma serve mentalità, testa libera. Bisogna dimostrare sul campo.
Noi ci siamo passati prima: siamo usciti dalla coppa, stavamo per perdere col Dudelange. Ne abbiamo passato parecchie, non ci dobbiamo cascare più. Prepariamo questa partita con umiltà, la squadra che affrontiamo è forte e la fregatura sta qua: non dimentichiamoci ciò che abbiamo passato prima di loro.
Sono delle partite in cui si deve parlare il meno possibile, i giocatori la sentono da soli. Sono altre partite in cui bisogna rompere le scatole e farsi sentire, ora c'è un'aria diversa, c'è più nervosismo ma è normale per questo tipo di partite. Abbiamo lavorato molto sul campo ma pochissime urla o incitamenti, di pressione ce n'è già abbastanza.
Sinceramente no, dobbiamo continuare a credere nel nostro obiettivo facendo risultati e facendo crescere i giocatori. Ci sono ancora tante partite. Il calcio è bello per questo: guardate Allegri, dopo Madrid sembrava che non sapesse più allenare e poi invece... Fa parte del nostro lavoro, anche se qualcuno dice cose che non sono corrette. Io comunque mi sento un privilegiato a fare questo lavoro all'età che ho.
L'allenatore è legato ai risultati, io onestamente non ci ho mai pensato perché altrimenti avrei preparato male la squadra magari. Noi abbiamo sempre continuato, non abbiamo mai pensato di poter lasciare la squadra.
La differenza la fa la squadra, pochi giocatori vivono le partite da soli e noi non possiamo permetterci di pensare soltanto con i singoli.
Io non penso agli altri, ma a noi. Non sono nello spogliatoio dell'Inter, parlo solo di ciò che succede alla mia squadra.
Domani vedrete.