Dopo il gol decisivo, il capitano giallorosso è andato a caricare i tifosi presenti nel settore ospiti di Marassi: “Contentissimo per loro. Da ora nessuno passeggerà facilmente all’Olimpico a differenza di quanto successo in passato”. Suo il volto di una Roma che torna a sognare la Champions
Prima la zampata vincente ad un quarto d’ora dalla fine e l’esultanza pazza di gioia. Poi il classico saluto ai propri tifosi, che però a questo giro è stato un po’ diverso. Daniele De Rossi si è caricato la Roma sulle spalle nella notte di Marassi: “Andiamo, andiamo, andiamo!” Il suo grido sotto il settore ospiti con tanto di braccia alzate e pugni serrati. La Roma ha appena piegato la Samp ed è tornata alla vittoria a quasi un mese di distanza dall’ultima volta (2-1 con l’Empoli lo scorso 11 marzo). Resta sesta in classifica ma, complice la sconfitta del Milan a Torino, il quarto posto adesso dista solo un punto. Di qui la gioia del capitano giallorosso, in dubbio fino all’ultimo e poi decisivo. Nei momenti difficili c’è bisogno dell’uomo prima ancora che del calciatore. Ranieri, che più di qualcuna ne ha vista, lo sa benissimo: “Siamo contentissimi. Da ora non sarà facile per nessuno venire all’Olimpico e passeggiare come è successo in passato” Le parole di Daniele nel post gara. Orgoglio e cuore. Questo il De Rossi di Marassi, soprattutto nel finale, quando la Samp ha tentato l’arrembaggio: “Daniele è l’anima della squadra” Ha detto Ranieri nelle interviste del dopo partita. Beh, come dargli torto.
Quanti infortuni
Non è stata una stagione facile per De Rossi. Sette partite da tirolare nelle prime otto giornate di campionato. Poi l’infortunio ad Empoli alla quinta falange del piede sinistro. Il ritorno in campo contro il Napoli e i problemi al ginocchio destro. Un’infiammazione dovuta ad una cisti al menisco esterno che in pratica lo tiene lontano dal campo da novembre a febbraio. Infine il ko nella gara di ritorno con il Porto e la lesione di primo grado al polpaccio sinistro. Altri quindici giorni di stop, che lo fanno soffrire perché costretto ad osservare da lontano impotente le difficoltà della sua Roma. Venti le presenze totali, 12 quelle dal 1’ in Serie A. Senza di lui i giallorossi hanno vinto appena sei volte, segno di quanto De Rossi sia fondamentale per la rincorsa alla Champions. Perché l’età avanza e la carta d’identità dice 35. Il cuore, però, è sempre lo stesso. E la Roma ne ha tremendamente bisogno.