Serie A, le migliori giocate della 33^ giornata

Serie A

Daniele Manusia e Emanuele Atturo

Il gran gol di Vignato, il dribbling in area di Gervinho, il salvataggio di Masiello e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

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Siamo ormai arrivati alle ultimissime partite di un campionato strano, dove il ritmo di marcia delle squadre che lottano per retrocedere si equivale ormai a quello della parte alta della classifica. Anche la 33esima è stata una giornata segnata dai passi falsi delle squadre in corsa per l’ultimo posto in Champions League. Nelle due partite di cartello della giornata l’Atalanta si è confermata la migliore squadra nel girone di ritorno dopo la Juventus, e ha vinto in rimonta in casa di un Napoli ormai senza stimoli. Ha brillato Gomez, ma anche i difensori della “Dea”, sempre troppo sottovalutati. Nell’altra partita chiave per la corsa alla Champions, Roma e Inter si sono divise un punto che alla fine consolida le loro rispettive posizioni.

Il gol di Emanuele Vignato

Emanuel Vignato è nato nel 2000, in una frazione vicino Verona. Padre italiano e madre brasiliana è da diversi anni il prodotto più interessante del settore giovanile del Chievo. Il giorno del suo esordio in Serie A, nel 2017, Totti gli chiese stupito: “E tu chi sei?”.

Due anni dopo Vignato non ha ancora trovato spazio in maniera continua in Serie A, ma nelle ultime settimane sta rappresentando una delle poche sorprese positive della disastrosa stagione del Chievo Verona. Si dice che anche l’Inter sia interessata a lui, e che a gennaio abbia provato a inserirlo in un affare con i clivensi.

Nella partita più sorprendente dell’ultimo turno di campionato, dove la Lazio ha perso in casa contro il Chievo già retrocesso, Vignato ha sbloccato il risultato con un gol di una fattura tecnica che non siamo abituati ai solitamente solidi ma poco creativi giocatori del Chievo. Barba dalla sinistra offre una bella traccia in diagonale per Stepinski, che di prima fa la sponda di tacco per Vignato. È un centrocampista di un metro e 75, così minuto da sembrare sempre più il più basso in campo, e con un baricentro molto basso. Si gira col tacco cambiando l’inerzia della sua corsa, e da poco fuori area lascia partire un destro di collo mezzo esterno che va radente sul secondo palo. Un tipo di conclusione che non appartiene di certo a tutti. Vignato, insomma, è di per sé un motivo sufficiente per continuare a seguire il Chievo in questo finale di stagione altrimenti anonimo.

Il dribbling in area di Gervinho

Fra i giocatori che hanno giocato più di mille minuti, Gervinho è il quinto per dribbling tentati, con una percentuale di riuscita superiore al 50%. In una squadra che attacca attraverso transizioni lunghe come il Parma, l’ivoriano brilla soprattutto per la sua velocità in conduzione in spazi aperti, con quella conduzione del pallone non troppo elegante ma efficace nella sua semplicità (appena arrivato in Italia gli chiesero se era più veloce di Bolt, e lui rispose che lo era, ma senza il pallone).

Gervinho però non indossa il numero 10 per puro vezzo: lo onora attraverso un gioco che può essere anche creativo e non solo adagiato sul suo atletismo. Alla fine del primo tempo contro il Milan, stoppa una seconda palla al limite dell’area, poteva essere una buona occasione, l’avesse controllata bene, ma Gervinho non ha nel primo controllo la sua arma migliore. La palla gli rimane sotto, allora si produce in qualche finta che lo isola sul vertice sinistro dell’area. Due giocatori del Milan lo chiudono in raddoppio, e lui vede il corridoio per infilarsi in mezzo a loro allungandosela con l’interno sinistro. Uno di quei dribbling in cui difendere in due sembra quasi uno svantaggio.

Colpo di tacco di Borja Valero nella sua grande partita

La giocata di Borja Valero, in termini pragmatici, non è particolarmente significativa. Non è un assist, non è un dribbling, è solo un passaggio, che non ha prodotto peraltro vantaggi evidenti. Però usiamola pure come pretesto per parlare dell’enorme partita di Borja Valero contro la Roma, senza dubbio la sua migliore stagionale.

All’Inter mancava Brozovic al centro del campo, il suo cervello, il centrocampista che tocca più palloni in Serie A. Borja Valero non sarebbe il suo sostituto naturale, un po’ perché quel ruolo non l’ha mai fatto, lui che è stato sempre una mezzala che facilita il palleggio più che un regista; e un po’ perché non avrebbe l’adeguato tono atletico ma reggere il passo nella zona di campo in cui si corre di più.

Borja chiuderà la partita con 141 tocchi, quasi 40 più del secondo nella graduatoria, ovvero Asamoah. Lo spagnolo ha tenuto palla per quasi il 13% della partita, ovvero poco meno della metà del possesso complessivo della Roma. Ha ordinato la squadra, consolidato il dominio nella metà campo avversaria, fluidificato il palleggio e giocato una fase difensiva generosa, almeno in rapporto a quello che il suo corpo in linea teorica gli permetterebbe.

Questo ricamo, a 15 minuti dalla fine, è solo la firma d’autore di una partita di grande spessore.

Il salvataggio di Masiello

Questa è ormai la quinta stagione di Andrea Masiello in Serie A, successiva alla squalifica per il calcioscommesse del 2011. Impossibile dimenticare quella pagina vergognosa e francamente un po’ squallida del calcio italiano ogni volta che Masiello entra in contatto con il pallone. È impossibile, ad esempio, non pensare a quell’autogol nel derby con il Lecce segnato di proposito, a suo dire, caso forse unico nella storia del calcio mondiale, quando lo vediamo rincorrere la palla di Milik fin sulla riga di porta ed effettuare uno dei salvataggi più belli e improbabili di questa stagione.

Masiello accelera una volta che la palla delicata di Milik ha scavalcato Gollini - considerando anche l’assist meraviglioso di Mertens, questa azione probabilmente farebbe parte della nostra collezione settimanale di giocate anche se la palla fosse entrata - e l’ha inseguita oltre la linea di porta, anche se non l’aveva passata interamente. C’è voluto un gesto tecnico complicato, grande coordinazione per colpire la in corsa di sinistro, e grande elasticità per allungarsi e  calciare in torsione, in direzione opposta alla rete.

Quando Masiello si rialza e ricomincia a correre non esulta in nessun modo, non sembra per niente sollevato, sul palcoscenico della sua faccia non si muove nessuna emozione. Forse anche Masiello ha pensato a quell’autogol, a quel periodo della sua vita. Masiello ormai può solo rialzarsi e ricominciare a correre, facendo il proprio lavoro nel miglior modo possibile e contribuendo al cammino dell’Atalanta. Questo non è un riscatto, perché niente può riscattare un errore così grande e profondo, ma chissà che non ricorderemo questo salvataggio come un momento determinante nella stagione da favola di Gasperini e della sua Atalanta.

Gol annullato a Dzemaili

Non è stata una grande stagione per Dzemaili, che un anno e mezzo fa è tornato dal Canada, da quello che sembrava un pensionamento meritato anche se forse prematuro, per contribuire di nuovo alla causa del Bologna. È stato spesso in panchina, da ottobre a marzo praticamente, e non ha mai trovato la via del gol (due stagioni fa, per dire, ne aveva fatti 8), con il Bologna che sta tirando a fatica fuori la testa dalle sabbie mobili della retrocessione. Dopo la vittoria 3-0 con la Sampdoria, e la contemporanea sconfitta dell’Empoli, il Bologna ha 5 punti di vantaggio a 5 partite dalla fine e la possibilità di chiudere i conti la settimana prossima nello scontro diretto con la squadra toscana. Si torna a respirare, quindi, in Emilia.

Dzemaili aveva persino ritrovato il gol, contro la Samp, con uno dei gol più belli della stagione. Sicuramente il più bel tiro da fuori, o il più bel tiro al volo, di questa Serie A. La tecnica di tiro e la violenza con cui la palla esce dal piede di Dzemaili sono tanto eccezionali quanto, paradossalmente, esemplari: è così che si calcia di controbalzo, bambini, bisognerebbe dire mostrandolo nelle scuole calcio. Un gol che, sempre pensando ai bambini, è anche una pomessa: se vi coordinate bene e colpite la palla nel momento esatto in cui tocca terra allora non serve avere le gambe di Gareth Bale per calciare in porta un vero e proprio asteroide.

Parliamo all’imperfetto, però, perché il gol di Dzemaili è stato annullato. Perché sul cross da cui ha origine il tiro, pare, la palla ha passato la linea di fondo. Adesso, le regole vanno applicate e non si può interpretare una cosa come questa, ma si può dire almeno che a volte l’applicazione cavillosa della legge, nel calcio come nella vita, toglie un po’ di bellezza alle nostre vite?

Dzemaili, di sicuro, è stato privato, a posteriori, di un gol che è servito anche per fargli sfogare tutta la frustrazione vissuta quest’anno. Un gol che gli aveva gonfiato la vena del collo e piegato gli angoli degli occhi in un’espressione commossa, nascosta dall’abbraccio dei compagni. Quel momento conta come un momento vissuto veramente o no? Il gol di Dzemaili lo abbiamo visto davvero o dobbiamo dimenticarcelo? Sono domande che ci faremo sempre più spesso in epoca di VAR.